Sentivo che, poiché la vita è un gioco a somma diversa da zero, anche la manifestazione del 27 ottobre potesse essere un luogo/non luogo dove, sostando nel disagio, fosse possibile trovare coesione e unione tanto da avere una voce forte da ascoltare.
La voce vi è stata, si è formata piena, forte e corale anche se bon produrrà effetti concreti verso gli interlocutori della politica. La ricorderemo per il senso della nostra appartenenza al sistema salute e per la colleganza con i cittadini che è riuscita a darci.
Ho vissuto l’incontro del 27 ottobre, pur nella gravità del momento, con “leggerezza”: eravamo presenti in tanti e tante, di diverse età, persone con competenze elevate, risorse umane essenziali in qualsiasi organizzazione.
Era un giorno programmato per incontrarsi, parlarsi e riflettere: tanti colleghi/e erano nei luoghi di lavoro, altri, forse stanchi e non più reattivi, potevano essere indifferenti. Ci ha accolti un caldo sole al posto della prevista pioggia e a posteriori possiamo dire riuscita la manifestazione.
A partecipare vi era la complessità della professione medica, le tante sigle e le tante identità.
Vi ero con la mia identità di persona, di donna medico, della FNOMCeO.
Per la prima volta – a mia memoria – la Federazione partecipava ad una manifestazione e mi chiedevo, nel piacere di rivedere persone da tutta Italia, quanti di noi avessero in passato partecipato a manifestazioni in piazza.
Sentivo questa manifestazione come una testimonianza costruita e cresciuta nel corso degli anni, a partire dalla prima Conferenza Nazionale della Professione Medica a Fiuggi nel 2008 quando avevamo voluto ribadire l’universalità del SSN e le integrazioni possibili.
Da tempo abbiamo messo in campo anche riflessioni critiche e distacchi. Siamo in molti a pensare che la professione medica abbia subito, senza potere ma anche senza orgoglio, sia il “fascino” del clientelismo politico sia quello degli investimenti senza adeguata programmazione e senza buon utilizzo.
Mentre la manifestazione era in corso, sentivo da una collega, capitata per un incidente in un ospedale del centro Italia, come si trovasse in una struttura fortemente deficitaria in termini d’attrezzature.
Spesso a noi medici è mancata la forza per denunciare le inadeguatezze delle struttura che per primi toccavamo con mano. Adesso ci manca la forza per affermare che servizi con organici inadeguati sono pericolosi per i cittadini.
Siamo professionisti, che hanno attraversato la cultura della qualità e quella del rischio, ma siamo anche persone, uomini e donne, che vivono del proprio lavoro, incapaci da soli, di dire basta a tutto ciò che non è dignitoso, a tutto ciò che non è a norma e che condiziona pesantemente la qualità del nostro lavoro e le risposte ai cittadini.
C’erano ancora tante cose da dire quando la manifestazione è stata sciolta. Penso che certamente come Federazione ci batteremo ancora per la sostenibilità del SSN. Lo faremo offrendo dati e proposte: abbiamo in corso una Indagine Conoscitiva sulla Professione Medica per generi e generazioni sul territorio nazionale per meglio capire la complessità del nostro mondo.
Potremo farlo anche presentando un elenco di voci di spesa da eliminare, una revisione nata dalla conoscenza dei territori e delle procedure.
Per il senso del cammino della Federazione negli anni di presidenza di Amedeo Bianco e per la forza della manifestazione del 27 ottobre vorrei che chiedessimo regole non considerate una alla volta, ma una in relazione all’altra cercando di semplificare la complessità.
Ho partecipato per esprimere indignazione (l’avevo scritto anche prima del corteo).
Vorrei che la forza dell’essere stati insieme, in una grande manifestazione per il diritto alla cura e il diritto a curare, ci possa dare la tenacia necessaria per chiedere di essere utilizzati con continuità nell’organizzazione del sistema sanità, per non sprecare intelligenze e competenze.
Annarita Frullini
Coordinatrice Osservatorio FNOMCeO della Professione Medica-Odontoiatrica Femminile
Autore: Redazione FNOMCeO