Abusivismo, piaga dell’Odontoiatria italiana

“Un falso dentista è stato capace di chiedere a un inconsapevole paziente 300 euro per una semplice visita, cosa che non si è mai vista in alcun studio odontoiatrico. Un altro falso dentista ha sostenuto che era possibile eseguire l’estrazione di un dente senza nemmeno fare una lastra”. Sono solo due esempi dell’articolata denuncia dei fenomeni di abusivismo e prestanomismo che affliggono la professione odontoiatrica in Italia. Una denuncia forte, senza sconti, senza se e senza ma, lanciata dal Presidente della Commissione Albo Odontoiatri della FNOMCeO Giuseppe Renzo, assieme ai NAS, in un’affollata conferenza stampa sabato 19 dicembre all’hotel Leonardo da Vinci a Roma.

L’Italia odontoiatrica non sta messa bene per niente. Denuncia Pippo Renzo: “Viene scoperta una struttura abusiva ogni tre giorni, oltre cento ogni anno. In termini economici è una catastrofe: calcolando un minimo di due cure abusive al giorno, fanno 58.080 all’anno, che a cento euro a cura, ci fanno stimare qualcosa come cinque milioni di euro all’anno di evasione fiscale secca. Ma, se calcoliamo che esistono in Italia 15 mila abusivi su 57 mila professionisti veri e seri, arriviamo alla cifra di 720 milioni all’anno in meno incassati dall’intero circuito degli odontoiatri regolari”. Insomma, una vera e propria sottrazione effettuata all’odontoiatria legale, dalla falsa odontoiatria completamente illegale.

Pippo Renzo precisa: “Noi abbiamo l’obbligo etico e deontologico di dare queste informazioni sul fenomeno dell’abusivismo che, negli anni, è lontano dall’essere ridimensionato. E purtroppo nessuna regione italiana è immune, sono tutte colpite da questo fenomeno inquietante”.

L’inquietudine nasce dal fatto che l’esercizio abusivo della professione odontoiatrica intacca pesantemente l’articolo 32 della Costituzione, che garantisce a tutti i cittadini il diritto alla salute. Un diritto che viene fortemente minato dai dentisti abusivi. “Il modo di agire degli abusivi è all’origine della trasmissione di alcune patologie, dalle epatiti all’HIV. Contrarre un’infezione non è legato al caso, ma è quasi certo in strutture abusive, ubicate in sottoscala e in scantinati, con un’ondata di cinesi che si cimentano in queste attività illegali. Negli studi odontoiatrici seri ci sono tutte le misure di sicurezza adeguate per garantire il diritto alla salute, cosa che non avviene assolutamente negli studi abusivi”. Siamo in presenza di 2.042 denunce solo da parte dei NAS, mentre, per la parte di sua competenza, continue sono le incursioni della Guardia di Finanza in studi abusivi.

Ovviamente questo è lo stesso contesto in cui si salda il fenomeno delle lauree false e dei titoli abusivi, più volte denunciato dalla CAO nazionale e dalle CAO provinciali, com’è avvenuto il 17 ottobre a Padova, con una presa di posizione ferma e decisa, in accordo con i Ministeri della Salute e dell’Università (vedere parte relativa a questo argomento sui link del nostro portale).

“Gira gente con lauree false in tasca, con titoli acquisiti in Paesi dell’Est europeo con due o tre viaggi-vacanze – incalza ancora Pippo Renzo – e questo è un vero e proprio sistema di criminalità organizzata. Per quanto riguarda l’Italia, la chiave di volta potrebbe essere la derubricazione dell’articolo 348 del Codice Penale: se venisse meno l’aspetto penale e si rafforzasse la sanzione amministrativa immediata, gli Ordini sarebbero nelle condizioni di intervenire tempestivamente sui prestanome attraverso la radiazione dall’Albo”. Spiega Claudio Cortesini, Presidente della CAO romana: “Con il sistema penale vigente in Italia, paradossalmente abusivi e prestanome sono avvantaggiati dai ricorsi e dai diversi gradi di giudizio. L’Ordine ha le mani legate. Noi interveniamo soltanto dopo che le sentenze sono passate in giudicato. Invece, se a seguito dell’accertamento delle Forze dell’Ordine, si sanzionasse immediatamente uno studio abusivo e chi lo copre, avremmo uno strumento altrettanto immediato per intervenire e adottare le misure conseguenti”. L’articolo 348 del CP infatti recita: “Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire duecentomila e un milione”. Tradotto significa che l’abusivo colto in flagrante se la cava con 500 euro di multa o, passati i sei mesi, torna tranquillamente a delinquere riaprendo lo studio abusivo come prima dell’incursione dei NAS o della Guardia di Finanza.

