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Alla ricerca di una nuova filosofia per la medicina: convegno a Firenze il 24 gennaio

Da tempo sono visibili i segni di una crisi della medicina, crisi che nasce dai cambiamenti della società, dai numerosi condizionamenti e dai problemi finanziari che inevitabilmente ne limitano l’autonomia, da uno sviluppo scientifico che paradossalmente rischia di essere la prima fonte di disuguaglianze.Per tutte queste ragioni, epocali e contingenti, la medicina probabilmente ha bisogno di un ragionevole ripensamento che ne riattualizzi i valori, i contenuti, i modi.

Nel dibattito ormai aperto da alcuni anni tra gli addetti ai lavori, si inserisce con autorevolezza il convegno in programma il 24 gennaio a Firenze sul tema “Una filosofia per la medicina”, (il titolo è mutuato dal recente volume di Ivan Cavicchi) una iniziativa promossa dal Centro Oncologico Fiorentino – CFO che di fatto si inserisce nel percorso di riflessione sul sistema sanitario tracciato dall’importante convegno nazionale “Pensare per la professione” svoltosi a Padova nell’ottobre del 2009 per iniziativa dell’Ordine e della FNOMCeO.

Il programma del convegno, dopo la relazione introduttiva di Maurizio De Scalzi (Presidente CFO), prevede la sessione mattutina, moderata dal Leonardo La Pietra, Direttore Sanitario IEO e da Antonio Panti, Presidente OMCeO di Firenze, sul tema “Ripensare la Medicina”. Parteciperanno a questa prima parte dei lavori I. Cavicchi (Università Tor Vergata – Roma), A. Manto (Direttore Pastorale Sanità CEI), E. Garaci ( Presidente Istituto Superiore Sanità), M. Benato ( Presidente OMCeO Padova), V. Tambone (Direttore Campus Biomedico – Roma), A. Fabris ( Univerità di Pisa), A. Pezzullo (Segretario SPI Campania) , G. Del Vecchio ( ASL di Bergamo), G.M. Rossolini (Preside Facoltà di Medicina – Siena), G. Melotti (Presidente SIC) e F. Spandonaro ( Università Tor Vegata).

La sessione pomeridiana sarà dedicata ad una tavola rotonda dal titolo “L’agenda per oggi : le risorse e i bisogni”, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco e del Presidente nazionale IPASVI Annalisa Silvestro.

“In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un importante cambiamento della medicina", ha detto Maurizio Benato, tracciando le linee del suo intervento, dai chiari contenuti filosofici, dal titolo “Malato, Essere, Persona”.

“Grazie all’evolversi della scienza e della tecnica, assistiamo da una parte al prolungamento della vita media, dall’altro alle sfide mossa al medico da problematiche sempre nuove, come il rapporto tra la qualità della vita e le scelte terapeutiche adottate, la bio-etica del suo operare , il perpetuarsi del predominio delle affezioni degenerative e croniche e infine l’importanza dell’assistenza all’ammalato quando la cura non è più possibile”.

“La medicina inoltre – ha aggiunto Benato – sostenuta dalla necessità pratica di rispondere ai bisogni di salute, si e’ arricchita di tante opportunità per rispondere al benessere psichico del paziente e si sta addirittura imponendo come opportunità offerta per potenziare la fisicità. Sono tutti aspetti, questi, che pongono diverse nuove domande cui occorre dare risposte. Una medicina che fino a ieri veniva ‘celebrata’ esclusivamente nei grandi poli scientifici ed ospedalieri dove imperava una medicina autoreferenziale e che invece adesso deve ripensare se stessa in relazione ai nuovi cambi di paradigma presenti nella scienza , nella sociologia della salute, nell’organizzazione della società e nell’etica”.

“In conclusione dobbiamo prendere atto che l’oggettività della nozione di malattia si è dissolta e con essa l’oggettività della nozione di realtà. Oggi la medicina non viene più considerata scienza naturale, ma scienza umana per la preponderanza dei fattori sociali nella genesi delle malattie e per la difficoltà di individuare i nessi eziologici. Lo stesso confine tra malattia e salute appare culturalmente determinato. Perciò acquistano sempre più importanza le componenti psicologiche ed ermeneutiche della medicina e del medico, la dimensione soggettiva dei sintomi e le impressioni cliniche del medico
Ma non basta. Le conseguenze che si pongono davanti a noi inducono a pensare che il sapere medico deve confrontarsi con l’esistenza di altri saperi, assai diversi ma altrettanto efficaci nei rispettivi contesti, che non si può più attribuire un ruolo universale e una validità preferenziale alla medicina occidentale e che la contestualizzazione della malattia mette in crisi la struttura malattia/salute come si è evoluta nella nostra cultura rendendo ambiguo e tutt’altro che chiaro il concetto di malattia
”.

“Ecco quindi , ed è questo il filo conduttore del convegno di Firenze, che emerge la necessità di restituire al mondo della medicina una visione complessiva unitaria – ha concluso il presidente di Padova – cercando di integrare le due visioni che, separatamente, da sempre rappresentano le due entità di una visione unica: la visione scientifica e quindi razionale del medico e quella del vissuto esistenziale, e quindi emotiva , del paziente”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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