“Due anni fa ci lasciava Roberto Stella, primo medico vittima di COVID19. Il dolore non passa, ma ci ricorda tutti i giorni che esistono uomini e professionisti insostituibili, che lasciano il mondo meglio di come lo hanno trovato grazie ad altruismo, generosità, abnegazione”.
Così la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) ricorda sui social la scomparsa, l’11 marzo 2020, di Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, che per la Federazione era responsabile dell’Area Strategica Formazione. La notizia della sua morte, dopo aver contratto il Covid, fece il giro del mondo: un necrologio comparve anche sul New York Times. Oggi, due anni dopo, sono 372 i medici e gli odontoiatri caduti per il Covid, e ricordati sul Portale della FNOMCeO.
“Il nostro Roberto Stella, come gli altri colleghi dopo di lui, ha pagato con la vita quei valori di prossimità, di vicinanza, di cura senza discriminazione alcuna e in qualsiasi condizione operativa che sono i capisaldi del nostro Codice Dentologico – commenta il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Ed è tanto più significativo che l’anniversario della sua scomparsa cada proprio alla vigilia della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Educare a una cultura che rifiuti la violenza, infatti, significa educare a valori quali la sicurezza del lavoratore e il rispetto della dignità della persona. Se poi quel lavoratore, quella persona è un medico, un operatore sanitario, questi principi sono ancora più importanti, perché vanno a garantire la sicurezza delle cure e, dunque, la tutela della salute”.
Domani Anelli celebrerà questa prima Giornata a Bari, in un incontro organizzato dall’Ordine dei Medici, del quale è presidente, al quale parteciperanno, tra gli altri, il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e il Presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Trovate QUI tutti dettagli e il link per seguire l’evento in diretta streaming.
“Abbiamo scelto Bari perché è il luogo da cui è partita l’azione dell’Ordine e della FNOMCeO di contrasto alla violenza contro gli operatori sanitari – spiega Anelli -. A Bari infatti, nel settembre 2013, fu assassinata da un suo paziente la psichiatra Paola Labriola. Questo tragico episodio è stata la molla che ci ha spinti a dire ‘basta’, a smuovere l’opinione pubblica e la politica perché una tragedia simile non avesse a ripetersi. Oggi, quasi dieci anni dopo, abbiamo una legge per la sicurezza degli operatori, che ha inasprito le pene e introdotto la procedibilità d’ufficio, ha istituito un Osservatorio per il monitoraggio e la prevenzione e ha indetto questa giornata, con l’obiettivo di innescare una rivoluzione culturale che metta al centro la dignità dei professionisti”.
“Proprio ieri sono usciti i dati Inail, che stimano in 2500 gli episodi di violenza denunciati ogni anno dagli operatori sanitari quale infortunio sul lavoro – conclude -. Un dato che, per quanto riguarda i medici, è sicuramente sottostimato. Infatti, le denunce Inail riguardano esclusivamente il personale dipendente e non quello convenzionato, come i medici di famiglia, le guardie mediche, i colleghi del 118, della libera professione, i medici penitenziari. Inoltre, molti medici non presentano denuncia, o non fanno ricorso al pronto soccorso per aggressioni che non provano lesioni. E queste sono sicuramente la maggioranza.
Secondo i dati resi noti dal sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed sono il 55% dei medici ospedalieri hanno subito almeno un episodio di violenza. Dai dati in nostro possesso emerge che il 48% dei medici che ha subito un’aggressione verbale ritiene l’evento ‘abituale’, il 12% ‘inevitabile’, quasi come se facesse parte della routine o fosse da annoverare tra i normali rischi professionali. Le percentuali cambiano di poco in coloro che hanno subito violenza fisica: quasi il 16% ritiene l’evento ‘inevitabile’, il 42% lo considera ‘abituale’. Dobbiamo tutti cambiare il nostro modo di pensare: la violenza non deve diventare un fatto normale, quasi banale, da accettarsi come rischio ineluttabile della professione. La violenza non è inevitabile: la violenza è un reato. È una violazione dei diritti umani, della dignità della persona; è un’ingiustizia sia a livello pubblico che privato. A questo dobbiamo educare le nuove generazioni”.
Molti gli Ordini territoriali dei medici che hanno organizzato, per domani, iniziative di sensibilizzazione. Tanti di loro proietteranno il Docufilm “Notturno”, promosso dalla FNOMCeO proprio con questo obiettivo. Prodotto da Draka production per la regia di Carolina Boco, con Maria Grazia Cucinotta, Isabella Ragno e la partecipazione di Massimo Giletti, presentato in anteprima nel 2020 alla Camera alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza, il film raccoglie testimonianze reali inframezzate da parti di fiction e racconta il lavoro e le paure di una guardia medica durante il turno di notte. È dedicato proprio alla memoria di Paola Labriola.
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11/03/2022
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO