E’ stato presentato, recentemente, il rapporto CEIS Sanità 2008 dal titolo La Sanità delle Regioni. Bilancio e prospettive a sette anni dalla riforma del Titolo V e alla vigilia del Federalismo. Un corposo volume di 420 pagine frutto dello studio e della ricerca della facoltà di economia dell’Università di Tor Vergata. Undici capitoli di argomenti corredati da un’infinità di grafici e tabelle illustrative.
Il lavoro ha il fine e l’ambizione di fornire un supporto scientifico e tecnico alle scelte di politica sanitaria delle Istituzioni Pubbliche e Private, incentrandosi su tematiche cruciali per il disegno di attuazione del Federalismo fiscale in un quadro di mantenimento di un adeguato livello di solidarietà all’interno del sistema di tutela pubblica.
Il Rapporto, giunto alla sua VI edizione, ha mantenuto la natura tipica dell’elaborato adatto, nella sua forma, alla fruizione anche da parte di un pubblico più vasto di quello dei soli ricercatori.
I CONTENUTI DEL RAPPORTO
Il rapporto affronta in primo luogo le modalità di finanziamento del sistema ditutela pubblica: il finanziamento ha un ruolo fondamentale nella determinazione del risultato di esercizio del SSN: l’eventuale disavanzo può, infatti, dipendere sia da inefficienza dal lato della spesa che da una sottostima del finanziamento, così come da errori strategici nella allocazione delle spese.
Il finanziamento pubblico (lo Stato finanza la copertura sanitaria della popolazione attraverso la fiscalità generale), rappresenta la scelta prevalente all’interno dell’area dei paesi dell’OECD; su trenta Paesi ben 16 hanno una quota di "spesa pubblica" superiore al 75%. In particolare raggiungono o superano l’80% Danimarca, Francia, Giappone, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Regno Unito , Rep. Ceca e Svezia.
Negli altri Paesi, ad eccezione di Corea (55%) Mexico (44%) e Stati Uniti (46%) tale quota non scende comunque al disotto del 60%. Il nostro Paese ha sempre superato la media OECD /2006: 73,4%, 77,2% nel 2007.
Nel periodo 1980-2006 si è comunque osservato una diminuzione dell’intervento pubblico nei Paesi tradizionali con quota pubblica "elevata" (Canada, Danimarca, N. Zelanda, Polonia, R. Ceca, Spagna e Svezia) e viceversa una crescita nei Paesi con quota pubblica meno rilevante (Australia, Austria, Corea, Giappone, Svizzera e Turchia). Per quanto riguarda il nostro Paese, la spesa pubblica nel periodo 1990-2000 è diminuita di circa 7 punti percentuali per poi registrare un trend di crescita dal 2000 al 2006 di quasi 5 punti percentuali.Il finanziamento del SSN in percentuale al PIL in valori percentuali è passato
dal 4,62% del 1984/85 al 6,55% del 2007. Particolarmente interessanti le tabelle relative al finanziamento pro-capite regionale, al finanziamento delle Regioni in rapporto alla popolazione anziana (over 65), quello sul finanziamento per ripartizione geografica e PIL ed infine i risultati di esercizio delle Regioni dal 2003 al 2007 in valori assoluti e pro-capite.
Il secondo capitolo del rapporto traccia le linee del sistema dell’assistenza ospedaliera. Si rileva la riduzione degli istituti di ricovero, soprattutto pubblici, del 7,9% nel periodo 2000/2006 a causa della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture.
Analogamente la dotazione complessiva di posti letto si riduce del 10,8% nello stesso periodo con variazione percentuale nel 2006, rispetto all’anno precedente, dello 0,5% e una variazione media annua pari a 2,1% nel periodo 2000/2005.
Il tasso di ricovero è pari a 140 ricoveri per 1.000 abitanti residenti; tra le Regioni Centro Settentrionali presentano un tasso superiore rispetto alla media solo la provincia autonoma di Bolzano (+15,4%) e il Lazio (14,1%). Le Regioni meridionali invece, malgrado un’età media inferiore, sono caratterizzate da livelli di ospedalizzazione superiori alla media.
L’unica Regione a presentare un tasso di ricovero significativamente minore del livello nazionale è la Basilicata (-16,5%).
