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Reggio Calabria/1: Bianco e Del Boca, “più formazione per la qualità”

“Ci sono tre punti che emergono da Reggio Calabria e sono le cose che vogliamo fare: promuovere formazione in comunicazione e informazione sanitaria; creare punti di riferimento e reti in collegamento tra loro, in una logica di servizio verso i cittadini; potenziare i database di tutta l’informazione medico-scientifica che esiste in questo Paese”. A Reggio Calabria, il 10 aprile, si è avviato un percorso comune, da perseguire, medici e giornalisti, insieme, per far crescere la qualità della comunicazione e dell’informazione in campo medico e sanitario. Un percorso avviato e che va continuato. Amedeo Bianco, Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, riassume così il senso dell’evento che si è tenuto a Reggio Calabria “La filiera della comunicazione in Sanità”, un convegno Fnomceo, organizzato dall’Ordine dei Medici di Reggio Calabria, che segna l’avvio di più ragionamenti sul modo di fare comunicazione e informazione sui temi della Sanità e della Medicina. Una giornata per riflettere e per passare dalla riflessione all’azione, per cambiare, per correggere, per migliorare modi e forme dell’informazione. Introducendo i lavori, seguiti da oltre duecento persone, Bianco ha sottolineato che “la comunicazione in Sanità non gode di buona salute. Spesso viene a mancare proprio una buona comunicazione di alcune Istituzioni, quando si determina uno stato di crisi, in un ospedale, in una struttura sanitaria. Occorre recuperare un modo per poter gestire il rischio di errore nelle strutture sanitarie complesse. E’ il risk management, vale a dire la capacità di saper gestire una situazione critica e soprattutto di saperla comunicare, perché i cittadini abbiano la percezione precisa di cosa sia successo”. Insomma, si ripropone il duplice problema di chi fa informazione (i giornalisti) e di chi deve fare una buona comunicazione (i medici e le strutture sanitarie).

Medici e giornalisti, tra professione e deontologia
Che la comunicazione e l’informazione sanitaria sia cagionevole di salute è un concetto sottolineato anche da Lorenzo Del Boca, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Del Boca ha detto: “E’ proprio la salute della comunicazione che non è buona e questo è il motivo per cui siamo qui. Oggi si è tutto velocizzato, l’informazione gira così veloce per cui tutto il mondo sapeva dello tsunami, mentre le popolazioni direttamente interessate al fenomeno a mala pena sapevano che cosa era successo. Oggi non è più il giornalista che cerca la notizia, ma è la notizia che insegue in giornalista. E spesso il giornalista, preso dalla velocità di lavorazione della notizia, non ha nemmeno il tempo e la possibilità di verificare le fonti. C’è un aspetto che riguarda la deontologia dei medici, ma c’è un aspetto che riguarda la deontologia dei giornalisti. Ed è su questo terreno che si può percorrere un percorso insieme”.
Luigi Arru, Presidente dell’Ordine dei Medici di Nuoro, ha fatto esplicito riferimento agli articoli 55-56-57del Codice Deontologico dei Medici del 16 dicembre 2006, dove sono specificamente trattati questi argomenti, nonché la pubblicità sanitaria. Per Luigi Arru, “sono fondamentali aggiornamento e formazione permanente del medico”. Sul caso della H1N1, Arru (già protagonista di una comunicazione particolarmente efficace al Consiglio nazionale Fnom di febbraio) ha ripercorso la vicenda vaccini, ha citato i dati riguardanti i 14 mila morti nel mondo su una popolazione che sfiora i sette miliardi di abitanti, affermando però che in Italia il fatto che i cittadini non siano ricorsi al vaccino testimonia un sentimento di sfiducia nei confronti delle Istituzioni. Istituzioni che – hanno sottolineato diversi relatori – hanno comunicato in maniera contraddittoria. Francesco Marabotto, caporedattore dell’ANSA, responsabile per i settori della medicina e della sanità, ha detto, tra l’altro: “Sull’H1 N1 hanno parlato troppe fonti e non tutte accreditate. Si è rotto il rapporto fiduciario tra Istituzioni e cittadini, nei quali si è determinata incertezza”. Per Marabotto, “anche i medici devono imparare a comunicare”, mentre, per quanto riguarda i giornalisti, ha citato Sergio Lepri, già Presidente dell’Ansa, che ha insegnato a tutti i principi e i criteri della competenza, della correttezza, della professionalità dei giornalisti”.

