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Internet in Italia: tra presunzione e alfabetizzazione

L’Italia è una realtà difficile da descrivere perché molto complessa. Ad esempio ci preoccupiamo (giustamente) dei possibili effetti collaterali negativi che l’uso di smartphone, tablet e PC possono indurre su bambini e ragazzi. Questa preoccupazione porta naturalmente con sé l’impressione di vivere in un Paese tecnologicamente avanzato, connesso, in linea con numeri, percentuali e statistiche di una modernità che si fonda sulla comunicazione costante: ci fa sentire cittadini di quel “Villaggio globale” teorizzato da Herbert Marshall McLuhan, il sociologo e filosofo canadese morto nel 1980.

Un recente articolo pubblicato on line dalla testata “La Stampa” ci informa sul fatto che “i cittadini italiani accedono complessivamente ad Internet meno degli anziani americani. I primi lo fanno nel 63 per cento dei casi, i secondi nel 67 per cento”. Questo è l’inizio di un articolo dal titolo: “Internet per pochi. L’Italia non è un Paese di cittadini digitali. Manca un sistema di tutoraggio per chi è anziano o meno istruito, l’incompetenza è ancora diffusa” (vedi)

Per capire meglio la realtà descritta dal giornale torinese utilizziamo alcune chiavi di lettura dell’Istat, l’istituzione pubblica che con le leggi della statistica cerca di descrivere la realtà (e le sue evoluzioni) dell’Italia e che gode di una reputazione inviolabile (soprattutto all’estero).

Le analisi sui flussi di consumo di cultura, uso dei media e nuove tecnologie tarate sul decennio 2005-2015 e relative alla fascia di età tra i 65 -74 anni, non sembrano lasciare dubbi sulle affermazioni riportate da La Stampa. Il confronto sull’utilizzo di Internet tra americani e italiani anziani non ci permette nemmeno di scendere in campo per giocare la partita: 67% contro 25,6% (vedi).

Ma se cerchiamo di allargare lo sguardo per cogliere altri aspetti del rapporto che lega gli Italiani alle tecnologie per la comunicazione, le sorprese non mancano.
Un altro articolo pubblicato da un’altra testata quotidiana on line (Cor.Com) che si occupa specificamente di comunicazione e che ha fuso altre ricerche in materia svolte dall’Istat (vedi) sottolinea che nel 2016 oltre il 63% dei nostri bambini ha utilizzato il Web e il 44,6% della popolazione italiana si è connessa quotidianamente. Anche in questo campo il Bel Paese viaggia però a due velocità: le regioni del Centro-Nord usano il Web con percentuali superiori a quelle fatte registrare dalla media nazionale e che si avvicinano ai valori medi europei ma nel Mezzogiorno la quota scende invece molto al di sotto della media nazionale.

Nonostante tutto l’Italia compie costantemente passi in avanti nell’utilizzo del Web e questa tendenza è ormai da tempo consolidata nell’ambito della produzione: il 92,4% delle imprese l’anno scorso era connesso a Internet: un dato, questo, che è perfettamente in linea con il resto dell’Ue.

Il confronto complessivo sull’utilizzo di Internet tra Italia e gli altri Paesi Europei: occupiamo la terz’ultima posizione nella graduatoria europea degli utenti di Internet e ci piazziamo soltanto davanti a Bulgaria e Romania. I valori più elevati di utilizzo della Rete si registrano (ma questo non costituisce di certo una sorpresa) nel Nord Europa.

Un possibile quadro complessivo si può trovare in un ponderoso lavoro statistico messo in Rete dall’Istat con il titolo: Internet@Italia2014. L’uso di Internet da parte di cittadini e imprese

“I dati analizzati- si scrive sul documento- provengono dalla rilevazione ASPETTI DELLA VITA QUOTIDIANA, condotta su un campione di circa 24mila famiglie (per un totale di circa 54mila individui) distribuiti in circa 850 Comuni italiani e di diversa ampiezza demografica e rappresentative della popolazione italiana.

A partire dalle risposte fornite dagli intervistati sulla frequenza di uso di Internet sono stati individuati quattro gruppi:

  • utenti forti: usano Internet tutti i giorni (36%)
  • utenti deboli: usano Internet almeno di una volta a settimana (16%)
  • utenti sporadici: usano Internet meno di una volta a settimana (3%)
  • ex utenti: hanno usato Internet più di tre mesi fa (5%).

Sommando gli utenti forti a quelli deboli e sporadici e i non utenti agli ex utenti, si evidenzia che più della metà della popolazione italiana è utente di Internet: 32 milioni di persone, corrispondenti a circa il 55% della popolazione con più di 6 anni, a fronte di circa 24,5 milioni (43%) di persone che non si connettono alla Rete”.

Per migliorare lo scenario dell’accessibilità non sembra più rinviabile (come afferma il già citato titolo de La Stampa) l’avvio di un “sistema di tutoraggio” per gli analfabeti digitali, siano essi anziani o poco istruiti.

Autore: Redazione FNOMCeO

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