Nei cento anni della storia degli Ordini professionali sanitari, c’è stata una continua evoluzione della Sanità e della Medicina, al punto che oggi in Italia c’è da confrontarsi con la rivoluzione anagrafica che vede i giovani in età inferiore ai 15 anni essere in numero inferiore rispetto alla popolazione degli ultrasessantacinquenni. La descrizione è di Giorgio Cosmacini, che ha delineato il percorso seguito dalla Sanità e dalla Medicina in Italia dal 1910 ai nostri giorni.
Un’evoluzione che ha segnato un momento di arresto soltanto durante il ventennio fascista, quando la gestione della professione medica fu affidata al regime e ai sindacati dell’epoca, esautorando completamente gli Ordini. Occorrerà attendere il 1946 per assistere alla rinascita, alla ripresa del percorso degli Ordini professionali che si confrontavano con la realtà del dopoguerra in un Paese che si stava avviando verso rapide trasformazioni.
Si arriva così al 1958, data istitutiva del Ministero della Sanità, essendosi ravvisata l’esigenza, per questa materia, di un coordinamento nazionale delle politiche per la salute.
Occorrerà attendere dieci anni per arrivare alla prima riforma ospedaliera (1968) e altri dieci per la prima grande riforma sanitaria del Paese. E’, infatti, del 1978 la legge 833, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, che, pur con le successive modifiche, ha dato alla Sanità italiana l’assetto attuale.
Anni di cambiamenti, dunque, di processi lunghi dal punto di vista politico e istituzionale, anni durante i quali anche la Medicina aveva le sue evoluzioni. Con una perifrasi, Cosmacini ha detto che gli anni trascorsi sono stati caratterizzati dal passaggio dalla sfida epidemiologica alla rivoluzione biotecnologica. Al tempo stesso è cambiato il sistema dei rapporti tra il medico e il paziente. Ma a cambiare non è stato soltanto il medico, ma lo stesso paziente che, oggi rispetto a ieri, è più informato, è più esigente: “Oggi – ha spiegato Cosmacini – i nuovi ‘curati’ vogliono ‘nuovi curanti’. E, di fronte a questa realtà gli Ordini possono rispondere se si pongono come Ordini vitali, consapevoli e responsabili”.
Autore: Redazione FNOMCeO