Si è svolto il 31 maggio, all’Hotel Porro Pirelli di Induco Olona, il Convegno “Come cambia la professione medica”, promosso dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Varese.
“Il medico cambia perché è cambiata la società: – afferma Pier Maria Morresi, presidente dell’Ordine ospite – i medici vogliono essere attori partecipi del cambiamento, assumendosene tutte le responsabilità”.
“E sono molti i cambiamenti sociali, scientifici, tecnologici, che sollecitano la professione medica in questo momento. – gli fa eco Amedeo Bianco, presidente FNOMCeO, che è intervenuto al Convegno, concludendone i lavori – Le innovazioni tecnologiche e la sostenibilità dei sistemi sanitari, che costano sempre di più perché la vita si allunga– ha sostenuto – sono le motivazioni che inducono alla necessità del cambiamento”.
Numerosi gli interventi, da parte di tutti gli interlocutori della professione. L’Università era rappresentata da Giuseppe Armocida, Professore di storia della Medicina e direttore del Dipartimento di Medicina e Sanità pubblica dell’Università dell’Insubria, che ha parlato di “una generazione di medici impegnati a costruire senza conoscere il progetto finale. Una condizione di incertezza e cambiamento in cui la formazione universitaria resta un passaggio fondamentale”.
La voce della Politica era affidata, invece, al senatore varesino Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato, il quale ha dichiarato che per la migliore gestione del sistema Sanitario nazionale, che, a suo avviso deve comunque restare pubblico, universalista, è necessaria una corretta integrazione del privato. “L’accesso alle prestazioni deve essere concreto e reale, le carriere devono essere legate a meritocrazia e competenza, e dobbiamo inserire prestazioni nuove che la medicina tradizionale non poteva prevedere” ha perciò concluso il senatore.
Al Convegno si è discusso soprattutto della formazione del medico, che va adeguata alla società che cambia, alla sfida dell’economicità e della razionalizzazione delle risorse, e, soprattutto, alle nuove necessità del malato.
“Si tratta di un vero e proprio cambiamento antropologico – ha sottolineato Ivan Cavicchi, professore di Filosofia della Medicina all’Università Tor Vergata di Roma – che ci ha fatto registrare il passaggio dal paziente all’esigente: il paziente di oggi è informato, non chiede solo scienza, ma anche relazione e confronto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Federico Visconti, varesino, ordinario di Economia Aziendale all’università bocconi di Milano: “È necessario riequilibrare la situazione – ha sostenuto. – Occorre una ricerca che, coniugando teoria e pratica, si radichi nella realtà e non nella speculazione”.
Al termine del Convegno, è stato votato un Ordine del Giorno, che alleghiamo, dove i medici sostengono l’utilità di un miglioramento e di una maggiore trasparenza nel rapporto tra medico e paziente. Una mozione di cui l’ordine di Varese si farà promotore anche a livello nazionale. Anche secondo Bianco, del resto, è necessario e urgente un cambiamento: “La sfida che abbiamo di fronte – ha detto a conclusione dei lavori – è quella di trasferire nel presente i valori della nostra storia e della nostra tradizione, come la vicinanza al cittadino e la capacità di rispondere al meglio alle sue richieste”.
Autore: Redazione FNOMCeO