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VACCINAZIONI: TRE TAPPE DELLA LUNGA MARCIA PER CONVINCERE I CONTRARI

È iniziata il 20 aprile a Bologna la quattro giorni piena di eventi e incontri sulla Medicina che cerca di fare il punto delle conoscenze acquisite a partire dalle radici passate, esaminando le più importante tecnologie che la stanno modificando nel presente per capire come saranno attuate le sfide del futuro ad iniziare da quella più importante: la sostenibilità economica dei sistemi sanitari.

È la terza edizione del Festival della Scienza Medica, promosso da Fondazione Carisbo e da Genus Bononiae, in collaborazione con l’Università Alma Mater, dedicato al tema “Fra innovazione e tradizione” che ha riunito a Bologna ben cinque Premi Nobel.

Il primo ad incontrare il pubblico è stato Jules Hoffmann, Nobel per la Medicina nel 2011, che ha inaugurato l’evento con la lettura magistrale “La risposta immune: dagli insetti agli esseri umani”.

Lo scienziato, Presidente dell’Accademia Francese delle Scienze, ha infatti studiato (ed è stato premiato per i suoi risultati a Stoccolma) come il moscerino della frutta riesca a combattere alcune infezioni attivando le risorse dell’immunità innata (vedi).

Il giorno dopo lo scienziato è stato ospite della trasmissione “Rai Radio3Scienza”, che è possibile scaricare integralmente da questo link (vedi), per rispondere a domande sui pericoli derivanti dal clima culturale che osteggia, quando non criminalizza, la pratica della vaccinazione. Della lunga e interessantissima intervista basta citare un unico dato proposto dal Nobel alla riflessione degli ascoltatori: in due secoli, dalla messa a punto ad opera di Jenner di questa pratica medica che è il punto focale della Prevenzione, le vite salvate sono almeno 1,5 miliardi.

Basterebbe questo dato a ridimensionare le pseudo-ragioni dei contrari che trovano facile credito popolare perché gli effetti protettivi della vaccinazione si vedono soltanto quando la copertura vaccinale diminuisce e le infezioni riprendono a colpire.

Il successo della penicillina è stato tale anche perché i suoi effetti sono stati immediati: prima si moriva di polmonite ma con l’avvento della penicillina e dell’era degli antibiotici le possibilità di sopravvivenza sono aumentate in modo evidente. Non a caso la lotta all’uso incongruo degli antibiotici, che ha portato alla comparsa di ceppi batterici resistenti, sembra incontrare le stesse difficoltà incontrate dalla pratica vaccinale: gli effetti dell’uso sconsiderato di antibiotici (come la diminuzione della copertura vaccinale) non sono infatti immediati ma soltanto preventivabili attraverso l’uso consapevole delle nostre conoscenze biomediche.

Trasmissioni come “Radio3Scienza” sono però uno strumento importante per cercare di attuare un’inversione culturale e condivisa di rotta.  Due giorni prima dell’intervista ad Hoffmann, la stessa trasmissione ha dedicato una puntata alle polemiche sulla trasmissione di Report sul vaccino anti HPV.

Questa la sinossi in rete della puntata e il link per scaricarla: “Si torna a parlare di vaccini, e tornano le polemiche. Lunedì scorso la trasmissione Report, su Rai3, ha deciso di dedicare la puntata ai presunti problemi dei vaccini contro il papilloma virus. La puntata è stata aspramente criticata dalla comunità scientifica. Cerchiamo allora di fare chiarezza, dati alla mano: quali sono davvero i rischi dei vaccini anti-Hpv? Quanti ceppi esistono? Quali le possibili reazioni avverse? A chi è consigliato? Proviamo a rispondere con l’aiuto di Aldo Venuti, corresponsabile HPV-Unit all’Istituto Regina Elena – Istituto San Gallicano e Pier Luigi Lopalco, epidemiologo all’università di Pisa” (vedi).

Autore: Redazione FNOMCeO

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