“Le istituzioni sanitarie europee si adoperino per creare corridoi umanitari per i feriti in Libia, sia per la cura sul luogo sia nei paesi vicini, e si attivino anche per l’accoglienza nelle strutture del Vecchio continente dei casi più complessi, che non possono trovare adeguata tutela nell’area”.
Così il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, aderiva – per voce di Adnkronos Salute – all’appello lanciato dai colleghi tunisini, che chiedevano l’apertura di un canale sanitario protetto per l’evacuazione dei feriti. E lo rilanciava, chiedendo l’attenzione dell’Europa sull’emergenza sanitaria in Nord Africa.
La FNOMCeO ha ben presenti le difficoltà operative di intervento che “sono sicuramente enormi”. Ma “bisogna sforzarsi per trovare strumenti e soluzioni”, anche facendo leva sugli accordi bilaterali nel settore sanitario che già coinvolgono vari paesi, tra cui l’Italia.
Bianco ricorda anche che i medici hanno già “un luogo di confronto con i professionisti dell’area, la Conferenza permanente dei medici dei paesi dell’Euromediterraneo (Comem) che potrà essere attivata per eventuali iniziative”.
E l’appello della Federazione è stato accolto come “giusto e necessario” da Foad Aodi, presidente dell’Associazione italiana Medici stranieri e rappresentante in Italia della Comunità del Mondo arabo. Foad Aodi sottolinea che “il sostegno dei medici in questo momento è di grande importanza per chi sta vivendo la difficile emergenza in Libia”. Mancano infatti “anestetici, sangue, antibiotici, strumenti chirurgici:m tutto quanto riguarda l’emergenza e l’urgenza”. E, soprattutto, medici.
“La crisi economica ha creato una vera e propria emorragia di professionisti – spiega infatti Foad Aodi, appellandosi ai colleghi disposti a partire – Molti medici e operatori sanitari di origine araba lasciano i loro paesi per immigrare in Italia, Francia, Germania, Austria”.
Autore: Redazione FNOMCeO