Nelle scorse settimane, alcuni giorni prima che l’Albania diventasse terreno di dubbie speranze di tanti giovani in cerca di formazione universitaria, una delegazione GIPEF (l’organismo voluto nel 1994 dagli Ordini dei medici di Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Francia) comprendenti alcuni rappresentanti dei vertici FNOMCeO, si incontrava a Tirana (nella foto: la piazza del governo – piazza Skandenberg – della capitale albanese) con i vertici della sanità albanese. Nicola D’Autilia era membro di quella delegazione e in questa intervista identifica gli elementi importanti del dialogo avviato.
Presidente: nei giorni scorsi avete incontrato i vertici istituzionali e accademici della sanità dell’Albania. Quali sono stati i motivi e gli argomenti di questo appuntamento prestigioso?
L’appuntamento albanese è stato dettato dall’agenda del GIPEF, la commissione europea che si occupa prevalentemente dei Paesi del Mediterraneo. La commissione, coordinata dal dr. Raimono Ibba, ha affrontato alcuni temi di interesse comune come il sistema di FORMAZIONE nei vari Paesi aderenti, la SOSTENIBILITA’ degli stessi sistemi sanitari nazionali, i fenomeni DEMOGRAFICI della Professione nel continente europeo.
Che situazione avete trovato nel Paese? Alcuni anni fa l’Albania era uno dei paesi meno avanzati del territorio europeo: oggi le cose sono cambiate?
Certamente è una situazione molto in divenire, con grandi differenze sul terriotorio sociali e sanitarie. Si va da una rete di ambulatori di medicina generale ancora insuffciente e scarsamente utilizzata ad una serie di piccoli ospedali poco frequentati dai cittadini albanesi. Il centro del Paese rimane Tirana dove sono allocati i migliori servizi, cliniche private italiane e americane comprese. C’è ancora molo da fare e da costruire.
L’Albania continua a guardare al nostro Paese come al più importante "vicino" in termini di sostegno allo sviluppo?
Siamo indiscutibilmente il partner di riferimento per tutte le attività produttive, ivi comprese quelle legate al sistema sanitario. Gli incontri con il Ministro della Sanità albanese, favoriti dal nostro Ambasciatore Gaiani, hanno creato le basi per un confronto utile e si spera proficuo.
Come è strutturata l’assistenza sanitaria albanese? Anche in questo settore c’è attesa nei confronti del contributo che l’Italia può offrire?
C’è da "costruire" una vera rete di medicina generale sul territorio che risponda alle esigenze primarie dei cittadini sul versante delle CURE PRIMARIE, oltre a impostare una FORMAZIONE vera per gli operatori sanitari. Indiscutibilemnte l’Italia è in grado di offrire una piattaforma di sviluppo per molti programmi di cooperazione visto il suo ruolo di partnership
Ed ora? come si esprimeranno le collaborazioni tra FNOMCeO e medici albanesi?
Abbiamo gettato le basi per una collaborazione con i colleghi medici albanesi che ci hanno ospitato a Tirana. Seguiranno altri incontri per scambiare esperienze e soprattutto per non ripetere errori commessi in passato, come la creazione di tanti piccoli ospedali. Considerando che il numero dei medici albanesi è fondamentalmente equiparabile a quello di un Ordine italiano come quello di Modena, credo che ci sia veramente spazio per un’opportunità di lavoro e interscambio professionale tra i due Paesi.
Autore: Redazione FNOMCeO