Seguono statistiche regionali sui c.d. ricoveri "inappropriati" (peggio il Sud, meglio al Nord) e la media delle tariffe Regionali di degenza. Le Regioni con livelli tariffari più bassi sono il Veneto (-11,3%), l’Abruzzo (-11,8), e le Marche (-15,4%). Mostrano tariffe più elevate il Friuli (+33,7%), l’Umbria (+27,2%), e la Provincia autonoma di Trento (+21,9%).
L’assistenza ospedaliera nel 2006 è stata erogata tramite 1.217 istituti di cura di cui circa il 54% pubblici e la parte restante privati accreditati.Piemonte, (43) Lombardia (73) Emilia, (46) Lazio, (85) Campania, (69) Calabria, (39) e Sicilia, (61) sono le Regioni in cui è maggiore la presenza di privato accreditato.
Il Lazio con 51 Ospedali a gestione diretta è la Regione con più Ospedali in assoluto seguito dalla Sicilia (48), Campania (39), Calabria e Toscana (32).
Nel 2006 si sono registrate complessivamente 230.814 degenze ordinarie di cui 78,8% negli istituti pubblici e 21,2% in istituti accreditati. 30.751 ricoveri in day hospital di cui l‘89,3% in strutture pubbliche e 10,7% in strutture private per un totale di 263.908 posti letto di cui l’80,2% in istituti pubblici e il 19,8% in istituti accreditati. La Regione che presenta il tasso di ricovero totale più alto è la Liguria, per la quale si registrano 105,8 ricoveri ogni 1.000 abitanti, mentre il minor ricorso al day-hospital si verifica in Friuli (39,1 ricoveri per 1.000 abitanti; nello specifico nell’età iniziale è pari a 77,2, diminuisce nelle fasce di età adolescenziale (47,2) ed aumenta progressivamente al crescere dell’età sino a raggiungere il massimo nella fascia 65-74 anni (112,4 ricoveri ogni mille abitanti).
La degenza media dei ricoveri ordinari è pari a 6,7 giornate per ricovero.
I valori più elevati si registrano generalmente nelle Regioni Settentrionali; Valle d’Aosta (8.4), Piemonte (8.1) Veneto (7.9). Le Regioni con degenza minore sono invece la Campania, la Sicilia e l’Abruzzo che presentano medie inferiori ai 6 giorni di degenza per ricovero.
Per quanto riguarda la spesa (valore della produzione), i dati disponibili sono fermi al 2005 il cui valore assoluto è stato ottenuto con le tariffe nazionali relative al 1977.
Il valore della produzione nazionale per ricoveri ordinari in acuzie nel 2005 è dunque di poco inferiore a 27 miliardi di Euro; Le Regioni che presentano un valore più alto sono la Lombardia (4 miliardi 660 milioni), il Lazio (2 miliardi 412 milioni), la Campania (2 miliardi 412 milioni) e la Sicilia (2 miliardi 159 milioni) che insieme sommano il 44,5% del valore della produzione del Paese.
LE APPARECCHIATURE TECNICO-BIOMEDICHE
La presenza di apparecchiature tecnico-biomediche per la diagnosi e la cura nelle strutture di ricovero pubbliche e private accreditate e un parametro che contribuisce a definire illivello di qualita dell’offerta delle strutture di ricovero e cura presenti sui territorio. Prendendone in considerazione alcune delle pill significative: TAC (fomografo Assiale Computerizzato), EMD (Apparecchio per EmodialisO, TRM (fomografo a Risonanza Magnetica), All (Acceleratore Lineare), GCC (Gamma Camera Computerizzata), emerge come nel 2006 la dotazione sia concentrata nelle strutture di cura pubbliche. ~offerta a livello nazionale di apparecchiature per emodialisi e di acceleratori Iineari, infatti, e per pill del 90,0% pubblica. La percentuale si riduce leggermente per Ie GCC, dove I’offerta pubblica e pari all’87,4% della complessiva. Le TAC e i TRM, infine, denotano anch’essi una prevalenza di componente complessiva pubblica, anche se pill contenuta e pari rispettivamente al 76,8% e al 68,6% dell’offerta totale.
Seguono capitoli che richiederebbero un approfondimento non possibile, riguardanti l’assistenza domiciliare, l’integrazione socio-sanitaria, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza residenziale e l’emergenza sanitaria.
Un giudizio molto positivo sul rapporto Ceis ben curato con analisi oculate attente e frutto di ricerca sistematica.
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO
Autore: Redazione FNOMCeO