Ma c’è un altro aspetto estremamente interessante che riguarda la confisca dei beni agli studi abusivi. Sequestro significa togliere loro le eventuali attrezzature valide e destinarle a usi sociali, magari dandole a strutture pubbliche che ne sono sprovviste. “Ci batteremo fino in fondo perché la confisca diventi una regola, una pratica di uso corrente – afferma Pippo Renzo – perché questa idea è ottima: colpisce gli abusivi non solo sotto l’aspetto penale e amministrativo, ma soprattutto sotto l’aspetto economico. D’altra parte è quello che si fa con la confisca dei beni ai mafiosi: si confisca alle mafie e si assegnano i beni a cooperative che operano nel sociale. Ebbene, noi vogliamo la stessa cosa per gli abusivi in campo odontoiatrico, che, con i loro comportamenti minando alla salute pubblica, sono paragonabili ai danni prodotti dai mafiosi”.

Linea dura, dunque, rispetto alla quale si attende che la politica nazionale faccia la sua parte, in aiuto agli Ordini che vogliono intervenire e condurre questa lotta fino alla fine, fino alla sconfitta definitiva dell’abusivismo.
“Noi siamo vicini agli Ordini in questa lotta”. Lo ha affermato Antonio Amoroso, Vice-Comandante dei NAS, che ha spiegato che analoghe iniziative i NAS le stanno mettendo in atto anche in collaborazione con il mondo accademico. “Pregevole è l’azione svolta dalle CAO – ha concluso – perché tutti insieme possiamo vincere contro un fenomeno che è poliedrico, variegato e complesso, con il collaterale fenomeno della migrazione, andata e ritorno con l’Estero, per conseguire titoli di studio fasulli da utilizzare poi in Italia”.

Oltre agli odontoiatri, vittime di abusivismo sono anche i pediatri, gli infermieri, gli igienisti. L’illegalità estende i suoi tentacoli ovunque, “ma – afferma Pippo Renzo – le norme vanno aggiornate, la nostra professione è pronta ad assumersi nuovi compiti e auspico una maggiore collaborazione tra Magistratura e Ordini”.

Eppure qualcosa si muove a livello europeo: Pippo Renzo ha annunciato che la CAO si recherà, a fine gennaio, presso il Parlamento Europeo a rappresentare la situazione, perché il fenomeno dell’abusivismo investe ormai non solo il nostro Paese ma l’intera Europa e anche le infezioni si diffondono veloci con maggiore facilità la stessa con cui i cittadini si muovono per il Vecchio Continente, magari anche solo per turismo o per lavoro. Nei giorni scorsi, Pippo Renzo ha incontrato Gianni Pittella, Vice-Presidente del Parlamento europeo, che ha assunto su di sé la responsabilità di occuparsi di tutto questo e di intervenire in tutte le sedi opportune. Pittella, al suo terzo mandato al Parlamento europeo, è uno dei più giovani eurodeputati. Medico di Lauria, in provincia di Potenza, europeista e meridionalista, è persona competente e dinamica, formato alla scuola di quelli che se si assumono un impegno poi lo portano a termine. C’è da sperare che il percorso questa volta sia quello giusto per mettere la bandiera della legalità in cima alla professione odontoiatrica, confinando nel dimenticatoio o meglio mettendo in condizioni di non nuocere più alcun paziente, quei delinquenti, affaristi, abusivi e prestanomisti che hanno infangato per anni la sanità italiana, recando danni a cittadini indifesi.

Autore: Redazione FNOMCeO

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