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31 maggio, XIX Giornata Nazionale del Sollievo: curare per guarire è spesso possibile, prendersi cura per il sollievo è sempre possibile

Domenica 31 maggio 2020, si celebrerà la XIX Giornata Nazionale del Sollievo. Quest’anno essa ricorre in piena fase due dell’emergenza Covid-19. Come tutti gli eventi che comportano contatti ravvicinati tra persone, incontri, convegni, festeggiamenti, anche la celebrazione della Giornata sarà fortemente limitata nelle sue manifestazioni aggregative sociali, ma non la diffusione del suo messaggio, che continuerà ad essere centrato su quanto sancì la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che la istituì il 24 maggio 2001: “promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione” (G:U. 16 luglio 2001). Nel corso degli anni, considerando i bisogni concreti delle persone malate e sofferenti, l’obiettivo della Giornata è andato ampliandosi, abbracciando quasi tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita. “Quel che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”, scrisse il giornalista Gigi Ghirotti (100 anni dalla nascita quest’anno), al cui nome è intitolata la Fondazione nazionale promotrice della Giornata del Sollievo (impegnata sin dal 1975 per una cura più umana e rispettosa dei bisogni delle persone malate di tumore e dei loro familiari) con il Ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, e con il sostegno dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana.

La Giornata ha una connotazione affermativa e propositiva: non è direttamente “contro” il dolore o la sofferenza, ma “a favore” del sollievo, cioè l’esperienza di sospensione o affrancamento dalla sofferenza e dal dolore in chi è malato e nelle persone care. Il sollievo è sempre possibile, anche nei casi in cui la persona permane nella condizione di malattia o al termine della vita. Esso può essere raggiunto grazie a nuovi e sempre più efficaci farmaci e terapie, ma anche attraverso una cura umana fatta di attenzione, tenerezza, vicinanza, sostegno. Il sollievo derivante dal sostegno psicologico, ma anche da una corretta informazione e orientamento sull’accesso a risorse sanitarie e di volontariato, è possibile per le persone malate di tumore e per i loro familiari che telefonano al Centro di ascolto della Fondazione Ghirotti al numero 06.8416464 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18). Il Centro di ascolto, attivo dal 1999, offre gratuitamente il supporto di psicologi-psicoterapeuti che, anche durante i mesi di emergenza Coronavirus, hanno continuato a svolgere la loro attività di aiuto telefonico, accogliendo ed ascoltando a livello nazionale, anche persone con patologie non oncologiche gravi e in fase avanzata e loro familiari,  vista la crescente e in molti casi drammatica necessità.

Nella attuale fase di contenimento dell’epidemia si può già sperimentare il sollievo, seppure vissuto ancora “nella” emergenza e accompagnato dalla cautela, esso può aprire varchi concreti alla speranza e incoraggiare a promuovere e sostenere le premesse di un sollievo “dalla” emergenza. Tutto questo è già nello spirito della Giornata: guardare al sollievo come obiettivo senza mai abbassare la guardia sulle cure, terapie, interventi per raggiungerlo e quindi sperimentarlo, viverlo, mantenerlo e anche celebrarlo. Puntare al sollievo conviene sempre, sia che si tratti di un sollievo individuale: fisico, psico-emotivo, spirituale – come nelle malattie anche gravi o in fase avanzata; sia che si tratti di un vissuto collettivo: sociale, culturale, civile – come nell’emergenza dell’epidemia di covid-19.

La “Cultura del sollievo” è il concetto cardine della Giornata e al tempo stesso della Legge 38/2010 della quale quest’ anno ricorre il decennale, una legge innovativa, grazie alla quale per la prima volta viene garantito l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza. La legge 38/2010, come è stato denunciato nelle precedenti ricorrenze della Giornata del sollievo, è ancora oggi poco conosciuta sia da molti operatori della salute e sia ancor meno dalla maggioranza dei cittadini. La sensibilizzazione alla “cultura del sollievo” è possibile anche in tempo di Coronavirus, anche in assenza di manifestazioni ed eventi che prevedano raduni, convegni, incontri. Due i messaggi importanti da diffondere: che il sollievo è sempre possibile e che esiste la Legge 38/2010 che sancisce il diritto all’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative. Alla luce di quanto è accaduto durante l’emergenza Covid-19 occorre sottolineare che i principi della legge 38, a tutela della fragilità della persona malata in fase terminale, sofferente e dei suoi familiari, siano da recepire all’interno di linee guida, direttive, dichiarazioni, circolari, indicazioni e quant’altro emanato da organi istituzionali in ambito sanitario, vigenti in caso di emergenze riguardanti la salute pubblica, affinché si possa continuare a garantire e mantenere l’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative, anche in terapia intensiva. Per la loro peculiarità le cure palliative prevedono il coinvolgimento dei familiari, sia come risorsa affettiva-relazionale per il sollievo della persona malata, sia essi stessi bisognosi di sostegno psico-sociale, in quanto parte integrante dell’“unità sofferente” (malato e familiari) destinataria delle cure palliative come sancito dalla stessa legge 38 all’art.1 Comma 3, lettera C; e questo sempre, anche in caso di emergenza sanitaria di tipo epidemico, ovviamente in totale sicurezza, prendendo tutte le precauzioni possibili, avvalendosi anche del supporto di mezzi telematici di comunicazione e videochat. L’umanizzazione delle cure e il rispetto della dignità della persona si concretizzano anche attraverso la presenza delle persone care accanto al congiunto malato. E infine un’altra declinazione della sensibilizzazione alla Cultura del sollievo riguarda tutti: che ciascuno di noi possa trovare, in occasione della Giornata del Sollievo e mantenere in seguito, il modo che più gli è consono (per telefono, messaggistica, videochat, post sui social, ecc.) di manifestare la propria vicinanza affettiva a chi soffre pur mantenendo il distanziamento fisico.

Autore: Redazione

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