Tra malasanità e buona informazione
Lucia Visca, componente della Giunta esecutiva della FNSI, ha affermato: “Occorre distinguere tra comunicazione e informazione, sono due cose diverse. E’ importante la buona comunicazione tra Istituzioni e cittadini, tra medico e paziente, ma l’informazione devono farla i giornalisti. Per questo occorrono giornalisti preparati, competenti, formati. La formazione è garanzia di qualità e la qualità diventa garanzia di occupazione per i giornalisti. E in quest’ottica, la formazione permanente non riguarda solo i giornalisti, ma tutte le professioni”. Un volto noto del Tg3, Giuliano Giubilei, vicedirettore della testata televisiva da sempre attento alle tematiche della Fnomceo, ha fornito la sua testimonianza e la sua opinione: “Alcune scelte, quando si parla di malasanità, dipendono anche dai direttori di testata, ma parlare di malasanità è un segno, un modo per semplificare un episodio, anche per rendere il concetto in un titolo. Da parte dei medici c’è sensibilità, ma da parte dei giornalisti c’è, a volte, un po’ di superficialità. Da parte dei giornalisti c’è la tendenza ad analizzare a fondo un argomento politico, o sportivo. Non c’è la stessa attenzione nei confronti della sanità. Questa è una riflessione da fare. Occorre ricordare che al termine della filiera non ci sono i medici, ma i cittadini”. E Piero Orteca, editorialista de “La Gazzetta del Sud”, ha spiegato i meccanismi con i quali si lavora nelle redazioni: “Il giornalista in genere si occupa di tutto, a volte non ha e non può avere una competenza specifica su un determinato argomento. Questo determina a volte un’informazione sbagliata. Occorre fare attenzione su questi temi, da parte di tutti, nessuno escluso. Ma chi è brutto, non se la può prendere con lo specchio”. Tra l’evento e la tavola rotonda finale, i temi della comunicazione e dell’informazione ci sono stati tutti. A una domanda specifica del moderatore Gerardo D’Amico, conduttore RAI, Pippo Renzo, presidente della Commissione Albo Odontoiatri ha specificato: “Il giornalismo ci sta dando una mano nella nostra lotta all’abusivismo in campo odontoiatrico, una lotta che intendiamo portare avanti e per la quale occorre che ci sia buona informazione”.

Consolidare esperienze positive già avviate
Esprimendo una visione accademica, Andrea Calamusa e Anna Laura Carducci hanno portato l’esperienza dell’Osservatorio della comunicazione sanitaria dell’Università di Pisa, dove da sei anni si tiene il Master in comunicazione bio-sanitaria. Calamusa e Carducci hanno spiegato l’importanza di studiare e applicare i modelli per la valutazione dei messaggi diffusi dai mass media in tema di sanità e medicina. Quella di Pisa è una situazione emblematica di come si possa in ambito universitario avviare un Osservatorio sulla comunicazione-informazione su sanità e medicina, un percorso già sperimentato proprio “grazie al contributo di Mario Bernardini, Presidente dell’ASMI, Associazione Stampa Medica Italiana” – hanno detto Calamusa e Carducci. Annunziatella Gasparini, dirigente ufficio stampa del Ministero della Salute, ha inviato un messaggio a Reggio Calabria, in cui si sottolinea proprio l’importanza di una comunicazione efficace da parte dell’Amministrazione pubblica e ha ricordato le campagne di comunicazione sull’Aids, sull’alcolismo e sul tabagismo.
In apertura dei lavori, il Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri ha ricordato come sia importante una buona informazione specialmente in una regione che viene rappresentata solo per i suoi aspetti negativi, casi di malasanità e quant’altro.

Scopelliti: in Calabria cambiamo tutto
Intervenendo in avvio lavori, Pasquale Veneziano, Presidente OMCeO di Reggio Calabria, nel sottolineare la grande soddisfazione per aver ospitato un evento su un tema così delicato, ha fatto riferimento alle particolari difficoltà in cui si trova la Calabria da tutti i punti di vista. E in questo senso è da sottolineare che all’iniziativa FNOMCeO ha partecipato anche Giuseppe Scopelliti (PdL), eletto Presidente della Regione nelle elezioni del 28-29 marzo. Sindaco di Reggio, 42 anni, Scopelliti interpreta in questo momento la voglia di cambiamento della regione più povera d’Italia. E parla chiaro: “Qui si cambia tutto. La Sanità in Calabria va cambiata dal basso. Ho apprezzato il gesto di alcuni manager che hanno rassegnato il mandato, aspettando una decisione della Regione. La Sanità è un tema scottante e delicato, sul quale la Calabria deve ripartire, azzerare tutto, per costruire il modello di sanità migliore. Il politico – ha detto ancora Scopelliti – deve guidare i processi, ascoltando il territorio. Voglio pensare ai bisogni dei cittadini, mettendo definitivamente da parte gli affarismi e le mazzette”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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