Assemblea nazionale odontoiatri: orgoglio professionale e tutela dei cittadini

Relazione di apertura e replica affidate al presidente Giuseppe Renzo, Presidente CAO nazionale, all’assemblea degli odontoiatri a Roma, che si è tenuta sabato 23 giugno. Al centro delle considerazioni, tutti i problemi di una professione che riscopre il proprio orgoglio e che vuole guardare in avanti, avendo chiaro che la mission resta quella della tutela della salute dei cittadini.

Ma il pensiero di Giuseppe Renzo va all’iniziativa del giorno precedente nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati (vedere in altra parte del portale). “Ieri – ha esordito Renzo – abbiamo tenuto un evento importante per la nostra attività istituzionale. E anche la location era quella giusta, anche in vista del dialogo aperto con il Governo e il Parlamento, in un momento in cui le Istituzioni sono molto attente rispetto alle nostre iniziative. Qualcuno mi ha chiesto: dove andremo la prossima volta? Rispondo che ieri abbiamo parlato dei procedimenti disciplinari. Ma andremo avanti – ha annunciato Renzo – con una grande iniziativa sui temi della prevenzione e dell’assistenza e cercheremo di andare presso la Presidenza della Repubblica. Il nostro cammino non si ferma e, ad uno ad uno, risolveremo i problemi che ci si presentano davanti. E ieri si è trattato di un salto di qualità, perché abbiamo dimostrato di capire in anticipo che cosa stava succedendo”.

E, certo, nella Sala del Mappamondo i problemi sono stati affrontati. In sede di Assemblea, Renzo li ha richiamati, confortato anche dagli interventi di molti esponenti delle CAO provinciali (tra cui Landi, Fiorile, Brucoli, Del Frà, Berchicci, Raspini, D’Achille, Fusca, Veronesi, Di Fabio, Del Giudice, Intini), che hanno tutti confermato di condividere la linea che la CAO nazionale sta portando avanti, fornendo anche suggerimenti e proposte. Un clima che Renzo ha così sintetizzato: “La nostra categoria più unita di così non potrebbe essere, ed è importante che sia così, in questa fase nella quale altre categorie, altri professionisti cercano di entrare nella nostra professione, avanzando richieste di riconoscimento”.

E c’è tutto un mondo che si muove attorno a questo tema: le cosiddette lauree facili conseguite all’estero, i meccanismi di accertamento della qualità professionale, il numero dei laureati in Odontoiatria che si iscrivono agli Albi ogni anno: circa 1.500, a fronte di 800 laureati nelle Università italiane. Gli altri da dove vengono? Persiste anche il fenomeno di italiani che vanno nelle Università di altri Paesi e poi tornano per esercitare in Italia. Forse si dovrebbero fare più strette le maglie dei controlli, con esami di abilitazione seri. Anche perché, come ha spiegato Renzo e poi hanno confermato altri Presidenti CAO, “attualmente gli odontoiatri in Italia sono circa 59 mila, praticamente uno ogni 900 abitanti, quando l’OMS indica il numero ottimale in uno ogni 2.000 abitanti”. Si affaccia, specialmente in alcune regioni, lo spettro della disoccupazione per gli odontoiatri, non soltanto per la sproporzione rispetto agli abitanti, ma anche per gli elevati costi da sostenere per aprire uno studio.

Ha riferito, Renzo, del tavolo tecnico presso il MIUR, di una riunione congiunta tenutsi il 13 giugno e di un’altra prevista il 6 luglio. Anche in quella sede è emerso che la programmazione non è coerente con le esigenze della professione: “Occorre – ha affermato Renzo – un esame di abilitazione che veda la partecipazione degli Ordini, prima o poi toccherà arrivarci”.

Insomma, un cammino a tappe, certo faticoso, se solo si pensa al percorso già fatto e alle cose che restano da fare. E Renzo ha concluso: “Non possiamo che andare avanti sulla strada che abbiamo intrapreso, continuando nell’interlocuzione con le Istituzioni, stando dalla parte della legalità e della riaffermazione dei valori della nostra professione. Anche perché dobbiamo contrastare i danni alla nostra immagine provenienti da casi di evasione fiscale, un fenomeno che è strettamente connesso all’abusivismo e al prestanomismo, a cui abbiamo dichiarato guerra diretta non solo per tutelare la dignità della nostra professione, ma soprattutto per tutelare la salute dei cittadini”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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