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La formazione dell’Odontoiatra in Europa: tra libera circolazione e garanzie per il paziente

Un filo rosso lega Bolzano a Taormina, i Medici agli Odontoiatri: venerdì 17 e sabato 18 settembre, infatti, entrambe le componenti della FNOMCeO discuteranno di Europa, e in particolare dei nuovi scenari che la libera circolazione dei professionisti apre, soprattutto sul fronte della formazione.

Così, mentre a Bolzano i Medici confronteranno il nostro iter di studi con quello di Austria e Germania, a Taormina gli Odontoiatri analizzeranno la formazione pre e post laurea a livello europeo, ponendo in primo piano la necessità di garantire un corretto riconoscimento dei titoli professionali.

Ma non solo di formazione si parlerà a Taormina. La due giorni siciliana sarà, come sempre, un atteso e importante momento di confronto sui temi cardine della Professione. E chi meglio del presidente nazionale CAO, Giuseppe Renzo, può avere il polso dell’Odontoiatria italiana? Con lui l’Ufficio Stampa ha quindi voluto approfondire i tanti argomenti che saranno affrontati a Taormina.

Presidente, ancora una settimana e poi Taormina aprirà lo scenario sulla dimensione europea dell’Odontoiatria. Ma non si parlerà solo di Europa: il vostro Convegno, non a caso, è stato intitolato “Odontoiatria e società: Etica, Aggiornamento e Tutela della salute”. Può illustrarci gli argomenti sul tappeto?
Da sempre la CAO è convinta che ogni prestazione sanitaria odontoiatrica non possa prescindere dagli aspetti etici e deontologici. Aspetti etici e deontologici che si risolvono, da un lato, in Raccomandazioni sulla pratica clinica, che, su incarico del Ministero della Salute, sono state elaborate dalle CAO in collaborazione con gli Ordini provinciali, l’Accademia universitaria, le società scientifiche. Dall’altro, nell’istituzione di una professione moderna ed efficiente, alla quale sia sempre più riconosciuto ruolo autonomo: un’Odontoiatria, vale a dire, capace di progettare il futuro valorizzando la propria attività e definendo senza ambiguità gli ambiti operativi e le sinergie con gli altri operatori del settore.

A Taormina, quindi, l’autonomia della Professione odontoiatrica avrà un’accelerazione?
Questo è senz’altro uno dei nostri obiettivi, riconosciuto anche dal ministro Fazio durante le Celebrazioni del Centenario degli Ordini delle Professioni sanitarie, lo scorso 10 luglio.
E, per un esame congiunto delle problematiche legate alla riforma delle professioni intellettuali, ci sarà un incontro con i rappresentanti ordinistici dei Medici, dei Farmacisti e dei Veterinari.

La correttezza della prestazione odontoiatrica non può ovviamente prescindere dalla formazione.. Formazione che, oggi, con la libera circolazione dei professionisti può avvenire non solo in Italia, ma anche negli altri Stati europei. A quali scenari andiamo incontro?
La libera circolazione dei professionisti non può prescindere dall’assoluta garanzia del corretto riconoscimento dei titoli professionali conseguiti sia negli altri paesi europei, sia in quelli extracomunitari. A oggi, invece, non si riesce ancora a garantire un sistema “ultrasicuro” per l’equiparazione di questi titoli. Con rischi anche gravi per la Salute pubblica.

Ci faccia un esempio…
Certamente: ci sono paesi, come l’Italia, la Francia, la Germania che hanno determinati meccanismi di garanzia sulla formazione e la laurea conseguita dopo il percorso di studi. Ci sono altri paesi, di recente entrati nella Comunità europea, che non hanno ancora adeguato l’iter di studi agli standard europei. Proprio tali paesi – e parlo, ad esempio, della Romania o della Bulgaria – sono oggetto di speculazioni aggressive che si risolvono in veri e propri traffici di titoli.

Può entrare nel dettaglio?
Recentemente si è scoperto uno di questi “traffici” per cui in Romania venivano rilasciati a italiani certificati di laurea validi anche nel nostro paese. Peccato che tali certificati non fossero stati conseguiti mediante una corretta frequenza del corso di studi, ma ponendo false firme di presenza e con attestazioni di esami mai superati.
La laurea era dunque valida a tutti gli effetti, ma non garantiva una serietà del percorso di studi, con le conseguenze che si possono immaginare quando il laureato iniziava a operare sui pazienti…

Quali armi abbiamo per opporci a questi fenomeni?
Armi piuttosto spuntate, per la verità, almeno dal punto di vista giuridico. Il Ministero della Salute, che è l’Autorità competente a verificare la correttezza e la congruenza dei percorsi formativi, pur operando con grande professionalità ed in modo encomiabile, si trova con pochi appigli dal punto di vista legale, mentre gli avvocati che difendono in maniera aggressiva i “laureati” hanno gioco facile. I titoli, infatti, sono corretti dal punto di vista legale e formale, anche se non sono in grado, nella pratica, di garantire il corretto apprendimento e quindi un adeguato svolgimento della professione.

Come si può risolvere questo problema?
Stiamo dando attuazione continuità all’impegno assunto in questo senso nei Consigli Nazionali dei Presidenti CAO di Roma e Castelbrando. Abbiamo quindi interessato i Ministeri competenti: in particolare, quello di Grazia e Giustizia e quello delle Politiche Comunitarie. Continuiamo, inoltre, con la collaborazione e il supporto agli organi di polizia che con abnegazione operano sul territorio per contrastare questo fenomeno, che è uno degli aspetti dell’esercizio abusivo della professione.
 La questione, però, va affrontata alla radice, e cioè a livello europeo. Proprio per portare il fenomeno all’attenzione delle istituzioni comunitarie, a Bruxelles una “task force” italiana, composta da delegati della CAO, del ministero della Salute, dell’Università, incontrerà, il 15 settembre, il vicepresidente del Parlamento europeo e i Commissari europei competenti per la materia, cioè quelli di Salute, Mercato interno, Concorrenza e Formazione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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