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A Padova la 106esima Conferenza dei Presidenti del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia

Avrà luogo a Padova, il 13 e il 14 aprile 2012, la 106a Conferenza Permanente dei Presidenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia.

In particolare, venerdì 13, in Aula Magna di Palazzo del Bo, (via VIII Febbraio 2), si parlerà dell’applicazione della Legge 240/2010 e della formazione in Medicina. Il pomeriggio, (ore 15.00 all’Istituto di Anatomia in Via Gabelli 65), sarà dedicato a un forum sull’”Etica della docenza”. I lavori proseguiranno il 14 aprile, ancora all’Istituto di Anatomia (aula Falloppio) con l’illustrazione del Manifesto di Intenti 2011-2014.

A presiedere l’incontro sarà il professor Andrea Lenzi, Presidente del Corso di Laurea di Roma La Sapienza e del Consiglio Universitario Nazionale.

“La Conferenza rappresenta un momento di riflessione sull’evoluzione normativa in tema di formazione medica e fornirà preziose informazioni sulle modalità di accesso al corso di laurea in Medicina e sulle sue eventuali novità“, dice Raffaele De Caro, Presidente del Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova promotore e ospite dell’iniziativa.

“Sarà anche l’occasione per una condivisione dei contenuti curriculari dei corsi di laurea in Medicina italiani, attraverso l’elaborazione del cosiddetto core curriculum, nato dieci anni fa per volontà della Conferenza e che diventerà obbligatorio in poco tempo”

Che cos’è il core curriculum? Contiene indicazioni atte a facilitare l’apprendimento in funzione degli obiettivi formativi, e, assieme, la programmazione didattica dei Corsi di laurea e l’identificazione dei migliori strumenti di verifica del profitto. Un percorso formativo basato sul core curriculum – aggiunge il prof. De Caro – consente anche una più facile circolazione degli Studenti e dei Medici a livello europeo e internazionale e rappresenta un irrinunciabile momento di coerenza nella programmazione didattica dell’intera area sanitaria”.

All’importante assise parteciperà il riconfermato Vicepresidente della Federazione degli Ordini, Maurizio Benato, nonché presidente dell’Ordine di Padova, il quale ci ha anticipato i contesti che reclamano maggiori innovazioni nella formazione di base del medico.

“Per innovare i percorsi formativi occorre innanzi tutto focalizzare quali debbano essere le caratteristiche bioetiche di una buona medicina . Essa deve fornire ai membri di una società un livello di assistenza medica e di sanità pubblica sufficiente a garantire loro buone probabilità di completare il ciclo di vita e di funzione ad un livello dignitoso di competenza fisica e mentale.
Deve in secondo luogo poter essere equamente distribuita senza sforzi eccessivi, cioè essere economicamente alla portata della società e,   in terzo luogo, con il funzionamento pubblico deve perseguire scopi sanitari finiti e stabili, avere aspirazioni illimitate di progresso e innovazione tecnologica”
.

“La medicina – dice Benato – deve inoltre riflettere sulle sue radici filosofiche umanistiche, sugli effetti creati dallo sviluppo sempre più crescente della componente biologico-sperimentale con la inevitabile frammentazione delle discipline generali ed unitarie verso nuovi assetti disciplinari biomedici.
In breve sullo sviluppo delle cosiddette Umanities, ovvero lo sviluppo di quel pensiero critico che facilita l’attitudine alla comunicazione interpersonale e permette di interpretare la relazione con il pazienti basato sul rispetto, comprensione e solidarietà
.

“Per quanto attiene gli aspetti scientifici la medicina dovrà porre rimedio al divario sempre più profondo oggi riscontrabile tra progresso tecnico scientifico e progresso etico-filosofico, un divario che si è sviluppato nel tempo e si traduce in una preminenza netta della ragione strumentale sulla saggezza pratica.
La medicina odierna si è fatta sempre più sperimentale, e quindi costosa, nella continua ricerca della verità scientifica, tanto che la difesa della salute viene oggi affrontata come un problema morale ed economico cui non sono estranei il substrato sociologico, epidemiologico e le scelte cliniche per il cittadino malato inteso come soggetto individuale, ma nello stesso tempo cittadino utente
”.

“Un contesto – ha aggiunto il Vicepresidente della FNOMCeO – in cui il medico è l’unico e indispensabile mediatore tra i bisogni di salute del paziente e l’accesso ai servizi di diagnosi e cura.
Egli, anche se limitato nella sua potestà direttiva ( in un sistema complesso governato da una pluralità di soggetti) è colui che deve garantire le risposte utili e necessarie al bisogno di salute del paziente.
Nella formazione dei vari livelli professionali si renderà pertanto necessario avviare un continuo confronto tra le Facoltà mediche e gli obiettivi del servizio sanitario nazionale alla luce del dibattito in sede internazionale sulle migliori metodologie per la formazione di un medico adatto alla evoluzione dei moderni bisogni di salute”
.

Autore: Redazione FNOMCeO

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