Nella interrogazione si rileva che la TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation) è una procedura medico- chirurgica, messa a punto sull’uomo nel 2002, con la quale si interviene per sostituire, con una protesi biologica, la valvola cardiaca aortica danneggiata, evitando un intervento cardiochirurgico tradizionale con apertura dello sterno, ricorso alla circolazione extracorporea e arresto cardiaco temporaneo. La TAVI trova dunque indicazione specifica per quei pazienti non altrimenti operabili ovvero considerati a rischio eccessivamente elevato per l’intervento cardiochirurgico tradizionale. In Italia, il ricorso alla procedura TAVI risulta inspiegabilmente meno frequente rispetto a tutti i principali e più avanzati Paesi europei (con l’eccezione della Gran Bretagna), non esistendo alcun fattore epidemiologico che possa giustificare tale situazione. Fatta eccezione per la regione Emilia Romagna (che ha effettuato una valutazione di impatto economico della TAVI e ha definito specifiche tariffe di rimborso) tutte le altre regioni hanno affrontato il problema in modo per lo più estemporaneo. L’assenza di indicazioni ministeriali chiaramente definite circa la classificazione e la codifica della procedura TAVI ed in grado di circoscrivere il perimetro entro il quale sia possibile identificare i pazienti che possano trarre beneficio dall’intervento e definire i requisiti minimi per gli operatori e per le strutture sanitarie in grado di effettuarlo sta provocando una profonda diseguaglianza sociale tra i cittadini residenti nelle diverse regioni, con esclusione di molti pazienti con specifica indicazione dalle potenzialità di questa innovativa procedura operatoria. Si chiede come intenda sanare, nell’ambito delle proprie competenze, la situazione sopra descritta, in modo tale da ristabilire modalità di accesso paritarie ed uniformi sull’intero territorio nazionale e se non valuti opportuno proporre l’adozione di codici di procedura nazionali univoci per l’identificazione della TAVI nelle SDO. Il Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, risponde all’interrogazione rilevando che le evidenze attualmente disponibili nella letteratura scientifica, riferite anche allo specifico contesto italiano, confermano l’estrema attenzione da dedicare alla valutazione del ricorso alla tecnologia TAVI (Transcatether aortic valve implant), attualmente adottata anche per i pazienti che non hanno le caratteristiche cliniche per beneficiarne, e per giustificare i maggiori costi (diretti e indiretti) rispetto all’approccio chirurgico alternativo, e inoltre effettuata anche in centri che non ne erogano volumi sufficienti a garantirne adeguati livelli qualitativi. L’area della cardiologia e cardiochirurgia rientra tra le aree prioritarie di revisione delle classificazioni nell’ambito del “Progetto It.DRG”, che proporrà soluzioni idonee per una migliore rappresentazione anche della tecnologia TAVI nelle informazioni prodotte dal flusso informativo SDO, e per una corretta determinazione dei corrispondenti costi di ricovero, sui quali poter basare la definizione di adeguate forme e livelli di remunerazione dei centri di emodinamica autorizzati ad erogarle. Nelle more della disponibilità dei prodotti finali del “Progetto It.DRG”, il Patto per la Salute prevede la possibilità che le Regioni, nell’ambito degli accordi per la compensazione della mobilità interregionale, «individuino e regolamentino, ai sensi del decreto ministeriale 18 ottobre 2012, i casi specifici e circoscritti per i quali può essere riconosciuta una remunerazione aggiuntiva, limitatamente ad erogatori espressamente individuati e in relazione a quantitativi massimi espressamente indicati, per tenere conto dei costi associati all’eventuale utilizzo di specifici dispositivi ad alto costo». Laddove condivise dalle regioni, le soluzioni per una remunerazione definita specificamente per i ricoveri ospedalieri relativi all’esecuzione della TAVI già adottate da alcune Regioni, tra cui l’Emilia Romagna, potrebbero essere estese, ai fini di una uniforme regolamentazione della mobilità sanitaria associata all’esecuzione della TAVI nelle strutture del Servizio-sanitario nazionale
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