Ricerca: una nuova sfida ai tumori del colon retto

Conoscere per capire. E quindi agire. E’ questa la motivazione che ha spinto ricercatori dell’Università di Chieti-Pescara e della Fondazione CESI (Centro di scienze dell’invecchiamento) insieme ad altri esperti Italiani i quali compongono il Il Board scientifico (professor Matteo Neri e Dr. Angelo Milano, Chieti, dottori Maria Antonia Bianco, Livio Cipolletta, Riccardo Marmo, Gianluca Rotondano, Torre del Greco, Enzo Grossi, Milano Luigi Buri di Trieste) a intraprendere uno studio su “Sindrome metabolica e lesioni precancerose del colon e retto”.

Non uno studio teorico, ma che fonda nella pratica perché coinvolgerà circa 12 mila soggetti in tutta Italia. Si tratta di pazienti consecutivi sottoposti a colonscopia totale, per qualunque indicazione, durante il periodo di osservazione di 3 mesi. E la stima, purtroppo, non è incoraggiante se solo si pensa che in 2.400 casi, pari a circa 1/5 di 12 mila, si prevede di individuare lesioni preneoplastiche o neoplastiche.

Lo studio partirà a ottobre e terminerà nel gennaio 2011. Tre mesi per capire di più, per centrare due obiettivi:
1) Valutare l’associazione tra Sindrome Metabolica e lesioni pre-neoplastiche (polipoidi e non polipoidi) e/o neoplastiche del colon nella popolazione italiana;
2) identificare eventuali parametri della SM maggiormente correlati con neoplasie colon rettali.

Questo percorso potrebbe consentire anche di “identificare tra i vari parametri metabolici e antropometrici della SM (Glicemia, Pressione arteriosa, livelli di Colesterolo Trigliceridi/HDL, peso, Indice di Massa Corporea BMI, Circonferenza vita, rapporto circonferenza vita/fianchi) quello e quelli che meglio possano indicare il rischio di lesione o istologia avanzata”. Sono già coinvolti più di 60 Centri di Endoscopia Digestiva ubicati su tutto il territorio nazionale, che garantiscono elevati standard qualitativi.

Fissati anche i criteri di inclusione e di esclusione dei pazienti. Possono essere inclusi soggetti sottoposti a colonscopia totale per screening; storia familiare di cancro del colon-retto; pregressa chirurgia colo-rettale; sintomi suggestivi di patologia colo-rettale. Non potranno partecipare pazienti sottoposti a colonscopia parziale per stenosi invalicabile, inadeguata preparazione, intolleranza del paziente stesso, nonché coloro che rifiutano di fornire il consenso informato, i soggetti al di sotto dei 18 anni, soggetti con diagnosi nota di patologia infiammatoria cronica intestinale, Sindromi poliposiche genetiche, soggetti con neoplasia metastatica.

Un po’ di dati significativi
La Sindrome Metabolica, ovvero la presenza di iperglicemia, ipertensione arteriosa e ridotti livelli di colesterolo HDL, accompagnata da obesità viscerale riscontrabile attraverso l’aumento della circonferenza addominale, rappresenta un importante problema della sanità dei paesi industrializzati. Negli Stati Uniti circa il 30% della popolazione è affetta da obesità patologica (60 milioni di persone) e annualmente sono spesi più di 78 miliardi di dollari per la cura delle patologie legate all’obesità, che è una delle componenti della sindrome metabolica.

La prevalenza della malattia, maggiore nei paesi industrializzati, si aggira negli Stati Uniti ed in Europa tra il 25 e il 30 per cento, con variazioni, però, anche notevoli, tra le diverse comunità internazionali. Una recente metanalisi del 2004 mostra prevalenze che oscillano tra l’8% in India (maschi), il 7% in Francia (donne) e il 43% in Iran (donne).
Se da un lato l’associazione tra SM e patologia cardiovascolare è ormai consolidata, negli ultimi anni sempre maggiore interesse hanno suscitato i dati relativi all’associazione epidemiologica tra alcuni fattori componenti la SM e la maggiore incidenza di neoplasia, tra cui il Cancro del colon e del retto (CCR).

Il CCR è la seconda causa di neoplasia nel mondo con circa un milione di nuovi casi/anno e 500.000 morti i con una distribuzione differente tra i vari continenti: 3% in Africa, più del 40% in nord America e tra il 12,1% (Belgio) e il 30,5% (Italia) in Europa. La prima causa di morte per tumori in Italia è il tumore al polmone nell’uomo e alla mammella nella donna; il Cancro colorettale è seconda per entrambi.

Nella letteratura internazionale, seppur pur assai recente, sono presenti diverse esperienze a riguardo dell’associazione fra componenti della SM e CCR, evento che sembra essere maggiore in soggetti obesi o con elevato BMI, in presenza di ipertensione arteriosa, o maggiormente correlato ad elevati livelli di TGL e/o Colesterolo.
In uno studio prospettico condotto negli Stati uniti d’America su 900.000 partecipanti, gli autori identificarono una relazione diretta tra morte per CCR (cancro del colon-retto) e incremento del BMI.

A livello nazionale, mancano ancora oggi dati significativi italiani circa l’associazione tra SM e Cancro del colon o tra sindrome metabolica e precursori neoplastici del cancro (lesioni polipoidi e non polipoidi del colon). Una tale associazione potrebbe avere notevoli risvolti sia scientifici, sia pragmatici se applicati a programmi di screening per il CCR.

Ad oggi sappiamo che il CCR è l’unica neoplasia in cui si possa effettuare un programma di screening primario che possa individuare e ridurre il rischio di malattia ancor prima che essa si presenti . Questo perché possiamo, mediante l’esecuzione della colonscopia, individuare i precursori preneoplastici del Cancro e rimuoverli. Quindi non malattia rinvenuta in stadio precoce, bensì precursore di malattia individuato in stadio precoce. Nonostante ciò, mancano a tutt’oggi indicatori efficaci per la scelta della popolazione da sottoporre a screening del cancro del colon. I maggiori programmi infatti utilizzano due grossolani criteri: l’età (>50anni) e la positività per il sangue occulto fecale.

Da ciò derivano programmi di screening con popolazioni numerosissime, alto dispendio di tempo e risorse e non completa certezza di aver screenato tutta la popolazione potenzialmente malata. Ricordiamo infatti come circa 1/4 della popolazione con sangue occulto negativo possa avere una lesione pre-neoplastica o francamente neoplastica del colon.

Se fosse confermata l’associazione tra SM e patologia neoplastica e pre-neoplastica del colon questo potrebbe far si che si possano realizzare programmi di screening maggiormente accurati nella scelta della popolazione e ancor di più si possano addirittura programmare degli interventi clinici per ridurre il rischio di neoplasia del colon. Sta tutta qui l’importanza di questo studio che, già nei primi mesi del 2011, potrà già fornire i primi risultati e le prime valutazioni.

Per informazioni:
Professor Matteo Neri, mneri@unich.it
Roberta Zimei, Capo Ufficio Stampa Ud’A Chieti-Pescara, 0871.3556000 – 3936592940
Orfeo Notaristefano (Roma), 3356279922

Autore: Redazione FNOMCeO

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