Riflessioni sul “genere”

Si è svolto presso il centro studi Ezio Tarantelli di Firenze, il Primo Corso di Formazione di Medicina di Genere, organizzato dalla Federazione Cisl Medici e patrocinato dal Ministero della Salute e dalla FNOMCeO.
Si è ripercorsa la storia della medicina di genere (Mariasusetta Grosso), dai profili di genere (Annarita Frullini) al futuro della medicina (Teresita Mazzei).

Le applicazioni cliniche sono state presentate da colleghi competenti,  non abituali ai tavoli della medicina di genere, come Carlo Campana direttore UOC Cardiologia di Como, e Maria Luisa Appetecchia responsabile dell’UO di Endocrinologia Istituto nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Questo a conferma della diffusa attenzione posta, in diversi contesti, alle differenze di genere. Maria Ludovica Genna e Paola Sabatini hanno presentato dati sulla Medicina di Laboratorio, su differenze ematologiche e biomarkers su sangue periferico.
La dimensione di genere è stata trattata  nelle patologie lavoro-correlate (Gaetano Coci, Eugenio Sorrentino) evidenziando come nonostante i  dati occupazionali siano stati raccolti in modalità “neutra” emerga tra i due sessi una asimmetrica distribuzione delle patologie di origine professionali. Si è discussa la necessità di progettare una sanità 4.0 con nuovi modelli di risk management .
Giusy Fera ha inquadrato l’accesso al pronto soccorso delle vittime di violenza. E’ compito degli operatori sanitari capire quale sia la domanda inespressa, formandosi ad una competenza professionale che, oltre la scienza medica, abbia la capacità di comprendere gli immancabili aspetti psicologici, sociali e legali e di fare rete.  
Rosanna Mancinelli  ha illustrato le differenze di genere nelle dipendenze da alcool: l’alcol è più dannoso di cocaina, cannabis ed ecstasy. Su una scala di dannosità da 1 a 100 il punteggio dell’alcol è 72, vs. eroina 55, crack 54. Sono sempre più numerose le giovani donne che consumano alcol. Tra gli adolescenti il rapporto uomo/donna si avvicina ad 1:1. vi sono evidenze scientifiche che dimostrano come le donne, per caratteristiche fisiche e psichiche peculiari siano più vulnerabili al danno da alcol. Danno che per un effetto “ TELESCOPIO “ si presenta in tempi più brevi e con patologie più gravi rispetto all’uomo.

Le relazioni che maggiormente hanno schiuso affascinanti orizzonti e creato ipotesi per nuovi lavorisono state quelle di Walter Malorni e Flavia Franconi, ora Assessore alla Sanità della regione Basilicata, che hanno mostrato come una ricerca sempre più traslazionale debba anche essere ancorata  ai contesti socioculturali.
Sapevamo già che le cellule sulle quali si sperimenta hanno un sesso, abbiamo appreso che anche i linfociti umani e i loro recettori sembrano avere un sesso e che si studiano i recettori mitocondriali e quelli di superficie. Ignoravamo che le differenze vanno ben analizzate anche nella ricerca preclinica perchè gli animali, oltre che un sesso, hanno un senso sociale  e una cultura. Vanno cioè   considerate negli animali da laboratorio sia le questioni genetiche sia i comportamenti sociali e gli stili alimentari. E’ ampiamente dimostrato che non tutte le differenze tra maschi e femmine possono essere spiegate con l’azione degli ormoni. Vi è in tutte le fascie di età una risposta diversa ad alcuni  farmaci (statine, chemioterapico,  farmaci antivirali…).

Se nella ricerca di base si usava un approccio biologico legato a differenze di sesso ora il termine genere è utilizzato anche in campo molecolare, andando verso un approccio  di base che tiene conto di gender e genomica.
Su queste nuove frontiere  Malorni ha presentato dei dati  citando Yoshinori Ohsumi,  Nobel per la medicina, grazie agli studi sull’autofagia, meccanismo fondamentale – dallo sviluppo fetale all’invecchiamento – che permette alle nostre cellule di rinnovarsi smaltendo e riciclando le parti inutili.
E’ stato dimostrato – ha detto Malorni – che alle medesime  condizioni di stress  le cellule XY  vanno incontro ad apoptosi, mentre le cellule XX subiscono una citoprotezione autofagica o senescenza. Le cellule XX e XY (endoteliali, epiteliali, linfociti,   tumorali) sono diversi sia per lo stato basale redox,  la suscettibilità allo stress ossidativo e il destino cellulare.  Simili dati stanno emergendo anche per le cellule non nucleate (ad esempio piastrine).

Oggi possiamo ipotizzare che vi sono differenze sessuali nella risposta immunitarie,  nelle reazioni avverse ai farmaci, e che i tumori siano  geneticamente distinti fra uomini e donne. Vi  sono infatti  differenze di genere per l’incidenza,  le risposte alla terapie e la sopravvivenza stessa. La stessa medicina di precisione ha sviluppato in oncologia negli ultimi 10 anni un aumento di 4 volte delle opzioni terapeutiche personalizzate. Grande importanza hanno, per i tumori solidi avanzati,  i sistemi attivazione e inibizione mediati da proteine inibitrici del checkpoint immunologico PD-1. Inibendo con anticorpi anti-PD-1 tessuto-specifici si toglie il freno al sistema immunitario, riattivando i linfociti T che combattono le cellule tumorali. Recente è la scoperta che i profili del PD- 1 possono essere diversi fra uomini e donne. “

Tra relazioni e moderazione hanno partecipato al corso gli esponenti della Cisl Medici Biagio Papotto, Antonia Carlino, Marisa Faraca, Annalisa Bettin, Gaetano Coci, Maurizio Zampetti, e Raffaella Galasso Coordinatrice Nazionale Donne Federazione Innovazione e Ricerca Cisl, educazione alla salute e Maria Trentin Coordinatrice nazionale donne pensionati.
Paola Boldrini, prima firmataria della proposta di legge n. 3606 “Disposizioni per favorire l’applicazione e la diffusione della medicina di genere” ha concluso il corso illustrando gli obiettivi della proposta di legge.
Sono stati tre giorni di intenso brainstormig che hanno mostrato come la medicina di genere, non specialità a se stante, nè semplice integrazione trasversale di specialità e competenze, possa diventare strumento di formazione e una cultura capace di  prendere in carico la persona, nelle sue molteplici dimensioni.
Antonia Carlino in chiusura ha detto “Abbiamo voluto come icona una  immagine con aquiloni, perchè nella medicina di genere avevamo intravisto  tanti aspetti come tanti aquiloni che si trascinano vicendevolmente. Da questi giorni ne abbiamo avuto conferma.”

Programma e relazioni sul sito: http://www.cislmedici.com/corso-sulla-medicina-di-genere-br-9-10-11-dicembre-2016-fiesole

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.