Da oggi, 1° agosto 2014, entra in vigore la Convenzione conosciuta come Convenzione di Istanbul, per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.
L’Italia ha ratificato la Convenzione con la Legge n. 77 del 27 giugno 2013, ma la Convenzione, giuridicamente vincolante, del Consiglio d’Europa – organismo paneuropeo che difende i diritti umani e oggi conta 47 Paesi, 820 milioni di cittadini dal Caucaso al Mare del Nord – per essere operativa doveva essere ratificata da almeno 10 Paesi, di cui 8 stati europei. Ad aprile si è raggiunto tale traguardo e sarà durante la Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, che la Convenzione inizierà ad essere applicata con l’impegno dei governi a garantire uguaglianza di genere, autonomia, autodeterminazione delle donne e cambiamenti socio-culturali.
Un anno fa contro la violenza sulle donne la FNOMCeO lanciava un appello a tutti i medici italiani, affinché diventassero parte attiva nel contrastare l’escalation della violenza. Prima di allora, già da molti anni, alcuni Ordini, spesso per la determinazione di medici donna, hanno espresso iniziative per promuovere formazione specifica e interazione con le risorse istituzionali e associative operanti contro la violenza. Senza nessun coinvolgimento nella task force per la riscrittura del Piano di Azione Nazionale per prevenire e contrastare la violenza sulle donne, guardando al passato e al prossimo futuro, possiamo dire di essere sul campo sentendo la responsabilità del contribuire a limitare la “piaga globale” della violenza.
In occasione del convegno sulla Violenza di genere promosso dalla FNOMCeO e dall’Ordine dei medici di Reggio Emilia si è realizzata una “fotografia di pratiche/risorse/criticità” grazie alla condivisione delle iniziative già svolte nei diversi territori sul tema della violenza. Sono pervenute comunicazioni che intersecandosi con i contributi pubblicati nel corso degli anni nel nostro portale creano una mappa di competenze e risorse, utili in ambito regionale o in area vasta per azioni coordinate. Le iniziative non si arrestano.
In questi giorni i centri antiviolenza aderenti a D.i.Re e la rete Wave (Women Against Violence Europe) hanno chiesto con forza ai governi europei e a quello italiano che la Convenzione di Istanbul sia ora pienamente applicata con azioni concrete che ne rispettino spirito e direttive. Il Soroptimist, un’organizzazione internazionale di donne per le donne, dopo aver attivato un progetto nazionale “educazione di genere per contrastare la violenza”, realizzerà nel prossimo settembre, sabato 13, a Viareggio un convegno nazionale sul percorso del Codice Rosa, dell’Asl 9 di Grosseto coordinato dalla collega Vittoria Doretti.
Ovviamente anche gli Ordini continuano con convinzione a proporre incontri di formazione e di divulgazione. Solo per segnalarne due:
– il 20 settembre a Villa Raby sede dell’OMCeO di Torino si svolgerà l’incontro "I medici e la violenza: riconoscere, gestire, curare";
– il 25 novembre l’OMCeO di Padova in collaborazione con l’AcEMC – Academy of Emergency Medicine and Care -, nella splendida Aula Magna del Bo realizzerà il convegno “La violenza sulle donne: l’approccio multidisciplinare in emergenza. Dall’accoglienza alle strategie di prevenzione”.
Si riportano le comunicazioni pervenute per una visione delle attività realizzate:
– Gabriella Tanturri che dall’OMCeO di Torino ci invia un dettagliato resoconto delle attività istituzionali di supporto alle donne vittima di violenza messe in essere dall’OMCeO di Torino, con la proposta formativa 2014 sulla tematica della violenza, e il testo della proposta di adesione al coordinamento cittadino contro la violenza avanzata nel 2012, ed approvata dal Consiglio ordinistico;
– Antonella Vezzani dell’Ordine dei Medici di Parma che con il patrocinio della FNOMCeO, nell’aprile dà il via a un corso di formazione sul riconoscimento e la prevenzione della violenza di genere;
– documentazione di attività degli OMCeO di Pavia, Piacenza, Messina e Brindisi.
Del Centro Antiviolenza “Ananke” aderente a D.i.Re Donne in Rete, che dal 2008 opera per rafforzare quella che è l’identità femminile proponendo uno scambio di saperi e relazioni interpersonali. Va segnalata l’esperienza di Vasto, dove con una ampia collaborazione inter istituzionale si è realizzato un Protocollo d’Intesa che vede come nodi di rete il Ser.T. e il CSM, per la frequente correlazione fra violenza domestica e abuso di sostanze e depressione.
Avevamo anche chiesto di conoscere eventuali atti di violenza a danno di operatori sanitari, e la messa in atto di iniziative per aumentare la sicurezza e la dignità dei luoghi di lavoro e di cura, l’accoglienza/dis-accoglienza verso operatori e fruitori delle organizzazioni sanitarie. L’OMCeO di Pavia con la locale sezione AIDM ha affrontato l’argomento con il convegno Attraverso la valutazione dei rischi connessi alle differenze di genere e continua a lavorare sul tema. Anche la CISL ha affrontato in un momento congressuale l’argomento.
Per avere un quadro completo si allega anche una sintesi degli eventi di cui abbiamo contezza perché pubblicati sul portale dal 2008 ad oggi.
Quali riflessioni mimimali è possibile fare sulla base di questi materiali?
Ne suggerisco una, di visione globale: sono quanto mai necessarie reti nazionali per dare forza e vigore ai singoli progetti. Un esempio ci viene dalla SIMG e dal suo Progetto Viola che ha voluto negli studi di medicina generale esplorare la difficoltà di chi presta ascolto e la violenza come causa di malattia. Ha sottolineato Raffaella Michieli “Per riconoscere la violenza sulle donne, il contesto sanitario deve aprirsi alla prospettiva della medicina di genere“.
A questo mi sento di aggiungere una cconsiderazione: va evidenziato il lavoro svolto, con sensibilità e competenza, dall’AIDM. Spesso l’Associazione collabora con gli Ordini, a volte Consigliere degli Ordini sono presenti nelle sezioni locali dell’AIDM. Dovremmo percorrere tutti i possibili spazi di interazione fra l’Associazione e le istituzioni. In compenso, purtroppo, pochi su questi temi risultano essere i rapporti fra Asl e Ordini. Potrebbe essere questo un nuovo terreno di collaborazioni da esplorare
Autore: Redazione FNOMCeO