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Violenza sui minori: come riconoscerla con l’epigenetica

In questa direzione si colloca il progetto pilota “Maltrattamenti e abusi su minori: correlazioni cliniche, genetiche, epigenetiche” (vedi), avviato lo scorso dicembre dall’Istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale della ricerca (Isn-Cnr) di Catania sotto la direzione scientifica di Enrico Parano, e di recente presentato ad alcuni membri della Commissione Igiene e Sanità del Senato edella Commissione Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza. Nello studio della genesi e della fenomenologia clinica della violenza, la genetica molecolare occupa un posto di rilievo nei più recenti sviluppi della ricerca scientifica. Una parte importante del progetto dell’Isn-Cnr è riservato, in particolare, all’epigenetica, branca della biologia molecolare che studia la manifestazione della sequenza genetica in relazione ai cambiamenti esterni – alterazioni in questo caso correlate o correlabili a determinate neuropsicopatologie del comportamento, come il Disturbo Post Traumatico da Stress. Riconoscendo la violenza attraverso i fattori clinici, genetici ed epigenetici, sarebbe quindi possibile interromperne il ciclo e stabilire nuovi programmi preventivi, diagnostici e terapeutici. Questo il senso del progetto, finalizzato in prima battuta a una riduzione delle violenze in atto, che in base ai dati del Telefono Azzurro raccolti nell’ultimo quinquennio interessano più della metà delle segnalazioni ricevute. Nella popolazione adulta le ricadute riguarderebbero invece la rilettura di alcune patologie con conseguente adeguamento di profilo diagnostico e piano terapeutico, oltre a consentire più approfondite riflessioni sulle implicazioni transgenerazionali del fenomeno.    

Autore: Redazione FNOMCeO

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