Responsabilità professionale e diffusione di teorie potenzialmente lesive della salute

Sulla responsabilità professionale dei medici –  Nell’interrogazione si rileva che la responsabilità professionale dei medici è un tema estremamente delicato ed è oggetto di una complessa normativa di livello costituzionale, codicistico e delle legislazioni speciali nazionali; nel gennaio 2016 è stato approvato alla Camera dei deputati ed è attualmente al vaglio della 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato della Repubblica, il testo unificato delle proposte di legge A.C. 259 ed abbinate, recante "Disposizioni in tema di responsabilità professionale del personale sanitario", che affronta e disciplina i temi della sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità dell’esercente della professione sanitaria e della struttura sanitaria pubblica o privata, le modalità e caratteristiche dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’obbligo di assicurazione e l’istituzione del fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità sanitaria; in particolare, l’articolo 6 del disegno di legge disciplina la responsabilità penale dell’esercente la professione sanitaria, introducendo nel codice penale il nuovo articolo 590-ter, sulla responsabilità colposa per morte o per lesioni personali in ambito sanitario. Si stabilisce, in particolare che l’esercente la professione sanitaria, che, nello svolgimento della propria attività cagiona, a causa di imperizia, la morte o la lesione personale della persona assistita risponde dei reati di omicidio colposo (art. 589 del codice penale) o di lesioni personali colpose (art. 590) solo in caso di colpa grave; il 5 aprile 2016 alcuni periodici hanno riportato le vicende legate alla morte, nel giugno 2014, di una donna affetta da melanoma maligno, trattato dal proprio medico di base secondo i principi de "La Nuova Medicina del dr. R.G. Hamer – La scienza del corpomente"; come ampiamente dimostrato dagli atti dell’inchiesta della Procura di Torino, il medico avrebbe spinto la paziente a non seguire le tradizionali terapie contro il cancro, ma ad utilizzare cure basate esclusivamente sull’assunzione di farmaci omeopatici e percorsi psicologici, che avrebbero portato, un anno e mezzo dopo, al decesso della donna; in proposito il presidente dell’Ordine dei medici di Torino ha recentemente dichiarato: "Solo da noi ci sono stati almeno altri due casi che abbiamo affrontato negli ultimi tre anni, avviando un’indagine disciplinare nei confronti di altrettanti medici", tuttavia, i casi di pazienti oncologici morti per aver rifiutato le cure tradizionali contro il cancro potrebbero essere decine in tutta Italia, come si legge su "La Repubblica", edizione online del 5 aprile; i trattamenti che possono essere prescritti dai medici dopo una diagnosi di tumore o nel corso della cura sono: l’asportazione chirurgica del tumore, la chemioterapia antineoplastica, la radioterapia, la terapia ormonale dei tumori e le terapie mirate dei tumori. Ciononostante, in rete sono numerose ed eterogenee le terapie alternative per la cura del cancro, molte proposte da medici o da persone che si presentano come tali. Si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, per quanto di sua competenza, non ritenga opportuno avviare le opportune iniziative al fine di: 1) controllare la diffusione di teorie potenzialmente lesive della salute dei cittadini, anche prevedendo un aggiornamento del regime sanzionatorio di riferimento, nel rispetto dei principi sanciti dagli articoli 21 e 32 della Costituzione della Repubblica; 2) avviare un’adeguata campagna informativa, in particolare presso le scuole, atta a diffondere la conoscenza delle attività di studio e di ricerca oncologica che vengono svolte in campo nazionale ed internazionale, svolgendo ogni attività idonea a far conoscere i problemi connessi allo studio, alla cura e alla prevenzione dei tumori, nonché i risultati ed il progresso della ricerca; 3) incrementare il sostegno finanziario della ricerca scientifica sul cancro svolta in Italia, nei suoi aspetti di laboratorio e clinici, ed in particolare il finanziamento di validi progetti di ricerca e di borse di studio destinate al perfezionamento professionale dei ricercatori.

Autore: Marcello Fontana - Ufficio Legislativo FNOMCeO

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