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Vespolate: una tragedia per tutti i familiari

Ieri, in provincia di Novara, una tragedia familiare: un padre ha ucciso il figlio autistico, ventiduenne, e ha poi tentato di togliersi la vita. La solitudine e la disperazione che portano ai gesti estremi non si possono riassumere in poche battute, ma impongono un momento di riflessione condivisa. Riceviamo e pubblichiamo le parole di una persona che conosceva la famiglia e che conosce l’autismo come mamma: Benedetta Demartis, presidente di Angsa Novara e del Coordinamento Autismo Piemonte, che riunisce 16 associazioni di familiari del territorio piemontese, oggi tutti in lutto.        

"Ho appreso stamattina [ieri, martedì 8 novembre, N.d.R.]  della tragedia capitata a Vespolate.

Papà Pietro ha ucciso Andrea, ragazzo autistico di 22 anni, e poi ha cercato di togliersi la vita. Mi dicono che è ricoverato gravissimo all’ospedale di Novara.

Conosco la famiglia di Andrea da tanti anni perché il ragazzo era seguito nel nostro Centro per l’autismo.

Angela, la sua mamma, è morta un anno fa consumata da una malattia che ha combattuto con coraggio fino alla fine. Proprio perché sentiva accorciarsi velocemente il tempo che le rimaneva da vivere, Angela e Pietro si sono messi alla ricerca di una struttura che ospitasse il loro ragazzo e che diventasse la sua nuova casa. In quel periodo con lei abbiamo parlato spesso del ‘dopo di noi’ e dell’angoscia che ci attanaglia il cuore pensando al futuro. Ho incoraggiato Angela a cercare per tempo il posto adatto a Andrea, per evitare a lui il trauma di un cambiamento repentino e per dare tempo a loro genitori di vederlo inserito e sereno nella sua nuova vita. Infatti Andrea è stato inserito a Casa Nazaret gradatamente, e questo ha facilitato le cose.

Dopo la morte di Angela ho visto e sentito telefonicamente Pietro, il padre di Andrea, che mi raccontava della sua nuova vita senza Angela di cui sentiva moltissimo la mancanza. Mi diceva però che Andrea era sereno nella sua nuova casa e che lui lo portava a casa nel fine settimana. Mi raccontava che faceva volontariato nella struttura che ospita Andrea, e che cosi poteva stargli vicino e rendersi anche utile con gli altri.

La dignità e serenità con cui questi genitori hanno affrontato una vita tanto difficile e dolorosa è stata di grande insegnamento per le famiglie che frequentano il Centro per l’autismo.

Mai avremmo immaginato quello che Pietro ha poi fatto.

Nessuno ha colto in lui i segnali che precedono azioni di questa portata. Deve essere stato un momento di grande sconforto che lo ha fatto agire d’impulso. È davvero una grande tragedia umana.

Angsa con tutti i soci e gli operatori del centro per l’autismo che hanno conosciuto Andrea oggi piangono e si stringono intorno a questo papà, che ha scelto di smettere di soffrire cosi tanto.

Dobbiamo diventare più capaci, noi associazioni, le istituzioni con i servizi, e tutta la collettività, a dare risposte adeguate ai bisogni dell’autismo e a queste famiglie, che devono tutti i giorni e per tutta la vita affrontare un percorso tanto tanto difficile".

Benedetta Demartis

Autore: Redazione FNOMCeO

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