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28 Novembre 2015, Sanremo. Nuova tappa per la Deontologia medica

Dopo il documento di Consenso di Sanremo 2010 e la Carta di Etica medica
di Kos nel 2011, il discorso deontologico si è ulteriormente arricchito
ed è stato spesso dialettizzato con diverse modalità: una maggior
complessità data anche dai profondi cambiamenti storico-culturali che
oggi riguardano i medici in prima persona. Al Presidente dell’Omceo di
Imperia Francesco Alberti e al Presidente CEOM Nicolino D’Autilia chiediamo alcune riflessioni sul percorso fatto e sui progetti.

Dr. Alberti, il Convegno rappresenta una tappa di un cammino iniziato molti anni fa. A che punto siamo oggi? Quali le tappe principali del lavoro di studio e ricerca sulla deontologia medica e sulla sua diretta applicazione?

Il cammino ha avuto inizio nell’aprile 2005 con le 3 Giornate Europee di Deontologia Medica  che culminarono nel Convegno europeo “Un Codice Deontologico Europeo: utopia o realtà?” organizzato dalla FNOMCeO e che per la prima volta in assoluto vedeva riuniti i rappresentanti degli Ordini o delle Associazioni di oltre 25  Paesi Europei, Delegazioni degli Stati Uniti (International Association of MedicalRegulatory Authorities e dell’Associazione Medica Mondiale) per discutere diverse tematiche inerenti la Deontologia. Alla base dell’incontro c’era un progetto di collaborazione transfrontaliero fra l’Ordine dei Medici di Imperia e quello di Nizza per condividere questioni che riguardavano la professione: deontologia,demografia medica, libera circolazione. Il titolo di quelle giornate era come un nuovo stimolo per la professione medica e odontoiatrica nel vecchio Continente: un  punto di partenza per costruire un dialogo su temi di estrema importanza che, pur passando attraverso il rapido evolversi della scienza medica  e il confronto fra diverse ideologie, tradizioni, abitudini e religioni, e prescindendo ovviamente dalle diverse legislazioni, proponeva un cammino comune: verso una comune convergenza sui principi di comportamento di  Medici e Odontoiatri nella pratica professionale in ogni Paese della Comunità Europea, e direi forse anche nel Mondo.
Quelle giornate si conclusero con la sottoscrizione, da parte di  tutte le delegazioni, della Carta di Sanremo nella quale gli “Ordini e le Associazioni Europee, pur consapevoli delle difficoltà di un cammino unitario, riaffermavano l’importanza del ruolo sociale, dei principi etici e deontologici, che debbono guidare il loro operato per la tutela della salute dei cittadini”. Successivamente ci fu la tappa di Sanremo nel 2010 in cui vennero stilati i Principi etici della professione, poi presentati nel Documento di Kos nel 2011.

Quali le principali criticità che Lei intravede nel progetto di una, per così dire, "deontologia unificata"a livello europeo?

Le difficoltà sono legate prevalentemente alle leggi,normative, aspetti sociali, culturali ed aspetti religiosi dei diversi Paesi della Comunità Europea. Infatti dall’idea di Codice Deontologico, si è passati alla formulazione delle Raccomandazioni Deontologiche, ovvero di “linee guida” da rispettare da parte dei professionisti che operano all’interno dell’Europa. Questo nel rispetto e della tutela dei diritti del malato e del suo accesso alle cure.

La deontologia è oggi più che mai un terreno di confronto per la Professione ed anzi uno strumento importante dell’atto medico.  Secondo Lei questa considerazione è diffusa o c’è ancora poca conoscenza delle potenzialità del "discorso deontologico"? 

Purtroppo il tema della Deontologia è scarsamente sentito nell’ambito medico soprattutto nel nostro Paese. Sembra essere un argomento di una certa importanza solo per alcuni” addetti ai lavori”. Questo accade forse anche a causa della scarsa rilevanza che viene data alla materia durante il corso di studi e in generale nel percorso formativo; in altri Paesi Europei questo discorso è forse è maggiormente sentito anche perché il ruolo degli Ordini ed il Codice hanno valenza giuridica a tutti gli effetti. E’ pertanto fondamentale continuare su questo cammino seguendo da vicino gli sviluppi delle biotecnologie,dell’informatica della clinical governance intesa non solo come mezzo finalizzato all’economia delle risorse ma anche come metodologia di lavoro in mano ai professionisti della salute a vantaggio dei cittadini. Il Medico europeo deve essere messo nelle condizioni di poter operare nel rispetto delle regole del Codice Deontologico, che seppur ancora oggi in Europa assume diverso significato e valore, anche in relazione alla natura giuridica pubblica o privata, degli Ordini e delle Associazioni, riveste in assoluto il punto di incontro su cui armonizzare i principi fondamentali della Professione.

