Sarà presente anche l’Ufficio Legale della FNOMCeO, il 26 ottobre ad Arezzo, al Convegno sull’Abusivismo nel settore odontoiatrico, per sottolineare il ruolo forte che gli Ordini possono avere nella lotta a questo reato.
L’Avvocato Marco Poladas, che da molti anni coordina questo settore della Federazione, oltre all’Ufficio degli Odontoiatri, tanto da essere diventato insostituibile supporto legale per i presidenti CAO degli Ordini provinciali, terrà infatti la relazione su “Ordine e abusivismo”.
Ma quali sono le armi degli Ordini contro questo reato? E in che direzione vanno i disegni di legge presentati in Parlamento per la modifica dell’articolo 348 del Codice Penale, che lo sanziona?
L’Ufficio Stampa non poteva che chiederlo proprio a Marco Poladas.
Avvocato Poladas, l’Ordine può agire, sanzionandoli, sui prestanome, cioè sui sanitari che “coprono” gli abusivi. Quali armi, dirette o indirette, ha invece contro gli abusivi che, come tali, non sono iscritti agli Albi?
In realtà il nostro ordinamento giuridico consente, anzi obbliga, i pubblici ufficiali – quali sono i Presidenti di Ordine e i Presidenti delle CAO – a denunciare all’Autorità giudiziaria le “notizie di reato” di cui vengono a conoscenza. Per questo motivo, non appena è possibile appurare un esercizio abusivo della professione è necessario denunciare il fatto all’Autorità giudiziaria o ai NAS, considerando che siamo di fronte ad una violazione di un articolo del codice penale.
È poi possibile, attraverso il meccanismo di cui al comma 2 dell’art 8 della Legge 5 febbraio 1992 n. 175, chiedere ispezioni alle competenti autorità laddove esistano sospetti di scorrettezza – negli studi o nelle strutture private – nell’esercizio professionale.
Uno dei DDL per la modifica dell’art. 348 del Codice Penale, quello a firma dei senatori Marinello, Ruvolo, Mazzoni, Torrisi, Pagano, prevede, per il prestanome, l’interdizione perpetua d’ufficio dall’esercizio della Professione. A suo avviso, l’applicazione potrebbe tradursi in un’ingerenza nell’attività disciplinare degli Ordini o, al contrario, rappresentare una forte azione dissuasiva?
Tutte le proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento sono ampiamente condivisibili, contenendo misure finalmente efficaci per dissuadere dall’esercizio abusivo della professione. Si pensi specialmente all’aumento della pena pecuniaria e al prolungamento della misura detentiva, e in particolar modo all’introduzione della confisca dei beni oggetto del reato, al posto del semplice sequestro.
La misura dell’interdizione perpetua dalla professione prevista nella proposta di legge del Sen. Marinello prevede qualcosa di più. Si tratta certamente di una misura “forte”, ma che va nella giusta direzione. Sono sicuro che non si creerebbero ingerenze nell’attività disciplinare degli Ordini, che dovrebbero pur sempre, tramite il meccanismo del procedimento disciplinare, tradurre senza automatismi la misura in questione in un provvedimento probabilmente di radiazione.
Autore: Redazione FNOMCeO