Risoluzione: Applicazione delle linee guida in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica – Nella Risoluzione si rileva che il decreto del Ministro della salute dell’8 agosto 2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 ottobre 2014, n. 243 contiene le linee guida in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica, che prevedono per i praticanti detta attività una certificazione basata su una serie rilevante di accertamenti clinici e diagnostici.
Molte associazioni sportive e palestre non essendovi distinzione fra attività non agonistiche e ludico motorie in termini di impegno fisico del praticante, caratteristiche e tipologia dell’attività, richiedono comunque una certificazione medica per attività non agonistica, la quale risulta quindi spesso essere inappropriata oltreché onerosa. L’obbligatorietà di una certificazione sanitaria per accedere a determinate attività è una misura impegnativa e onerosa, dissuasiva verso un comportamento, la pratica dell’attività motoria e sportiva, universalmente riconosciuto come un fenomeno di alto valore sociale e civile, oltreché fondamentale per la diffusione di sani stili di vita e per la prevenzione sanitaria e dovrebbe, pertanto, essere utilizzata in modo rigoroso e non per surrogare, con un atto medico legale, la necessità di una presa in carico delle persona che assicuri controllo, indicazioni ed assistenza costante da parte del medico sulle ricadute sanitarie di ogni scelta relativa ai liberi comportamenti individuali degli assistiti. Nella Risoluzione si impegna tra l’altro il Governo a garantire l’uniformità dell’applicazione del decreto ministeriale citato in premessa su tutto il territorio nazionale, riaffermando con chiarezza la scelta del legislatore di separare l’auspicabile valutazione ed il monitoraggio delle condizioni di salute di coloro che vogliano svolgere attività ludico motoria dall’inopportuna certificazione di tipo medico legale che non deve essere assolutamente richiesta e a contrastare la proliferazione di accertamenti clinici e diagnostici conseguente all’aumento delle certificazioni medico sportive inappropriate che stanno creando inefficienze nel sistema sanitario, oneri a carico dei cittadini, grave diminuzione dell’avviamento e mantenimento nella pratica sportiva e motoria, soprattutto per le fasce più disagiate della popolazione. L’On. Filippo FOSSATI intervenuto nella seduta della Commissione Affari Sociali del 30 giugno 2015 rileva che il decreto Balduzzi definisce l’attività ludico motoria, ma l’attribuisce esclusivamente ai non tesserati alle associazioni sportive e conferma per i tesserati qualsiasi sia l’attività che svolgono, la necessità della certificazione non agonistica, rafforzando e disciplinando gli accertamenti preventivi, imponendo di conservare i dati, rendendola dunque un processo impegnativo e responsabilizzante di risorse e indagini per i certificatori. Rileva che il volume di accertamenti che si sta producendo aumenta le liste di attesa. Produce un carico economico pesante sulla fascia più debole (e più bisognosa di sport) della popolazione o, in caso di prescrizioni “generose”, un carico pesante per il sistema sanitario nazionale. Si diffonde un atteggiamento da “medicina difensiva” per il quale i medici, accertata la qualifica di “tesserato” del richiedente indicazioni per l’attività sportiva sconsigliano o caricano di accertamenti inappropriati intimoriti dalla possibilità di contenzioso in caso di evento avverso. Pierpaolo VARGIU, Presidente, ritiene che, pur con i limiti insiti nello strumento della risoluzione, la Commissione Affari Sociali possa aiutare a trovare una soluzione in tempi rapidi, anche aiutando il Governo a risolvere le problematiche in atto. Il sottosegretario Vito DE FILIPPO, nel ricordare che il deputato Fossati segue da tempo in maniera estremamente puntuale il tema oggetto della risoluzione, riconosce che l’attuale quadro regolatorio ha sicuramente bisogno di una revisione per risolvere alcuni punti critici. Segnala in proposito che il gruppo di lavoro tecnico che opera presso il Ministero non è sinora riuscito ad assicurare una maggiore uniformità a livello regionale ed osserva che la richiamata adozione, posteriormente alla presentazione della risoluzione, della nota esplicativa del decreto del Ministro della salute dell’8 agosto 2014 dimostra che la disciplina sulla materia ha bisogno di continui aggiustamenti.
Passando al contenuto della risoluzione, dichiara di condividere pienamente il contenuto degli impegni di cui alle lettere a), b) e c). La Commissione Affari Sociali nella seduta del 1 luglio 2015 ha proseguito la discussione della risoluzione in titolo. Maria AMATO sottolinea che vi sono numerose situazioni, da sport estremi come il base jumping o l’alpinismo, alle partite di calcio a 5 tra amici o alle uscite in bicicletta, che possono comportare rischi, specie dal punto di vista cardiaco, ma che non richiedono certificazione medica. Osserva, quindi, che l’attuale disciplina della certificazione non si basa su dati scientifici e che in ogni caso esami come l’ECG, anche sotto sforzo, non possono garantire la totale assenza di possibili complicazioni. Ritiene, pertanto, che si debba privilegiare, nell’ambito della promozione di uno stile di vita sano, un approccio basato su efficaci campagne di comunicazione che invitino a svolgere attività sportive ma comportandosi in maniera prudente e tenendo conto delle proprie condizioni fisiche. In conclusione, ribadisce la sua totale condivisione delle considerazioni svolte dal collega Fossati nell’illustrazione della risoluzione. Filippo FOSSATI, nel condividere l’intervento della collega Amato, auspica che si possa giungere ad un superamento dei problemi posti della certificazione sulla base di una presa in carico complessiva da parte dei medici di base e tenendo conto di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi europei. Ribadisce che occorre rimuovere gli ostacoli allo svolgimento di una sana attività ludico motoria. Manifesta disponibilità a rivedere il quarto impegno della risoluzione come richiesto dal Sottosegretario De Filippo nella seduta precedente. Il sottosegretario Vito DE FILIPPO propone di riformulare la prima parte del quarto impegno prevedendo la promozione di iniziative con le regioni al fine di assicurare, almeno per i minori, gli anziani e i disabili, la sostenibilità delle prestazioni sanitarie finalizzate alla pratica sportiva. Filippo FOSSATI accetta la proposta di riformulazione, osservando che il pieno accoglimento di quanto previsto dall’impegno di cui alla lettera c) potrebbe risolvere alla radice la maggior parte delle situazioni a cui si riferisce l’impegno successivo. Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che il tema in discussione presenta alcune analogie con il provvedimento sul rischio professionale all’esame della Commissione, posto che anche nell’ambito della certificazione sportiva si corre il rischio di un approccio difensivo. Il sottosegretario Vito DE FILIPPO ricorda che nelle note esplicative ministeriali si affida al CONI il compito di individuare le soluzioni idonee anche ad assicurare il rispetto degli impegni previsti dalla risoluzione in discussione. Filippo FOSSATI sottolinea l’esigenza di un monitoraggio del Governo rispetto ad un esito soddisfacente delle attività del gruppo di lavoro tecnico costituito presso il Ministero della salute. Donata LENZI ritiene preferibile una pausa di riflessione prima della votazione della risoluzione. Pierpaolo VARGIU, presidente, prendendo atto della richiesta della collega Lenzi, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.