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Vaccini, riforma del Titolo V e disinformazione

Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2013 le coperture vaccinali hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 10 anni, secondo quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, riferiti al biennio 2012-14, la copertura è al limite della soglia di sicurezza. Tanto da aver allarmato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che per questo ha richiamato l’Italia e chiesto un incontro con il Ministro Lorenzin (vedi).

Ma perché in Italia le coperture vaccinali sono in calo? E soprattutto che cosa si può fare per invertire il trend?

Queste sono le domande alla base dell’interrogazione n.3-02142 (pubblicata il 5 agosto 2015, a prima firma della senatrice Valdinosi), che chiede di fare il punto sulla politica vaccinale nazionale.

Partendo da un tentativo di ricognizione delle cause, l’interrogazione sottolinea due criticità: da una parte la disinformazione (in particolare sui social network, che alimentano nei genitori confusione e preoccupazione immotivate su presunti rischi ed effetti collaterali), dall’altra la riforma del Titolo V della parte II della Costituzione, che avendo attribuito alle Regioni “la responsabilità, quasi esclusiva, dell’organizzazione e gestione del servizio sanitario”, avrebbe determinato la frammentazione del SSN in un “mosaico estremamente variegato”. Per cui, al trend decrescente generale della somministrazione dei vaccini, si affianca un’offerta sanitaria a macchia di leopardo: “a fronte di rischi infettivi sostanzialmente omogenei – si legge nell’interrogazione – le politiche vaccinali sono caratterizzate da una forte eterogeneità territoriale evidentemente ingiustificata”. Così, per esempio, in alcune Regioni i vaccini sono a carico dell’utente, e non del servizio sanitario.

L’interrogazione vuole quindi sapere se il Ministro preveda: di attuare un monitoraggio più stringente, con verifiche annuali,degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale (PNPV); di intervenire contro le Regioni che non rispettino questi obiettivi; di predisporre “una campagna informativa autorevole e chiarificatrice” sul valore della vaccinazione. E infine chiede se non sia il caso di valutare “un ripensamento dell’intera politica vaccinale, al fine di ripristinare un sistema vaccinale unico, unitario e nazionale, affinché tutti i bambini abbiano gli stessi standard di protezione ovunquenascano”.

Le risposte – arrivate nella seduta della Commissione Igiene e Sanità dell’8 ottobre per voce del Sottosegretario di Stato per la Salute Vito De Filippo – hanno sostanzialmente accolto nel merito tutte le osservazioni avanzate, confermando sia “l’importanza fondamentale dei vaccini” sia la necessità di intervento per garantire l’omogeneità di copertura. Per quanto riguarda “l’aggressiva disinformazione”, non basata su evidenze scientifiche, di cui la popolazione è stata vittima, la bozza del PNPV 2016-18 ipotizza l’avvio di una comunicazione istituzionale dedicata, con la previsione di arrivare anche nei programmi scolastici e universitari. Sul versante della dispersione delle prestazioni sanitarie a livello regionale, l’impegno per dare “nuovo vigore alle politiche vaccinali nazionali” potrebbe attuarsi anche “attraverso un finanziamento ad hoc per le attività vaccinali e un possibile acquisto ‘centralizzato’ delle vaccinazioni”, per garantire costi standard e continuità di approvigionamento.

Come ha di recente ricordato il Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Walter Ricciardi, sembra che si stia perdendo la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile, che un tempo “falcidiavano intere generazioni” (http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=31845). Occorre ripristinarla, e approvare con urgenza il nuovo PNPV. 

A cura di S. Boggio 

Autore: Redazione FNOMCeO

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