LA PROFESSIONE (QUELLA VERA) NON VA IN TELEVISIONE

Il ritorno dopo la pausa estiva ci riporta nel cuore delle vicende della sanità italiana. L’estate ci ha portato – tra le altre – le notizie sempre più preoccupanti delle fiction dedicate agli episodi di mala-sanità riletti con l’occhio ambiguo della televisione, spesso interessata a cavalcare i nervi sensibili dell’opinione pubblica, ma non a descrivere la realtà. Quella stessa televisione che sbatte il medico in tribunale con singolare celerità e spettacolarizzazione, ha ormai trasformato proprio un medico – chi non conosce il Dottor House dall’intuito infallibile e dal sex appeal indiscutibile che opera in un ospedale che pare la casa del Grande Fratello circondato di dirigenti isterici, colleghi incapaci e infermieri subdoli – in una star buona per tutte le generazioni.

Guardando il grande schermo durante il periodo estivo ci si accorge che “tira sempre” (e già l’autunno si preannuncia ancor più ricco…) anche un altro prodotto malsano in cui l’ars medica è suo malgrado coinvolta: telefilm dove l’attenzione spasmodica e a volte malsana per le autopsie, le analisi di sostanze organiche non ben definite, la ricerca del padrone di un dna, le sezioni di corpi e di arti, prendendo a prestito sia dai RIS che dai dipartimenti di anatomia patologica di tutto il mondo la voglia di emozioni forti. Sono i telefilm su sfondo noir che hanno sempre medici e poliziotti – a volte non si capisce dove finisca una professione e dove inizi l’altra – in primo piano. Insomma: per la tivù a volte i medici sono il maligno, altre volte sono una via di mezzo tra lo sciamano e il dottor Frankenstein, figure ottime comunque per innalzare l’audience.


La realtà di chi fa il medico è ben diversa, ma – come sempre – purtroppo in pochi la raccontano. Certo è fatta anche di errori, ma in massima parte è costituita di uomini e donne che stanno in corsia per giornate intere o che spesso e volentieri per la loro opera sul territorio sono ancora ritenuti la punta più sana e generosa del nostro Pase, come confermano ogni anni le statistiche del Censis.


 


La realtà di questo “ritorno dopo l’estate” è ad esempio quella di una categoria che si attende dal Ministero del Welfare molte risposte sul proprio essere e operare. Ad esempio dopo l’accordo sulla dirigenza medica ci si attendono i rinnovi delle convenzioni e dei contratti dell’ospedalità privata, come pure la ripresa del tema dei nuovi Lea, senza contare tre temi brucianti legati al SSN: finanziamenti (che per il 2009 dovrebbero registrare un preoccupante “incremento zero”), turni di riposo, atteggiamento verso le regioni non-virtuose. A questi macro-temi vanno ad aggiungersi poi i dibattiti politico-deontologici e su tutti la necessità di riflessione pacata e attenta sui temi etici, nuovamente riportati in primo piano da molti e dolorosi “fatti personali”. Proprio su questo terreno si ritroverà la FNOMCeO a Ferrara il 24 ottobre per dialogare su “Etica e Deontologia di inizio vita”, in un appuntamento fortemente voluto e preparato anche con le associazioni impegnate sui temi etici della professione.


 


Inoltre – volendo sempre parlare di appuntamenti – proprio nel prossimo autunno l’attenzione internazionale della categoria sarà rivolta all’Italia: Venezia sarà infatti sede dal 2 al 4 ottobre della seduta del GIPEF, organismo che coordina le attività in ambito sanitario dei Paesi Euro-Mediterranei (Grecia, Italia, Portogallo,Spagna, Francia, Belgio,Cipro, Slovenia, Lussemburgo, Albania); negli stessi giorni si riunisce sempre nella Serenissima il COMEM (Conferenza degli Ordini dei Medici Euro Mediterranei), nato per attivare e mantenere relazioni stabili tra numerosi Ordini e Associazioni Mediche di paesi che si affacciano sul Mediterraneo, paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Per terminare l’autunno ci porta le elezioni ordinistiche: tutti i medici andranno alle urne per rinnovare le rappresentanze dei propri Ordini provinciali a tre anni dalle ultime votazioni. Un momento di grande democrazia e rappresentanza. 


Tutto questo per riaffermare che il medico-star televisivo sarà pure bravo, bello e intrigante, ma la realtà, quella quotidiana, quella ‘sul campo’ della professione e delle sue domande, è tutta un’altra cosa.



 

Autore: Redazione FNOMCeO

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