Medici ex condotti – Nell’interrogazione si rileva che numerosi medici ex condotti hanno chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con vari atti, in ultimo nel mese di aprile 2014, di procedere all’ottemperanza delle sentenze del tribunale amministrativo regionale del Lazio — I sezione bis — n. 649 del 1994 e del Consiglio di Stato — IV sezione — n. 2537 del 2004; con tali pronunce è stato disposto l’annullamento dell’articolo 133 del decreto del Presidente della Repubblica n. 384 del 28 novembre 1990, recante “Regolamento per il recepimento delle norme risultanti dalla disciplina prevista dall’accordo del 6 aprile 1990 concernente il personale del comparto del Servizio sanitario nazionale, di cui all’articolo 6, decreto del Presidente della Repubblica 5 marzo 1986, n. 68”, nella parte in cui era stato previsto il congelamento del trattamento economico della categoria e la esclusione dal percepimento delle indennità previste per il restante personale medico e questo in violazione del principio della perequazione retributiva, di cui all’articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica n. 761 del 1979; nonostante questo, le sentenze non sono state ottemperate per il periodo contrattuale previsto, per cui le retribuzioni della categoria non sono mai state rideterminate in misura adeguata, con notevole pregiudizio economico per gli interessati, il cui credito complessivo in essere è oltremodo rilevante e, maggiorato di interessi e rivalutazioni dal 1988 ad oggi, costituirà un gravoso onere di pagamento da parte dello Stato; nel corso dell’iter della legge di stabilità per il 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 208), in 5a Commissione permanente (programmazione economica e bilancio) del Senato della Repubblica, è stato accolto dal Governo — nella persona del Vice Ministro Morando — un ordine del giorno su tale tema; tale ordine del giorno impegnava il Governo “ad assumere iniziative in ordine al pagamento delle somme dalle sentenze definitive stabilite in favore degli aventi diritto, a valutare la definizione di ogni pendenza anche attraverso una soluzione transattiva di quanto sopra esposto, consentendo in tal modo un notevole risparmio di spesa per la pubblica amministrazione, che diversamente sarà giudiziariamente costretta a soggiacere ad oneri ulteriori molto pesanti in termini di interessi, rivalutazione monetaria e risarcimento dei danni sofferti dagli appartenenti alla categoria nonché ad assumere iniziative volte alla rideterminazione con effetto retroattivo della intera disciplina contrattuale che ha disciplinato a far tempo dalla entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 384 del 1990 l’inquadramento economico del personale medico ex condotto, in ottemperanza delle sentenze del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, Sezione I bis, n. 640 del 1994 e del Consiglio di Stato, Sezione IV, n. 2537 del 2004 ed in conformità al principio della perequazione retributiva in esse sancito, con ogni conseguenziale determinazione ed adempimento anche in ordine al pagamento delle maggiori somme derivanti dalla esecuzione delle predette sentenze definitive a favore degli aventi diritto”. Si chiede quali orientamenti i Ministri interrogati intendano esprimere, in riferimento a quanto esposto in premessa, e, conseguentemente, quali iniziative di competenza intendano intraprendere per porre rimedio alla questione dei medici ex condotti, anche al fine di evitare aggravi di spesa al bilancio dello Stato, derivanti da ulteriori rivalutazioni giudiziarie.
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