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“Pari Opportunità in Sanità”: convegno a Salerno il 27 novembre

“Pari Opportunità in Sanità” è il tema del convegno promosso dall’Ordine di Salerno in programma sabato 27 novembre (inizio alle ore 9 presso la sede dell’Ordine).

Ai lavori, cui darà il via il Presidente Bruno Ravera, parteciperanno, tra gli altri, la senatrice Mariapia Garavaglia (“La donna nel mondo del volontariato”), Roberta Chersevani, Presidente OMCeO di Gorizia e Coordinatrice dell’Osservatorio sulla Femminilizzazione della Professione della FNOMCeO (“Il mondo ordinistico al femminile: presente e futuro”), Anna Ferrazzano, Assessore alle Politiche del Lavoro della Provincia di Salerno (“Politica sanitaria rivolta alle donne”), Paola Muti, Direttore Scientifico IFO – Istituto Regina Elena (“Livelli apicali e organizzazione lavoro al femminile”), Anna Patrizia Ucci, Odontoiatra rappresentante per l’Italia – ANDI del Working Group “Women in Dentistry” FDI-ERO ( “La libera professione della donna in sanità”).

“L’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Salerno – ha detto Ravera per essere vicino al mondo femminile, medico e odontoiatrico, ha istituito da circa un anno la Commissione Pari Opportunità allo scopo di garantire la più ampia partecipazione delle colleghe alla vita ordinistica e di favorire la parità nei diversi ambiti professionali. Perché ancora oggi in una società che afferma la parità tra uomo e donna esistono meccanismi che conducono a processi di differenziazione nel campo medico”.

“L’obiettivo del nostro convegno – ha aggiunto il Presidente dell’Ordine – è far emergere tali meccanismi e fornire utili spunti di riflessione e confronto tra varie figure professionali, allo scopo di contribuire al potenziamento del ruolo della donna nell’organizzazione sanitaria, a partire dall’Ordine dei Medici del futuro (prossimo)”.

Alla Coordinatrice della Commissione “Pari Opportunità” dell’Ordine , Luisa Pellegrino, cui si deve il merito di aver contribuito fattivamente nell’organizzazione dell’evento, abbiamo chiesto un’anticipazione sui temi al centro dei lavori .

Famiglia, lavoro, carriera, le donne medico e odontoiatra, devono affrontare non pochi problemi per dedicarsi alla professione…
L’impegno della donna nei ruoli su menzionati comporta una serie di problemi che spesso vengono sottovalutati e passano inosservati. La donna per sua forma mentis e per fatti caratteriali e storicamente riconosciuti ritiene giusto ed importante non sottrarsi ai ruoli che la vedono impegnata in famiglia, nel sociale ed altro. Nonostante questa grande versatilità e capacità di ottimizzare al massimo i suoi tempi non riesce, però, ad avere un adeguato riconoscimento al pari dell’uomo in ambito lavorativo. La voglia di realizzarsi nel proprio lavoro e cercare di raggiungere i massimi livelli apicali risulta essere ancora oggi per la donna un percorso estremamente ricco di ostacoli. Tutto questo ovviamente si rispecchia anche nell’attività medico –odontoiatrica dove ormai è riconosciuta una prevalenza femminile.

Una professione sempre più “in rosa” quali correttivi richiede sul piano contrattuale e organizzativo all’interno delle strutture?
Immaginiamo che per raggiungere i livelli apicali della propria professione si debba salire una scala! La scala è la stessa che percorre il collega di sesso maschile. Dov’è la differenza ? E’ nella partenza! Il collega maschio parte da un gradino più alto rispetto a quello della donna. La donna è coinvolta in maniera più totalitaria nella gestione della famiglia. E questo già allo stato attuale è un ostacolo. Ed è proprio riferendoci a questa differenza che intendiamo con le pari opportunità portare su uno stesso livello il punto di partenza per il raggiungimento dei livelli apicali. E’ chiaro che tutto ciò non avviene con il riconoscimento delle famose “quote rosa” che a mio parere è solo un numero svuotato della cosa più importante: il riconoscimento del merito e della capacità. Le quote rosa sono discriminanti!
Supportando le donne nel loro percorso (e sia chiaro non dico favorendole) tuteliamo prima di tutto la famiglia, quella famiglia che rappresenta ancora oggi un importante riferimento nella nostra società.

Qual è il primo passo per mettere sullo stesso gradino uomo e donna in modo che possano iniziare in parità il percorso professionale ?
Bisogna attuare una serie di misure organizzative e culturali volte a facilitare il ruolo della donna medico nel Servizio Sanitario Nazionale: ad esempio programmi di reinserimento dopo la maternità per non perdere i ruoli precedenti, flessibilità dell’orario di lavoro, proposte di modifiche ai contratti di lavoro che rispondano meglio alle esigenze delle professioniste. Supportando le donne con adeguati mezzi istituzionalizzati le incoraggiamo a continuare negli impegni a loro storicamente riconosciuti e nello stesso tempo a ricoprire ruoli importanti per la nostra società…E di certo non le demotiviamo.

In quali specialità risultano in aumento le donne medico? Esistono dei motivi, legati al genere, alla base delle scelte ?
Non entro in merito in maniera specifica a questa domanda. Una cosa è certa: nella scelta della specializzazione, al di là delle difficoltà che oggi l’università pone, esiste spesso anche una scelta legata alla maggiore conciliabilità con la famiglia. Non a caso sono preferite le branche mediche e non quelle chirurgiche. E sempre non a caso è in aumento la presenza delle donne nella medicina generale.

Parliamo di opportunità e parità di livelli retributivi: negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti?
Il ruolo della donna oggi è diverso dal passato sia nella realtà quotidiana sia nel mondo medico sanitario. E’ più autorevole ed incisivo, anche se ancora lontano dal raggiungimento della parità. Ci sono, infatti, condizioni in cui la donna è costretta a una minore disponibilità lavorativa in ore con il risultato di un profitto inferiore rispetto al suo collega maschio. Ribadisco, pertanto, che il futuro delle pari opportunità è di certo nell’adeguamento dei contratti di lavoro.

Autore: Redazione FNOMCeO

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