Report: chi ha “a cuore” il nostro cuore

Report n. 35/2010    

CHI HA “A CUORE” IL NOSTRO CUORE

Quella delle malattie cardiovascolari è una vera e propria pandemia che si sta vieppiù estendendo nel nostro Paese e nel resto del Mondo anche a causa dell’incremento della vita media delle persone. I dati diffusi in questi giorni sono allarmanti e inquietanti. Ogni anno in Italia 150mila persone vengono colpite da infarto; 127mila da scompenso cardiaco; 70mila vengono sottoposti ad angioplastica coronarica; 12mila ad ablazione transcatetere per varie aritmie cardiache; 180mila ad impianto di un pacemaker permanente; 4.100 ad impianto di un defibrillatore automatico per la prevenzione della morte improvvisa. C’è da aggiungere infine il dato più triste quello relativo alla “morte improvvisa” che colpisce 50mila pazienti l’anno a causa di aritmie cardiache maligne, di questi 5.000 sono giovani.

Ad avviso degli esperti tali dati sono il frutto più evidente del deterioramento della qualità della vita, e di regimi alimentari sbagliati (alcol,fumo, sedentarietà). Per arginare queste patologie sempre più ingravescenti esiste un rimedio semplice, la PREVENZIONE.

Per centrare questo apparentemente semplice obiettivo è stato recentemente costituita una onlus “Il Cuore di Roma” presentato in questi giorni in Campidoglio. Il suo unico, prioritario impegno è quello di informare i cardiopatici ed i potenziali tali sulle azioni con le quali prevenire le patologie cardiache e le loro principali complicazioni. E per coloro che purtroppo sono stati più colpiti da una malattia di cuore insegnare ad ottimizzare la qualità della vita ed evitare così ricadute. All’ideatore di questa interessante iniziativa, il Prof. Massimo Santini direttore del Dipartimento Cardiovascolare del S. Filippo Neri (Roma) abbiamo rivolte alcune domande finalizzate a conoscere meglio gli obiettivi strategici della neonata Onlus.

Professor Santini, l’incidenza delle malattie cardiovascolari sembra essere in continuo aumento. E’ stato calcolato che, in assenza di interventi “robusti” anche di tipo economico, nel 2020 si potrebbe arrivare al raddoppio dei casi di infarto. Cosa si propone di fare “Il Cuore di Roma” per arginare il fenomeno?
Il continuo aumento della patologia cardiovascolare e l’incremento della tecnologia disponibile per il suo trattamento creano un circuito vizioso che passando attraverso la cura delle malattie di cuore ed il prolungamento della vita dei pazienti provoca un progressivo aumento degli eventi patologici cardiovascolari ed un inarrestabile crescita della spesa sanitaria.
L’unica possibilità di interrompere questa spirale è la “Prevenzione” cioè fare in modo che i cittadini non si ammalino o quanto meno riducano l’incidenza della patologia. La Prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare sarebbe certamente premiante. Purtroppo non esistono programmi a lungo termine che consentano una effettiva riduzione dell’incidenza e della patologia cardiovascolare. Inoltre tentativi di prevenzione basata su interventi di semplice informazione su una popolazione europea di soggetti già infartuati ha dato risultati non molto incoraggianti. Il Cuore di Roma ha deciso pertanto di concentrare particolarmente la sua attenzione sulla popolazione giovanile che si è dimostrata, in una recente inchiesta condotta nelle scuole, particolarmente a rischio di divenire affetta, tra 15-20 anni da malattie di cuore. I ragazzi infatti spesso fumano, mangiano in maniera sregolata, sono sovrappeso, non praticano attività fisica, bevono alcol etc. Poter influire sulle loro abitudini di vita oggi potrebbe decisamente influenzare in maniera positiva la loro vita di domani.

Secondo il Rapporto di Meridiano Sanita’ 2009 il costo delle malattie di cuore supera i 22 miliardi di euro l’anno. E’ proprio così?
Il costo delle malattie cardiovascolari in Italia viene calcolato intorno ai 22 miliardi di euro/anno (per il solo infarto 5,5 miliardi/anno). Una cifra che cresce esponenzialmente con il miglioramento tecnologico e l’incremento numerico dei trattamenti. Tra 15-20 anni il costo diverrà insostenibile per qualsiasi servizio sanitario dei paesi occidentali se non si prendono provvedimenti adeguati.

Qual’e’ il rapporto tra l’economia della Sanità ed i vostri concreti propositi di prevenzione di massa?

La prevenzione può rendere in termini di spesa, un notevole servizio al Sistema Sanitario Nazionale riducendone significativamente la spesa. Evitare un infarto miocardico, significa evitare 4-5 giorni di ricovero (al costo di circa 1000€ al giorno), interventi di rivascolarizzazione, riabilitazione, assenza dal lavoro, etc. per non parlare della qualità di vita del paziente. Se si pensa che in Italia si hanno circa 5000 morti improvvise all’anno in età giovanile e che molte di esse sono dovute ad una patologia congenita del sistema elettrico cardiaco che sarebbe evidenziabile con un banale elettrocardiogramma del costo inferiore a un euro, si può immaginare il risparmio globale di un programma di prevenzione ben strutturato.

Quali i vostri programmi per i giovani per i quali non è stato mai varato uno specifico programma preventivo?
Andremo nelle scuole ad eseguire elettrocardiogrammi, misura del colesterolo, della glicemia e del peso corporeo. Inoltre sono programmate delle lezioni mensili su come prevenire le malattie di cuore e dei corsi di rianimazione cardiopolmonare per l’arresto cardiaco.

E’ possibile pensare a interventi massicci di prevenzione di tipo screening in campo cardiologico?
Interventi massicci comportano altrettanto massicci interventi organizzativi e finanziari. Il Cuore di Roma vuole inizialmente studiare la fattibilità di progetti di prevenzione, la loro efficacia ed i costi relativi, partendo da piccole comunità. Solo successivamente, una volta testata l’organizzazione si passerà a piani più espansivi

A che punto è il dialogo e la sinergia tra medici di famiglia e specialisti del settore per migliorare ed ottimizzare la prevenzione?
Purtroppo le linee guida sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari non sono applicate in più del 40-50% dei casi, il che vuol dire che non solo la popolazione ma anche i medici curanti non sono adeguatamente sensibilizzati al problema. Bisognerebbe studiare delle strategie che portano all’incremento dell’aderenza alle Linee Guida Internazionali.

“Mantieni il ritmo” questo uno dei tanti slogan da voi utilizzati per colpire “l’immaginifico” delle persone. Qual’ è sinteticamente la ricetta per mantenere il ritmo e migliorare quindi la qualità della vita in senso preventivo?
“Mantieni il Ritmo”, “Non delegare la tutela della tua salute” sono i due slogan principali del Cuore di Roma. Vogliono mantenere forte il riferimento ad occuparsi attivamente del nostro stato di salute e di richiedere con forza, agli operatori del settore, di mettere in opera qulle azioni atte a proteggerci dalle malattie cardiovascolari.

Autore: Redazione FNOMCeO

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