Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO tornerà a riunirsi a Roma, in seggio elettorale, nei giorni 20-21-22 marzo. Le operazioni di voto si terranno in via Ferdinando di Savoia 1. Lo ha annunciato il Presidente uscente Amedeo Bianco durante la sua relazione di apertura dei lavori del Consiglio Nazionale, riunitosi venerdì 27 febbraio. Il primo dopo la tornata elettorale che ha interessato i 106 Ordini provinciali. Così, hanno fatto il loro ingresso nel CN i nuovi Presidenti di Ordine che Bianco ha presentato e salutato ad uno ad uno. Ha coordinato i lavori il segretario Luigi Conte.
Bianco ha ricordato i problemi che sono all’attenzione del nuovo CN: dalla vicenda dell’Antitrust a quella del comma 566, “questioni sulle quali continuiamo ad essere impegnati” , ha detto Bianco, che ha aggiunto: “Come siamo impegnati sul tema della formazione, per non perdere il vantaggio competitivo della professione. La notizia buona è che abbiamo la nuova sede di cui siamo proprietari, non abbiamo contratto mutui. La nuova sede necessita di alcuni lavori, compresi i cablaggi. E’ già disponibile, ma sarà completamente agibile entro pochi mesi”. In una sorta di amarcord della sua Presidenza, Bianco ha ricordato alcune fasi, a partire dal 2006 ad oggi:“Ci sono stati momenti delicati, a volte anche qualche confronto acceso, ma oggi posso dire che anche le critiche mi hanno aiutato”. Bianco ha confermato che il suo impegno continuerà come senatore della Repubblica nonché come componente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, specialmente perché il Parlamento è impegnato in provvedimenti importanti come la riforma delle professioni e degli Ordini, questioni che vanno seguite passo dopo passo.
Il dibattito
Ben 23 interventi sono seguiti alla relazione di Bianco. Interventi con tonalità diverse, ma tutti centrati attorno al tema della professione medica, agli snodi che ci saranno nel prossimi mesi e anni. E’ intervenuta per prima Roberta Chersevani, Presidente di Gorizia, che, dopo aver rivolto un saluto ai nuovi Presidenti, ha illustrato un documento a sostegno della sua candidatura alla Presidenza della Federazione, “per tentare di dare risposte a temi come l’autonomia, la formazionee la responsabilità della professione, come il rapporto con le Università, con il Governo e il Parlamento e gli organismi internazionali, avendo sempre presenti i problemi dei giovani medici”.
Per Umberto Rossa, Presidente di Belluno, “la Federazione dovrà essere sempre più autorevole e incisiva nei confronti del Governo e del Parlamento e sviluppare una politica in favore dei giovani. Va ridefinito il rapporto con l’Università e occorre maggior sostegno ai piccoli Ordini”.
Salvatore (Toti) Amato, Presidente di Palermo, ha narrato di alcuni incontri tra Presidenti di Ordine che lo hanno invitato a presentare la sua candidatura alla Presidenza: “Negli anni –ha detto Amato- si è sviluppato un bel rapporto di collaborazione e di amicizia con Amedeo Bianco. Nella nuova consiliatura ci sono nodi che vanno affrontati con decisione: lungo sarebbe l’elenco, ma cito solo alcuni punti come la responsabilità civile dei medici, l’atto medico, l’Enpam, la formazione, nonché i servizi offerti ai medici, il tema dei giovani medici. Comunque, il programma è in costruzione e non esiste alcuna lista”.
Secondo il Presidente di Catania, Massimo Buscema, “l’Ordine deve cambiare, perché così com’è non esiste nella mente dei medici”. Esprimendo condivisione verso i temi toccati da Amato, ha aggiunto: “I problemi della sanità e della professione non sono stati risolti e queste sfide le abbiamo davanti”.
Maurizio Scassola, Presidente di Venezia, ha spiegato come si è arrivati al documento illustrato da Roberta Chersevani, “un documento che condivido, perché, al di là dei singoli temi, la questione centrale resta l’assunzione di responsabilità da parte della professione”.
Ottavio Di Stefano, Presidente di Brescia, ha posto l’accento sul fatto che la Federazione deve svolgere anche un ruolo culturale: “Qui si tratta disalvare il SSN e chiarire il ruolo delle professioni non mediche. La Federazione guidata da Bianco è stata vicina all’Ordine di Brescia e ha agito: ricordiamoci che la professione ha fermato il cosiddetto metodo Stamina”.
Carlo Manfredi, Presidente di Massa Carrara, è tornato a toccare temi ritenuti da lui sensibili: “Il potenziamento delle cure primarie vuol dire abbattere le barriere tra ospedale e territorio, definendo i Lea in maniera chiara. Occorre mettere in sintonia la ricerca, i bisogni dei pazienti e gli interessi dell’industria, valutare i farmaci innovativi e lanciare la lotta alla corruzione in sanità”.
