A fine giugno la Società italiana di fertilità e sterilità (Sifes) ha presentato in senato l’esito di un sondaggio condotto nei mesi scorsi tra giovani di età compresa tra i 14 e i 26 anni.
Secondo il presidente della Sifes, che commenta i risultati della ricerca in un articolo del Sole 24Ore, “il quadro che ne esce è in parte scoraggiante”: il tema della fertilità è noto “ma l’informazione in materia è superficiale e inesatta”.
Come in ogni ambito del sapere, e quindi anche della salute e della medicina, Internet gioca un ruolo sempre più importante: è la prima fonte di informazione per quasi il 40% degli intervistati. Soltanto il 15%, per avere chiarimenti su questi temi, si rivolge al medico. La maggior parte dei ragazzi (87%) sa che esiste una “correlazione tra invecchiamento della donna e diminuzione della fertilità”, pur non essendo in grado di collocare esattamente i limiti di età per il concepimento. I tre quarti del campione hanno sentito parlare di procreazione assistita, a conferma di come il tema sia ormai sdoganato. Decisamente bassa è la percentuale di giovani che ritiene importante effettuare controlli medici per verificare il proprio stato di salute riproduttiva.
Per questo motivo, concluso e presentato il sondaggio, la Sifes ha deciso di lanciare una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, in particolare per quanto riguarda stili di vita e comportamenti a rischio (la campagna, che sarà diffusa attraverso i social network, si chiama #ideefertili). L’obiettivo è diffondere informazioni scientificamente corrette, con un linguaggio comprensibile anche da un pubblico inesperto e con le idee un po’ confuse. A questo proposito viene sottolineato come medici di base e pediatri, date le occasioni di contatto con adolescenti e giovani adulti, possano essere di grande aiuto nel quotidiano, e rimangano quindi attori fondamentali “nella costruzione del patrimonio informativo dei giovani”.
Fonti:
Audio in Rete: http://www.torinomedica.org/torinomedica/?cat=6466
Autore: Redazione FNOMCeO