Profilo etico e profilo giuridico. Deontologia e legislazione: due entità destinate a rimanere parallele? 

La domanda imporrebbe innanzi tutto un’attenta disamina del significato del termine “etico”, “bioetico”, “biodiritto” … e quindi successivamente dei rapporti e degli eventuali punti di incontro fra etica-deontologia e legislazione.
Si può solo affermare che oggi, anche in Italia, come già capita in altri Paesi, il Codice deontologico fa chiaro riferimento al Codice Civile o penale (come in Francia), e alcune sentenze fanno riferimento diretto al nostro Codice. L’ augurio è che ci sia un riconoscimento sempre maggiore di questo "documento" da parte della Magistratura.

Economia, Deontologia e Ricerca sono tre aspetti che dovrebbero garantire, se integrati, qualità ed efficienza della relazione di cura. Cosa non funziona in questa triangolazione?

Argomento scottante, senza dubbio. Peraltro, se si legge attentamente il Codice deontologico vi possono essere dei punti di incontro tra questi tre poli; si veda per esempio il tema dell’appropriatezza prescrittiva, ove pur nel rispetto dei bisogni del paziente, il medico assicura un’attenzione al problema dell’economia…
Altro problema è quello della ricerca. Anticipo che proprio a Sanremo verrà presentato un articolo sulle Raccomandazioni in tema di ricerca. Certo, limitare la ricerca per motivi economici non è senz’altro corretto, ma è impossibile oggi non chiedersi: quale è il confine fra etica e ricerca?
Una possibile risposta nascerà dal Convegno del 28 novembre a Sanremo.

Nicolino D’Autilia, Presidente CEOM: quale oggi il ruolo dell’associazione, dopo molte tappe importanti per la deontologia?

Il
progetto della CEOM, da anni impegnata nell’elaborazione di un discorso
comune pur nel rispetto delle diverse identità, etiche, religiose,
storico-politiche, è quello di elaborare delle raccomandazioni
deontologiche condivise, a partire dal rispetto delle diverse realtà
culturali.

Oggi
più che in altri momenti storico-politici, questo mandato oltre che
attuale e urgente, è uno scenario positivo per il lavoro di molti
professionisti

La linea della
CEOM è senza dubbio un intento di mediazione, grazie al lavoro di molti
colleghi che hanno svolto un costante lavoro di analisi, e di sintesi,
di diversi approcci a problemi che sono, nella sostanza, questioni
antiche. La grande svolta degli ultimi anni è la capacità di trattare
temi comuni, come la relazione medico-paziente, la privacy, il segreto
professionale o la formazione, nel rispetto delle diverse sensibilità ma
individuando dei nuclei comuni che possano diventare dei paradigmi
condivisi e accettati.

Quali i focus dell’attività per il prossimo futuro?

Senza
dubbio si sta configurando un problema trasversale e globale, su cui
tutte le associazioni vogliono interrogarsi: i determinanti sociali
della salute, cioè l’urgenza sociale di fenomeni veramente globali, come
le famiglie sempre più monoparentali, o le popolazioni sempre più
vecchie,  e diseguaglianze di salute troppo nette per aree geografiche.
Allora si pone una questione fondamentale per i rapporti tra le diverse
organizzazioni mediche che spesso si trovano ad  affrontare problemi
simili in modo un po’ ripetitivo: il coordinamento e la progettazione
comune. Da qui nasce l’idea di una "Conferenza permanente", cioè la realizzazione di una
sorta di "piccolo parlamento" per la deontologia che possa unificare i
percorsi di approfondimento, ottimizzare le risorse,  e acquisire
maggior peso in Commissione Europea. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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