9° Rapporto Annuale “Ospedali & Salute/2011”

Report n. 49/2011

9° RAPPORTO ANNUALE AIOP “OSPEDALI & SALUTE/2011”

Il 9° Rapporto Annuale “Ospedali & Salute/2011” promosso dall’AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) presentato in questi giorni presso la Camera dei Deputati dalla società Ermeneia, mette sotto osservazione ogni anno la realtà ospedaliera italiana, in modo da offrire agli operatori, ai decisori e alla pubblica opinione analisi, riflessioni e proposte che investono le modalità e la qualità con cui vengono svolti i servizi, riferiti sia agli ospedali pubblici sia agli ospedali privati accreditati sia alle cliniche private.

L’iniziativa assume le caratteristiche di una vera e propria operazione di servizio al Paese, basata su un’analisi indipendente, in quanto svolta da un soggetto esterno che valuta sia gli aspetti relativi all’offerta sia quelli relativi alla domanda di servizi ospedalieri e all’evoluzione nel tempo di entrambe. Si tratta di un ambito di attività assolutamente rilevante cui fanno capo il 55% della spesa pubblica per la sanità, i 650 mila operatori e i 14 milioni di cittadini che varcano le soglie di un ospedale ogni dodici mesi.

Il Rapporto 2011 mette l’accento su tre tipologie di fenomeni:

> La prima riguarda la misurazione, aggiornata agli ultimi dati disponibili, del livello di “inefficienza sommersa” delle strutture pubbliche (Aziende Ospedaliere ed Ospedali a Gestione Diretta), presenti in tutte le Regioni italiane, ivi comprese quelle a statuto speciale, nonché nelle Province Autonome di Trento e di Bolzano. A tale proposito sono stati messi a confronto i costi reali (così come risultano dai Bilanci Consuntivi di tutti gli ospedali pubblici italiani) con i ricavi teorici, calcolati sulla base del trattamento a DRG che viene riservato agli ospedali privati accreditati (ma apportando alcune correzioni al rialzo, allo scopo di riconoscere le funzioni aggiuntive svolte dalle strutture pubbliche).
Si è potuto così valutare lo scostamento esistente tra i ricavi calcolati sulla base dei DRG e i costi effettivamente dichiarati nei Bilanci Consuntivi, individuando in tal modo la quota di quella che è stata definita come “inefficienza sommersa”, la cui percentuale varia da un minimo del 17,2% del Veneto ad un massimo del 46,4% della Calabria, ma passando anche per il 41,3% del Lazio, per il 41,7% della Campania e per il 41,8% della Sardegna. Peraltro, al di là del valore del singolo indicatore regionale, bisogna tener presente che sul risultato influiscono fattori molto diversi riportabili non solo ad un uso poco efficiente delle risorse, bensì anche alla presenza di particolari vincoli legati alla morfologia del territorio come pure alla fornitura di servizi più ampi e migliori per i pazienti, che il singolo Servizio Sanitario Regionale può generare.

> La seconda tipologia di fenomeni illustra lo sforzo messo in atto, particolarmente dalle strutture accreditate, sul piano del miglioramento continuo dell’offerta di servizi, il quale si manifesta:

  • sul piano della complessità delle prestazioni fornite, che supera in molte Regioni quelle degli stessi ospedali pubblici;
  • sul piano dell’attiva collaborazione con i Sistemi Sanitari Regionali, in funzione, ad esempio, della riduzione delle liste di attesa;
  • sul piano della reattività delle strutture Aiop, illustrato da un’indagine appositamente condotta per il Rapporto 2011, la quale evidenzia una spinta al miglioramento continuo, malgrado le difficoltà legate alla contrazione della spesa pubblica;
  • sul piano, infine, di una parallela stabilizzazione nel tempo della quota di risorse pubbliche impiegate dall’ospedalità accreditata, contro una continua espansione di quella facente capo all’ospedalità pubblica.

> La terza tipologia di fenomeni riguarda la “messa al centro” della persona nell’ambito dei servizi ospedalieri di diagnosi, cura e intervento.
In particolare si è voluto registrare la continua crescita nel tempo del livello di autonomia culturale e comportamentale degli individui, per quanto attiene le operazioni di scelta dell’ospedale pubblico o privato accreditato, come pure di scelta di una struttura locale piuttosto che extralocale: il che ribadisce ulteriormente un orientamento pronunciato da parte delle persone nei confronti di un sistema misto, fondato su criteri di qualità, di appropriatezza, di vicinanza e lasciando in ombra del tutto la tipologia pubblica o privata accreditata della struttura.
Si sono inoltre considerati i fabbisogni derivanti dalla necessaria continuità assistenziale da fornire ai pazienti anziani, fenomeno questo che è destinato ad ampliarsi continuamente a seguito del processo di invecchiamento della popolazione. Si ricorda che la presenza di persone da 60 anni in poi, aventi necessità di assistenza all’interno degli stretti conviventi, interessa il 7,1% delle famiglie, ma tale percentuale diventa il 20,8% qualora si guardi alla famiglia allargata che incorpora i 60enni e oltre non conviventi ma con necessità di aiuto e di assistenza.

Roma 19/12/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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