Giancarlo Pizza, Presidente di Bologna, ha parlato di necessità di “salvaguardia strenua della professione”. Ha poi detto che esiste una proposta di alcuni presidenti a Toti Amato perché si candidi a Presidente, “ma non esistono liste, confrontiamoci tutti su programmi e proposte, poi i nomi”.
Raimondo Ibba, Presidente di Cagliari, ha auspicato che “il nuovo Comitato centrale sia in continuità con il precedente. Ci vuole un confronto serio e aperto sui programmi, non è una questione di schieramenti, ma di contenuti. Per affrontare le questioni aperte, occorre una cabina di regia”.
Antonio Panti, Presidente di Firenze, ha invocato “autorevolezza per la Federazione. Abbiamo troppi temi davanti, dal ddl sulle professioni a quello sugli Ordini. Non dobbiamo avere atteggiamenti autoreferenziali perché sarebbero perdenti e il programma va aggiornato con il confronto”.
Mauro Cappelletti, Presidente di Alessandria, ha ricordato funzioni e compiti della Federazione, “che è un’Istituzione, non è un sindacato, che svolge un altro ruolo. Nella Federazione si devono riconoscere tutti e la Federazione deve promuovere la compattezza della classe medica”.
Gli ha fatto eco il Presidente di Parma, Pierantonio Muzzetto, per il quale “è fondamentale l’unità della Federazione, perché è la FNOMCeO a rappresentare l’intera classe medica, com’è avvenuto in questi ultimi anni e si tratta di continuare su questa strada”.
Per Marco Collini, Presidente di Mantova, “non è possibile identificare i sindacati con gli Ordini, hanno e svolgono funzioni e ruoli diversi. Tra i problemi più gravi che la classe medica si trova davanti c’è quello della burocrazia che occupa energie e tempo nello svolgimento del nostro lavoro di medici”.
Ugo Trucco,Presidente di Savona, ha detto, tra l’altro, che “gli Ordini devono dare risposte ai problemi reali dei medici e dei pazienti. Sta a noi tutelare il decoro professionale e garantire la qualità delle cure. Occorre, nella vita interna degli Ordini e della Federazione, più democrazia per garantire maggiore rappresentatività”.
Per Guido Giustetto, Presidente di Torino, “in questa fase della vita ordinistica, è necessaria l’associazione di due temi: la difesa della professione e la difesa del SSN. In tal senso occorre sviluppare e consolidare i rapporti con le Istituzioni, con le associazioni mediche, con le società scientifiche e con le associazioni dei cittadini”.
Il Presidente di Messina Giacomo Caudo ha parlato di difesa della professione, in un quadro di condivisione nei rapporti all’interno della Federazione perché si arrivi a individuare una squadra per il governo della professione nei prossimi anni”.
Secondo Augusto Pagani, Presidente di Piacenza, “sulle cose da fare siamo d’accordo a larghissima maggioranza, ma sul metodo no: si ha l’impressione che alcune decisioni non maturino al nostro interno, ma siano già prese altrove”.
Renato Mancuso, Presidente di Enna, ha ricordato che “il caso della neonata morta nel trasporto da una città a un’altra ha dimostrato la fragilità e la criticità della sanità in Sicilia, dove la politica non supporta la sanità”. Per Mancuso, “la Federazione non è rappresentanza sindacale”.
Anna Maria Ferrari, Presidente di Reggio Emilia, ha auspicato che nella composizione dei nuovi organi dirigenti della Federazione “ci sia continuità con il passato. Tra i tanti temi aperti, è rilevante quello del rapporto con le altre professioni che operano nella sanità”.
Guido Marinoni, VP di Bergamo, ha detto che “la lista che si è formata attorno a Roberta Chersevani è frutto di mediazione tra i sindacati, ma le elezioni si fanno con i Presidenti degli Ordini, che hanno la loro autonomia. Non si tratta di lista imposta, ma proposta”.
Per Silvestro Scotti, Presidente di Napoli, “occorre sempre distinguere: una cosa sono i sindacati, altra cosa è la Federazione”. Ricordando la grande manifestazione dei camici bianchi lo scorso ottobre a Roma, ha detto: “In quella manifestazione ero dietro lo striscione della Federazione”.
Secondo Cesare Ferrari, Presidente di Trapani, “è fondamentale intendersi sul metodo con cui si va al rinnovo delle cariche della Federazione. Ci vuole chiarimento su lista e programma, prima di arrivare alla scadenza del 20-21-22 marzo”.
Roberto Lala, Presidente di Roma, ha invocato “l’unità della Federazione,perché è un valore importante. Ci vuole unità nel nuovo Comitato centrale e nel Consiglio nazionale. Mi sono sempre battuto per l’unità e in questa fase voglio rappresentare i medici che alle elezioni per gli Ordini non sono venuti a votare, perché essi sono i più fragili”.
Ha concluso lavori Amedeo Bianco, dando appuntamento al 20-21-22 marzo.
Autore: Redazione FNOMCeO