Report n. 7/2010
REGIONI ITALIANE: OFFERTA SANITARIA E CONDIZIONI DI SALUTE
Per il 50,8% dei residenti del Mezzogiorno la qualità dei servizi sanitari è inadeguata (contro il 26,9% della media nazionale). L’indicatore sintetico dell’offerta sanitaria nelle Regioni italiane elaborato dal Censis, che valuta sia la dotazione strutturale che la soddisfazione degli utenti, evidenzia come la qualità dei servizi nelle Regioni meridionali sia nettamente inferiore rispetto alle altre aree del Paese. Già da un’indagine del Censis del 2007 era emerso che i cittadini meridionali rilevavano, in misura maggiore degli altri un peggioramento del servizio sanitario regionale: il 24,7% contro il 16% della media nazionale.
Nelle Regioni meridionali tutte le articolazioni del servizio sanitario ricevono giudizi peggiori rispetto alle altre ripartizioni geografiche: i servizi domiciliari (al Sud li considera adeguati solo il 16,8% della popolazione contro il 30,7% a livello nazionale), i servizi territoriali (adeguati per il 25,6% contro il 44,9% a livello nazionale) e il pronto soccorso (adeguato per il 51,5% contro il 69,9% a livello nazionale).
La qualità dell’assistenza sanitaria ha evidentemente un peso importante nel determinare le condizioni di salute della popolazione. L’indicatore sintetico delle condizioni di salute nelle Regioni italiane elaborato dal Censis a partire da un’ampia batteria di dati (dalla speranza di vita alla mortalità e morbosità, fino agli stili di vita, la prevenzione e l’autopercezione del proprio stato di salute) evidenzia che gli abitanti del Mezzogiorno presentano condizioni tendenzialmente più precarie di quelle rilevate nelle altre aree del Paese, nonostante la diversa composizione anagrafica della popolazione, che vede nelle regioni del Nord i tassi di invecchiamento più elevati.
I dati che sottolineano le disparità sotto il profilo sanitario sono numerosi. Tra questi spiccano quelli relativi alla prevenzione: secondo il Ministero della Salute è pari al 39,4% la quota di donne over 40 residenti al Sud e nelle isole che hanno svolto almeno una volta uno screening oncologico al seno, contro il 56,3% della media nazionale (e il 68,5% registrato al Nord-Est).
Nei prossimi anni la situazione è destinata a cambiare radicalmente: la quota di over 65 nel Sud, pari oggi al 17,8%, raggiungerà nel 2030 la media nazionale (circa il 27%), per superarla dal 2040 (quando sarà pari al 32,7%), per raggiungere nel 2050 il 35,8%. Si tratta di trasformazioni destinate a modificare in modo drastico i bisogni di salute della popolazione e ad imporre una sostanziale modificazione dell’assetto dell’offerta sanitaria, rendendo necessaria una inversione di tendenza negli standard qualitativi.
Tab. 1 – Indicatore sintetico dell’offerta sanitaria nelle regioni italiane
Regione | Valore dell’indicatore sintetico |
1 Emilia-Romagna | 67,6 |
2 Toscana | 62,9 |
3 Veneto | 55,0 |
4 Lombardia | 54,6 |
5 Valle d’Aosta | 54,0 |
6 Friuli-Venezia Giulia | 53,4 |
7 Liguria | 53,3 |
8 Trentino-AltoAdige | 52,9 |
9 Umbria | 52,6 |
10 Piemonte | 50,1 |
11 Molise | 37,9 |
12 Marche | 36,8 |
13 Abruzzo | 34,5 |
14 Lazio | 33,5 |
15 Sardegna | 26,6 |
16 Basilicata | 26,3 |
17 Puglia | 15,4 |
18 Sicilia | 14,7 |
19 Campania | 13,8 |
20 Calabria | 9,8 |
L’indicatore di offerta sanitaria è stato costruito tenendo conto dei seguenti diversi aspetti: la valutazione dell’utenza (% di persone che hanno valutato il Servizio sanitario del proprio territorio con un voto da 7 a 10, persone per valutazione media data al Servizio sanitario pubblico), l’offerta medica (medici di medicina generale per 1.000 abitanti, personale infermieristico del Servizio sanitario pubblico per 1.000 abitanti, personale medico del Servizio sanitario pubblico per 1.000 abitanti, posti letto per acuti per 1.000 abitanti e indice di modernizzazione, ossia numero di Tac (tomografo assiale computerizzato), di Ali (acceleratore lineare) e di Trm (tomografo a risonanza magnetica) per 100.000 abitanti), la mobilità ospedaliera (indice di attrazione e indice di fuga dalla regione) e assistenza territoriale (ossia la presenza sul territorio di consultori materno-infantili, strutture di assistenza agli anziani, di assistenza psichiatrica, di assistenza a disabili fisici e di assistenza a disabili psichici, anziani assistiti dall’Adi).
Tab. 2 – Indicatore sintetico delle condizioni di salute nelle regioni italiane
Regione | Valore dell’indicatore sintetico |
1 Trentino-Alto Adige | 74,9 |
2 Veneto | 59,1 |
3 Friuli-Venezia Giulia | 58,7 |
4 Lombardia | 55,6 |
5 Emilia-Romagna | 55,3 |
6 Valle d’Aosta | 54,7 |
7 Abruzzo | 54,2 |
8 Puglia | 53,9 |
9 Marche | 52,2 |
10 Molise | 50,4 |
11 Toscana | 49,7 |
12 Piemonte | 48,9 |
13 Campania | 48,9 |
14 Lazio | 48,0 |
15 Umbria | 46,2 |
16 Calabria | 42,2 |
17 Liguria | 41,9 |
18 Basilicata | 39,0 |
19 Sicilia | 38,7 |
20 Sardegna | 37,9 |
L’indicatore di salute è stato costruito tenendo conto di diversi aspetti: la speranza di vita (ottenuta mediando la speranza di vita delle donne e quella relativa agli uomini), la mortalità (tasso di mortalità totale, tasso di mortalità infantile, tasso di mortalità per tumori e tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio), gli stili di vita (diffusione della pratica sportiva, incidenza delle persone di 18 anni e più obese, fumatori di 14 anni e più), l’auto-percezione dello stato di salute (% di persone che hanno valutato buono o molto buono il proprio stato di salute), prevenzione (% di persone che hanno effettuato controlli per la pressione arteriosa, per il colesterolo e per la glicemia in assenza di sintomi) e infine la morbosità (% di popolazione senza malattie croniche).
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.
Roma, 26/01/2010
Autore: Redazione FNOMCeO