“Mitologia della salute e false argomentazioni: l’era delle bufale”. Questo il titolo del corso accreditato per medici e giornalisti, che ha occupato il pomeriggio di sabato 6 maggio a Dogliani (CN), nell’ambito del Festival della Tv e dei nuovi media, incentrato quest’anno sul concetto di “frontiere”.
Nel caso dell’evento che ha visto la partecipazione della FNOMCeO, di medici e giornalisti, le “frontiere” sono da intendersi come confine tra il vero e il falso, tra notizie medico-scientifiche accreditate e “bufale". Il corso è frutto dell’iniziativa congiunta FNOMCeO, OMCeO di Torino ed EACI, European Association on Consumer Information.
Le ricorrenti “notizie” su trattamenti miracolistici per importanti patologie hanno posto la comunità scientifica nella condizione di dovere combattere per affermare la verità contro le bugie messe in giro a volte da soggetti in buona fede che sbagliano, ma più spesso costruite ad arte da autentici cialtroni, che da queste operazioni traggono arricchimento personale. E il confronto non è mai facile perché è arduo convincere chi ha una propria “fede”, anche se palesemente errata. Non è facile anche portando argomentazioni con base scientifica dimostrabile e dimostrata.
Ma la comunità scientifica non può e non deve mollare perché coloro “che attirano persone nella rete di false terapie illusorie e pericolose rubano tempo alle cure di provata efficacia”, come ripete Roberta Chersevani, Presidente FNOMCeO, che ha aperto i lavori del corso, a Dogliani, affermando: “Oggi qui è stato avviato il percorso giusto, perché stiamo creando una bella collaborazione tra tutti coloro che hanno a cuore la tutela della salute dei cittadini e della collettività”.
L’evento, condotto da Cosimo Nume, Presidente OMCeO di Taranto e Responsabile Area strategica comunicazione FNOMCeO, si è articolato in tre sessioni e in una tavola rotonda conclusiva.
Michele Mirabella, giornalista Rai3 e socio Eaci, ha ricordato le sue esperienze di conduttore di Elisir e il suo impegno per fornire ai telespettatori notizie scientificamente dimostrate e pertanto valide, sostenuto in questo dall’intervento di Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina alla Sapienza, che, tra l’altro, ha detto: “Più si spiega agli anti-vaccinisti l’importanza dei vaccini, più loro si radicalizzano. Può funzionare la corretta informazione se personalizzata per il loro figlio, ma se si parla della soglia del 95% non interessa a nessuno, come ha anche rilevato il Censis”.
Secondo Silvia Bencivelli, medico e giornalista Rai3, “Internet non ha aumentato la circolazione delle bufale, che ci sono sempre state: basti pensare alla credenza diffusa di Nerone che dette fuoco a Roma. Impossibile perché quella sera era ad Anzio. In ogni caso, è ormai chiaro che ci sono soggetti più portati di altri a credere alle bufale”.
“Il vaccino non è un’opinione” è il pensiero di Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano, ed è il titolo del suo libro. “I vaccini hanno salvato milioni di vite e non reggono le presunte cause di malattie indotte dai vaccini. Il risultato dell’ondata antivaccini è che parte della gente ha smesso di vaccinarsi. Nel caso del morbillo, è stata raggiunta e perduta l’immunità di gregge e se questo avviene ci rimettono bambini e adulti. Già nel 2015, la California ha imposto la vaccinazione obbligatoria nelle scuole”. Burioni ha citato alcune frasi fatte, luoghi comuni, autentiche bugie pericolose, come “non è necessario vaccinarsi”, “se non mi vaccino sono fatti miei”, “e’ un complotto di big pharma”, “chi non si vaccina sta meglio”. Burioni ha concluso: “Queste sono affermazioni gravi e se a farle è un medico, quel medico deve essere radiato dall’Albo”.
Sergio Della Sala, professore di Neuroscienze ad Edimburgo, ha sostenuto che “il cervello non è un computer, ma compie errori. Spesso la nostra mente costruisce immagini che non esistono. Le pseudoscienze sono pericolose perché usano il linguaggio della scienza, senza esserlo. Siamo in presenza di un diffuso analfabetismo scientifico rispetto al quale l’informazione non sempre aiuta”
Diversi gli interventi nella tavola rotonda. Guido Giustetto, Presidente OMCeO di Torino, ha rilevato: “Non tutti i colleghi la pensano come noi, ma occorre distinguere tra coloro che sono in malafede e coloro che invece sono in buona fede. Ma è chiaro che l’azione disciplinare spetta agli Ordini”.
Alessandro Conte, coordinatore gruppo “Progetto fake news” della FNOMCeO, ha spiegato il percorso fin qui seguito dal gruppo di lavoro per l’elaborazione di un progetto e degli strumenti adeguati rivolti ai medici e ai cittadini.
Gianluigi D’Agostino, Presidente CAO di Torino, ha parlato delle cure odontoiatriche low cost, “che promettono guarigioni con soluzioni miracolose che non esistono, un fenomeno in espansione che coinvolge altri Paesi dentro e fuori l’UE”.
Ilario D’Amato, giornalista, ha spiegato la vicenda del cosiddetto “metodo Hamer” basato su “teorie pericolosissime. Hamer, radiato nel lontano 1986, ha continuato ad operare lasciandosi alle spalle una lunga scia di morti”. Circa la diffusione di notizie fasulle, per D’Amato, “l’Ordine dei Giornalisti deve intervenire come fanno gli Ordini dei Medici”.
Michelangelo Coltelli, fondatore e admin di “Butac-Bufale un tanto al chilo”, ha detto: “Il ciarlatano continua a fare il ciarlatano, che sia medico o no. Gli Ordini dei Medici stanno intervenendo in maniera seria, ma anche noi stiamo facendo la nostra parte, avendo qualcosa come 100 mila contatti al giorno, in questa Italia che è un Paese di analfabeti digitali”.
Alice Pignatti, autrice del libro “Io vaccino”, ha auspicato scuole di formazione per medici e giornalisti, perché la questione è culturale, in una situazione in cui è assente il Ministero della Pubblica Istruzione”.
In allegato la rivista dell’OMCeO di Torino su cui è possibile leggere l’intervista a Sergio della Sala, Silvia Bencivelli, Alessandro Conte, con un editoriale di Cosimo Nume.
Autore: Redazione FNOMCeO