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Presentazione del primo prototipo di mano artificiale: la robotica al servizio del welfare

Si è tenuta di recente la conferenza stampa Inail-IIT per illustrare le finalità e le
caratteristiche del primo prototipo di mano artificiale poliarticolata e
polifunzionale, realizzata dall’Inail e dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova, nell’ambito
dell’accordo di collaborazione triennale sottoscritto nel dicembre 2013.
Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, interventuta in conferenza stampa insieme al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha affermato "Quando sarà pronto questo ausilio andrà inserito nei livelli essenziali di assistenza…Questo prodotto di prima mano artificiale made in Italy è un bellissimo esempio di eccellenza tecnologica, che contribuirà a dare nuove certezze alle migliaia di persone che ogni anno perdono un arto nel nostro Paese; sarà importante renderla fruibile da tutti e superare così il gap economico che fa la differenza tra chi può averla e chi no"

Il Centro protesi che ha realizzato il progetto è quello di Vigorso di Budrio (BO) che fu inaugurato nel 1961 come piccola officina ortopedicacon finalità di ricerca, annessa al preesistente Centro di rieducazione funzionale.
L’attività di ricerca del Centro Protesi mira ad introdurre innovazionie miglioramenti nella costruzione e nell’utilizzo dei presidi ortopedici. L’attività è stata recentemente rimodulata per la realizzazione – anche in partnership – di prodotti tecnologicamente molto avanzati, con l’obiettivo di incrementare le conoscenze tecnico-scientifiche dell’INAIL nel campo delle tecnologie riabilitative e dell’assistenza protesica e di raggiungere più elevati standard competitivi dal punto di vista scientifico, tecnologico e riabilitivo con ricadute in termini di concreta applicazione sui pazienti ed effettivo miglioramento della qualità della vita (Leggi)

Questo prototipo di mano artificiale è stata realizzata in materiale plastico con alcune componenti metalliche, utilizzando la tecnologia di stampa in 3D. Robusta e leggera – pesa meno di 500 grammi – è estremamente flessibile, grazie all’ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali, e permette agli amputati di arto superiore il recupero della funzionalità complessiva. Indossabile con semplicità sull’arto amputato, senza operazioni invasive; il paziente la controlla attraverso due sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui. L’obiettivo è di ottenere un dispositivo altamente ergonomico e con consumi ottimizzati.

Dalla Cartella Stampa Inail che è possibile consultare a questo link

Autore: Redazione FNOMCeO

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