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Parola ai presidenti/3 – Raimondo Ibba, OMCeO Cagliari: siamo medici, non contabili della grande distribuzione

Questa volta attraversiamo il Tirreno e sbarchiamo in Sardegna per intervistare Raimondo Ibba, Presidente OMCeO di Cagliari, un Ordine molto attivo nel rapporto con gli iscritti. Edita una rivista on line e cartacea, “Omeca”, che nel numero di luglio, ha in copertina un’immagine a colori della spiaggia della Pelosa, Stintino. Quasi a voler far vedere un ambiente incontaminato, mentre Ibba in questa intervista si rammarica per i guasti che sono stati prodotti all’ambiente, un ambiente che sfascia e la sanità paga i costi del danno, “una follia demenziale” la definisce Ibba, che annuncia eventi per la riaffermazione del ruolo dei medici, che il sistema vorrebbe trasformare in contabili.

Qual è la sua valutazione sull’attuale situazione del Servizio Sanitario Nazionale e della politica nazionale in materia di Sanità?
Rilevo che purtroppo non esiste oggi, e non esisteva neppure ieri, un Servizio Sanitario Nazionale inteso come sistema uniforme di garanzia per la salute dei cittadini esteso sul territorio del Paese, perché manca una progettualità di sistema che, prima sul piano culturale nei confronti dei cittadini, poi sul piano dell’eziopatogenesi delle principali forme morbose di natura degenerativa, che creano i costi cronici del sistema, non innerva di uno spirito uniforme il nostro Servizio Sanitario.                                                      
Unica eccezione rispetto all’assenza di uniformità è la logica dei tagli e delle riduzioni, una logica che guarda alla quantità e non alla qualità del servizio e pretende di giungere alla qualità attraverso la quantità via via ridotta.
E’ un Servizio Sanitario Nazionale che non fa cultura della salute e non si pone l’obiettivo della qualità della vita dei cittadini. Un esempio per tutti: l’ambiente è uno dei principali determinanti della salute. Direi, per usare un’immagine figurata, che l’ambiente “sfascia” e la sanità paga “i costi del danno”. Una follia demenziale.

L’Ordine da lei Presieduto su che cosa è particolarmente impegnato nei prossimi mesi? Formazione, informazione, eventi, iniziative, aspetti specifici del territorio di sua competenza?
Nei prossimi dodici mesi circa, che ci separano dalla successiva tornata elettorale, siamo impegnati a convincere i nostri medici che la professione oggi non è più, solo prevalentemente, la clinica, motivo  per il quale abbiamo scelto di fare il medico e per la cui buona utilizzazione l’Università ci ha preparato.
Negli anni si è formata una “meta-medicina”, che a monte della clinica prevede: il management, l’economia, gli aspetti giuridici della responsabilità professionale, la relazione tra gli operatori, la capacità di lavorare in team, un rapporto orizzontale di rapporti professionali, la conoscenza di ciò che eravamo, per capire dove possiamo andare alle condizioni limite che la politica pone ad ognuno di noi, e per la quale ognuno di noi ha una reattività diversa e quindi una propria e personale capacità di poter stare, o non stare, nel mercato della professione.
La nostra domanda è: sono oggi ancora valide le ragioni che allora ci hanno portato a questa scelta, oppure devono essere modificate? Si possono modificare e adattare al “nuovo” senza tradire il senso più profondo per il quale abbiamo scelto questo lavoro e non quello del contabile in una catena della grossa distribuzione alimentare?
Quindi il nostro futuro immediato è: eventi, eventi, eventi, per riuscire a ritrovarci in un contesto che ci ha cambiato i connotati.

Autore: Redazione FNOMCeO

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