COMUNICATO STAMPA del 16 giugno 2012
Quali sono i dilemmi bioetici posti dalle nuove tecnologie mediche? E la “vecchia” medicina, quella che passa attraverso l’osservazione clinica, il martelletto, il fonendoscopio, è proprio tutta da buttare?
Per fare una panoramica su “Le nuove frontiere del pensiero medico: dal binomio medico-paziente alle nuove tecnologie”, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e Odontoiatri ha organizzato oggi 16 giugno, a Terni, in collaborazione con il locale Ordine, un incontro – dibattito tra medici, bioeticisti, filosofi, economisti, rappresentanti delle associazioni di cittadini-pazienti.
E non è un caso che si sia scelta proprio Terni per tracciare il moderno bagaglio – di deontologie, di tecnologie, di saperi e di riferimenti culturali – del professionista del Terzo Millennio. È qui, infatti, che dal 1992 ad oggi si sono registrati e siglati i grandi cambiamenti di questi ultimi anni: ricordiamo il Documento sulle Medicine non Convenzionali e quello sul Testamento Biologico, tanto per citarne due.
“Tra la figura del Medico e quella del suo Assistito si è oggi prepotentemente inserita una sorta di interfaccia tecnologica – spiega il presidente dell’Ordine di Terni, Aristide Paci -. Il che ha sicuramente agevolato la soluzione dei problemi ma ha, nel contempo, reso più fragile il contatto fra due persone, facendo divenire il processo diagnostico-terapeutico una procedura a volte arida ed impersonale mentre il ruolo della macchina ha assunto un peso sempre più significativo- E il rischio è quello di relegare in un secondo piano l’approccio diretto fra Medico e Paziente”.
“L’Ordine dei Medici, punto di riferimento per la Deontologia – aggiunge il presidente nazionale, Amedeo Bianco – non è chiamato soltanto a vigilare sulla condotta professionale dei propri iscritti a garanzia del rispetto delle regole ma, attraverso un costante processo di formazione, deve assicurare al cittadino anche una risposta di cura che non tralasci il fondamentale rapporto di umana empatia”.
Il Convegno – che è stato preceduto ieri dalla riunione, in seduta plenaria, della Consulta Deontologica della FNOMCeO, riunita in seduta plenaria – si è aperto con una lectio magistralis sulla “Relazione medico-paziente” del filosofo Dietrich von Engelhardt e si è concluso con l’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine.
Al dibattito hanno preso parte, oltre ai rappresentanti della FNOMCeO, il sociologo Ivan Cavicchi, il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, la coordinatrice nazionale del Tribunale Diritti del malato, Francesca Moccia, e l’economista Federico Spandonaro.
Tanti punti di vista diversi, per un quadro “a tutto tondo” della nuova Professione medica, che, chiosa Paci, “ha subito vari rimodellamenti, influenzati anche da fattori economici (la riduzione delle risorse), culturali (l’avvento di internet), burocratici e legislativi, con il conseguente aumento delle pratiche di medicina difensiva”.
L’intenzione non è certo quella di resuscitare la figura romantica del medico. “Bisognerà piuttosto reintrodurre nell’atto medico, sempre più impersonale e tecnologico, umanesimo e scienza; coscienza e responsabilità; fiducia e speranza – conclude Paci -. Perché se lo scienziato ha di fronte a sé un oggetto, non dobbiamo mai dimenticare che il medico si rapporta con un soggetto, una persona, una storia”.
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Autore: Redazione FNOMCeO