Medici fiscali – Nella interrogazione si rileva che la vicenda lavorativa dei medici fiscali Inps ha inizio nel 1986 in forza di un decreto attuativo (decreto ministeriale 15 luglio 1986) della legge n. 638 del 11 novembre 1983, cui seguirono altri cinque provvedimenti attuativi, compreso quello attualmente in vigore (decreto ministeriale Lavoro 8 maggio 2008) che è appunto scaduto da più di 7 anni. La norma dettata dalla legge n. 638 dell’11 novembre 1983 diviene, a giudizio degli interroganti, anacronistica e la distinzione contrattuale tra medici fiscali delle Asl e dell’Inps, artificiosa. Nel 2000, il rapporto di lavoro dei medici fiscali con l’Inps muta, in parte, nuovamente, prevalentemente nella statuizione delle incompatibilità, in forza del decreto ministeriale del 12 ottobre del 2000. Rimangono invece sostanzialmente immutati gli elementi d’atipicità, permanendo la condizione lavorativa dei professionisti a metà strada tra il lavoro parasubordinato e subordinato, ma definito dall’Inps, a tutti gli effetti (previdenziale, fiscale), lavoro autonomo. Una collocazione lavorativa particolarmente penalizzante secondo gli interroganti per i medici fiscali poiché capace di minimizzare i diritti ed i vantaggi di tutte le tipologie di lavoro citate, dando luogo ad un regime speciale, privo di garanzie e protezioni. La riforma della Pubblica amministrazione prevede di porre in capo all’Inps il controllo dello stato di malattia dei dipendenti pubblici, con conseguente uniformità degli accertamenti al fine di controllare al meglio l’assenteismo nel settore pubblico ed ottenere risultati più in linea rispetto a quelli raggiunti nel settore privato, almeno fino al 2012, con la previsione del prioritario ricorso alle liste di cui all’articolo 4, comma 10-bis, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e successive modificazioni, cioè avvalendosi prioritariamente dei medici di controllo in forza all’Inps; è infine recente la pubblicazione di un nuovo bando per il reclutamento di medici per l’effettuazione delle verifiche di invalidità che vede, tra l’altro, precludere ai medici fiscali la possibilità di accedervi, stante tutta una serie di paletti (punteggio per specializzazioni e pubblicazioni scientifiche non quantificati soprattutto per quest’ultime). Si chiede se il Ministro interrogato intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere iniziative ispettive in merito alle risorse umane e informatiche messe a disposizione per il sistema gestito dall’Inps delle visite d’ufficio, con particolare riferimento alla riduzione dei controlli in merito alle visite su prognosi brevi, all’assegnazione delle indennità di reperibilità e disponibilità e agli impegni presi in tema di rifinanziamento del capitolo di spesa obbligatorio delle visite di controllo sul lavoro privato)
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