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XX Rapporto Pit Salute: “Sanità pubblica: prima scelta, ma a caro prezzo”

I cittadini italiani prediligono il servizio sanitariopubblico che però, a causa delle lunghe liste d’attesa, del costo elevato diticket e farmaci, delle carenze e dei disservizi è diventato sempre menoaccessibile.

È quanto emerge dal XX Rapporto Pit Salute per idiritti del malato dal titolo “Sanità pubblica: prima scelta, ma a caro prezzo”presentato il 13 dicembre a Roma e realizzato con il sostegno di IPASVI, FNOMCeO e FOFI, i tre ordini di riferimento di infermieri, medici efarmacisti. Il rapporto, pubblicato da Cittadinanzattiva, è fruttodell’elaborazione delle segnalazioni sulle inadeguatezze della sanità pubblicagiunte nel corso dell’anno al Tribunale per i diritti del malato, che sipropone di tracciare un quadro del Servizio Sanitario Nazionale dal punto divista dei cittadini.

Nel documento si legge come poco meno di un terzo deicittadini intervistati riscontri difficoltà di accesso al servizio sanitariopubblico, a causa di ritardi, eccesso di burocrazia e costi. In cima alla listadei problemi segnalati ci sono le liste d’attesa, stabili al 54,1%: i tempilunghi riguardano l’accesso alle visite specialistiche (si passa dal 34,3% del2015 al 40,3% del 2016), gli interventi chirurgici (dal 35,3% del 2015 al 28,1%del 2016) e gli esami diagnostici (dal 25,5% 2015 al 26,4% del 2016).

Altro problema molto sentito dai cittadini riguarda iticket, con segnalazioni in aumento dal 30,5% del 2015 al 37,5% del 2016. Inparticolare, il 37,4% denuncia la spesa salata e gli aumenti dellacompartecipazione per la diagnostica e la specialistica, mentre il 31% esprimedisagio per mancata esenzione (in aumento rispetto al 24,5% del 2015).

Il costo dei farmaci rimane fra le segnalazioni piùricorrenti: ne fa riferimento il 19,4% delle persone che nel 2016 si sonorivolte al Tribunale per i diritti del malato per ragioni economiche.Aumentano, inoltre, le denunce per il mancato accesso alle medicine perl’epatite C (44%), mentre il 24,2% segnala l’indisponibilità di farmaci e il 18,3% l’insostenibilità della spesaprivata, soprattutto per i prodotti di fascia C, a causa della differenza diprezzo fra brand e generico e per l’aumento del ticket.

In crescita anche le difficoltà inerentiall’assistenza territoriale (dall’11,5% del 2015 al 13,9% del 2016): quasi uncittadino su tre segnala problemi con l’assistenza primaria di base, legatisoprattutto al rifiuto delle prescrizioni da parte del medico e all’inadeguatezzadegli orari dello studio del medico di base.

Da dove partire per affrontare queste criticità?Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato diCittadinanzattiva, invoca un “sistema sanitario pubblico più accessibile,efficiente e tempestivo”, indicando fra le priorità gli investimenti sul SSN euna nuova strategia per la gestione dei tempi d’attesa e intramoenia, oltre auna regolazione dei ticket che tenga conto anche dei cambiamenti sociali edell’alto tasso di abbandono delle cure.

“Se deve esistere una relazione tra il medico e il paziente – ha detto Roberta Chersevani, Presidente FNOMCeO– allora deve esistere un rapporto anche tra le realtà che rappresentano le due categorie, i professionisti da un lato e i cittadini dall’altro. Ed è per questo che promuovo con forza questa collaborazione con Cittadinanzattiva. Chi lavora alla stesura di questo rapporto compie un lavoro importante di selezione e di filtro, perché non tutte le segnalazioni hanno ragione di esistere. Accade, infatti, anche che un cittadino, dopo essersi rivolto al Tribunale per i diritti del Malato, riesca a guardare la sua situazione da una nuova prospettiva. Molti comprendono anche di non essere affatto vittime di disservizi”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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