Udine, workshop europeo: la parola d’ordine è “armonizzare”

“Nel trarre le conclusioni di questo nostro importante appuntamento, mi sento di dire che la parola d’ordine deve essere armonizzare, più che uniformare. Credo che qui a Udine abbiamo svolto un buon lavoro, preparato da lunghi anni di impegno a livello delle Istituzioni europee. L’Europa ha definito il riconoscimento dei titoli professionali, ora dobbiamo riflettere sui contenuti e questa è una riflessione complessa”. Quasi ragionando a voce alta, il Presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco ha svolto sabato 10 settembre il suo intervento a conclusione dell’evento di Udine “For an European accredited specialist doctor”, il workshop internazionale che per due giorni ha sviscerato lo stato dell’arte dei processi di accreditamento degli specialisti europei, con particolare riferimento alla professione medica.

Bianco: “Recuperare il senso del lavorare insieme”
Bianco si è chiesto: “E’ più importante il contenitore o il contenuto? Credo che siamo giunti ad una fase in cui dobbiamo cambiare il contenitore (legge 368/99) per salvare il contenuto. Occorre pensare a un diverso asset normativo per garantire mezzi e strumenti ai professionisti. L’obiettivo è quello di garantire un profilo di standard comuni che abbiano caratteristiche comuni. Insieme, dobbiamo riflettere su limiti e carenze della situazione attuale, nella consapevolezza che i limiti ci sono, ma la formazione specialistica in Italia è di buona qualità. Nei percorsi che ci attendono, dobbiamo recuperare, tutti, a livello europeo, il senso di lavorare insieme”.
E a Udine si è verificato proprio un esempio di questo “lavorare insieme”, con la presenza e gli interventi dei rappresentanti delle maggiori sigle dei professionisti europei: Ceom (Conseil Européen des Ordres des Médecins), Pwg (Permanent Working Group of European Junior Doctors), Uemo (Union Européenne del Meédecins Omnipracticien) e Uems (Union Européenne des Médecins Spécialistes). Tutti insieme per quella che Luigi Conte, Presidente dell’Ordine di Udine e promotore dell’evento, ha definito in apertura dei lavori “una sfida colossale e globale l’apertura delle frontiere della salute” a 480 milioni di europei che dal 2013 saranno liberi di curarsi nei 27 Paesi dell’Unione. Conte, che è rappresentante FNOMCeO nella commissione Ecm del Ministero della Salute, ha parlato di “cultura della qualità, da porre alla base di ogni aspetto del percorso formativo di ciascun medico”. Ma la fotografia della situazione attuale l’ha fornita il Vice-Presidente FNOMCeO Maurizio Benato che ha parlato di luci e ombre nei processi formativi, ribadendo il ruolo degli Ordini, anche in rapporto alle Università e alle scuole di specializzazione. Un ruolo più incisivo degli Ordini lo ha rivendicato anche Nicolino D’Autilia, coordinatore dell’ufficio Estero della Federazione e Vice-Presidente Ceom, per il quale un ruolo più incisivo è da svolgere nell’ambito delle Istituzioni europee “per non vedersi calare dall’alto normative che improntano la nostra professione da qualche anno a questa parte”.

