Caso Vitaldent: prosegue l’indagine di Striscia

Mentre in Senato si votano gli emendamenti al DDL Concorrenza riguardanti le società che si occupano di servizi odontoiatrici, continua l’inchiesta di Striscia La Notizia sulle cliniche Vitaldent.

L’indagine di Valerio Staffelli ha preso il via, lo ricordiamo, il 17 febbraio, all’indomani dell’arresto, in Spagna, dei vertici della Vitaldent: quali sarebbero state – si chiedeva l’inviato – le ripercussioni in Italia? (Vedi qui il servizio).

Lunedì scorso, 29 febbraio, una nuova puntata andava a fare luce sulle modalità di acquisto, da parte degli studi in franchising, del materiale odontotecnico. Staffelli si è dunque recato a Milano, sede italiana della Società, per chiedere come sia stato possibile a Vitaldent acquistare materiale sanitario, visto che questa pratica, per legge, è consentita solo a Odontoiatri iscritti all’Albo. Ancora una volta, nessuna risposta. Sull’argomento è intervenuto anche, in rappresentanza della Cao, Sandro Sanvenero, che ha tracciato il quadro della normativa, come riporta, il giorno seguente, anche Odontoiatria33.

Ieri sera, 1° marzo, un nuovo episodio si è aggiunto alla serie: Staffelli ha intervistato alcuni pazienti rimasti vittime della chiusura degli studi, perdendo quanto versato – come da prassi, in anticipo – per il piano di cure, poi non portato a termine. Il comportamento finanziario, secondo Striscia, era consolidato: tutti gli studi chiudevano con il bilancio in rosso (quello di Roma, a –435 mila euro, quello di Genova a –213mila euro e via dicendo), spesso il titolare scompariva, lasciando i pazienti senza cure. In un caso, lo studio è stato chiuso perché il direttore esercitava abusivamente la professione.

Come difendersi? Striscia ha sentito un delegato dell’associazione di consumatori Aduc, che ha consigliato di fare una “diffida ad adempiere”. A conclusione del servizio, sono stati ascoltati alcuni pazienti che lamentano di aver subito danni alla salute.

E non finisce qui: in una delle prossime puntate, a fare il punto, sarà chiamato il presidente CAO Giuseppe Renzo. Che, in occasione, sabato scorso, degli Stati generali dell’Odontoiatria, ha ribadito, ancora una volta, a gran voce che “la Professione odontoiatrica non è un’impresa per la vendita di prodotti” e ha invocato “regole certe a tutela del diritto alla salute della persona, principio non commerciabile”. A fornire un resoconto dell’incontro sono, tra gli altri, Odontoiatria33, Adnkronos, Quotidiano Sanità.

Intanto in Parlamento ferve il dibattito: 23 senatori hanno firmato un’interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri dello Sviluppo Economico, della Salute, della Giustizia, del Lavoro dell’Economia e Finanze di tutelare i pazienti perché – sottolineano –  “le società che offrono servizi odontoiatrici non sono obbligate ad avere all’interno dei loro consigli di amministrazione figure iscritte all’Ordine dei medici e degli odontoiatri e per tal motivo spesso perseguono politiche societarie puramente commerciali e orientate alla sola logica del profitto”.

La notizia, pubblicata anche sul Portale Fnomceo, è stata ripresa da Ansa, Adnkronos (questi lanci, a loro volta, sono riportati sui siti di molti giornali on line, da Il Tempo, a Focus, a Panorama) Agenparl, Quotidiano Sanità, Odontoiatria33.

Ieri, altra interrogazione, questa volta alla Camera, sull’”Indagine Smile” che ha portato all’arresto, in Lombardia, di 23 persone con capi di accusa gravissimi, e ha riguardato “un diffuso sistema di corruzione per la gestione di servizi odontoiatrici”.

Un sistema che non accenna a declinare. Il Corriere della Sera, edizione Brescia,  ancora questa mattina titola infatti: “Sanità e dentisti, il giallo del direttore”. Il nuovo caso è quello degli ambulatori odontoiatrici Servicedent Srl di Pisogne, per i quali – scrive Il Corriere – “non si sa chi sia il responsabile sanitario”. E – sottolinea sempre il quotidiano – “non lo sa neppure l’Asl di Valle Camonica che, nel 2013, assegnò l’appalto alla società dell’impreditrice Paola Canegrati, arrestata nell’inchiesta di Monza sul malaffare nella sanità lombarda”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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