Verso un Sistema sanitario comune europeo
L’evento di Udine, pur se centrato sull’accreditamento europeo degli specialisti, aveva come sfondo gli scenari che si vanno delineando in Europa in questi decenni. Si tratta di processi lunghi, complessi, dove pesi e contrappesi dei singoli Paesi a volte spingono in avanti l’idea dell’Europa Unita, altre volte la frenano. Con uno sguardo all’indietro, ai primi passi delle strategie comuni per la formazione, dal Bologna Process del 1999, poi ratificato a Lisbona nel 2002, ma oggi con l’auspicabile prospettiva, tutta da costruire, di un Sistema Sanitario comune Europeo. Ed è in questa prospettiva che si inquadrano sia le istanze dei giovani medici specializzandi, rappresentate da Piero Di Silverio (con il contributo della bella relazione di Martino Pengo, altro specializzando in medicina interna), sia le preoccupazioni espresse da Andrea Lenzi che da Luigi Arru, i cui interventi hanno approfondito le istanza formative della medicina italiana confrontate con quelle di altre esperienze europee, nel tentativo di rintracciare standard condivisi. Il tema degli standard è stato anche il fulcro degli interventi di Alfred Tenore, che ha rappresentato la Società europea di pediatria, e di Alberto Zamboni, pilota civile, che ha proposto uno stimolante parallelismo tra i sistemi di formazione e di verifica delle competenze nell’ambito dell’aviazione e quello dei professionisti in medicina, ricordando che oggi il sistema internazionale dei voli è considerato un “ultra safe system”, proprio grazie alla capacità – datata anni ’40 – di condividere standard e di riflettere sugli errori commessi.
L’idea di una Sanità europea in un’Europa unita più forte è anche alla base dell’attività già svolta dalla FNOMCeO, in accordo con la Uems, il cui Presidente Zlatko Fras, presente a Udine, ha ricordato il recente incontro Uems-FNOMCeO da cui sono emerse le tre proposte di costituire una piattaforma informatica per la verifica professionale europea, un Osservatorio per le politiche di programmazione della formazione di medici e odontoiatri, una semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei crediti Ecm acquisiti all’estero.
Lo step to step di Udine è servito proprio a fare il punto su quel che si è fatto e su quel che resta da fare, pensando anche al prossimo appuntamento europeista del 7-8 ottobre a Napoli (link), dove si svolgeranno le elezioni per le cariche elettive dell’Uems.

Pirillo: “La politica faccia la sua parte”
Le cose fatte sono tante….. e le cose da fare, dunque? “Qui le risposte le deve dare la politica. La politica deve fare la sua parte”. A parlare così è Mario Pirillo, europarlamentare, componente la commissione Ambiente del Parlamento europeo, che ha seguito passo passo il tema della libera circolazione dei professionisti in Europa. Pirillo ha preso a riferimento il cosiddetto “Libro verde” della Commissione Europea del 22 giugno di quest’anno che reca come titolo “Modernizzare la direttiva sulle qualifiche professionali”, dove si contemplano i molteplici aspetti affrontati nel workshop di Udine. Pirillo ha però aggiunto: “Mi farò carico a livello europeo di rappresentare le istanze che sono emerse in questi due giorni. La direttiva, così com’è abbozzata nel “Libro verde” è da implementare, da integrare, perché presenta lati positivi, ma anche alcuni negativi”. Pirillo ha delineato così i prossimi impegni in sede di Parlamento europeo: “Penso che la direttiva che dovremo varare debba superare tutte le direttive precedenti, in un lavoro di armonizzazione che dia risposte ai problemi ancora aperti. Armonizzazione è l’espressione del Presidente Bianco che mi sento di condividere. Le risposte da dare riguardano temi che per la professione medica acquistano un valore particolare, ma riguardano anche altre professioni: per esempio, siamo sicuri che abbiamo fatto del tutto per far rimanere i talenti in Italia, senza costringerli a emigrare all’estero? Questa è una risposta da dare a livello europeo”.
Pirillo ha poi affermato la necessità di “una verifica periodica delle professionalità. Ci sono poi altri problemi: il VII programma-quadro non è ancora completato, mentre si sta già elaborando l’VIII e le cosiddette piattaformi comuni non sono andate bene. Altri due sono i punti sui quali dobbiamo concentrarci: la Tessera (o Carta) professionale europea, volontaria, deve vedere la luce, ma dobbiamo studiare bene quali informazioni essa deve contenere; l’allerta rapida per quei professionisti radiati dal singolo Ordine deve davvero funzionare in tutti gli Stati membri, a garanzia della salute dei cittadini. Con regole europee, daremo risposte valide a livello europeo”, ha concluso Pirillo, sottolineando il proficuo lavoro di collaborazione con il Presidente Bianco e con la FNOMCeO, “un confronto che, vi assicuro, continuerà”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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