Iniziative di competenza in merito al personale del Servizio sanitario nazionale per assicurare i livelli essenziali di assistenza. In discussione ieri alla Camera dei Deputati.
L’Assemblea della Camera dei Deputati nella seduta del 15 giugno 2015 ha svolto la discussione generale delle mozioni Grillo ed altri n. 1-00767, Miotto ed altri n. 1-00899, Calabrò ed altri n. 1-00900, Nicchi ed altri n. 1-00904, Palese e Fucci n. 1-00905, Vargiu ed altri n. 1-00907 e Rondini ed altri n. 1-00908, concernenti “Iniziative di competenza in merito al personale del Servizio sanitario nazionale, al fine di assicurare i livelli essenziali di assistenza”. L’On. Silvia Giordano (M5S) ritiene sia necessario partire da una deroga al blocco del turnover e parallelamente procedere alla stabilizzazione del personale precario, una deroga al blocco del turnover che si deve applicare anche nelle regioni soggette a piano di rientro, in quanto il risanamento non passa certo per la limitazione del personale necessario a garantire l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza. La mozione del Movimento 5 stelle impegna il Governo ad istituire, in sede di Conferenza Stato-regioni, un tavolo di confronto al fine di individuare le modalità di rivisitazione, nel rispetto della programmazione come stabilito dalle normative vigenti, delle norme di gestione del personale degli enti e delle aziende del Servizio sanitario nazionale. L’On. Anna Margherita Miotto (PD) rileva che risulta essere importante la costituzione del tavolo politico previsto dall’articolo 22 del patto per la definizione di una legge delega che preveda nuove norme per la valorizzazione delle risorse umane del sistema sanitario nazionale, per favorire un’integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie, una nuova disciplina della formazione di base specialistica del personale, la introduzione di standard di personale per livello di assistenza, al fine di determinare il fabbisogno dei professionisti sanitari a livello nazionale, nonché la puntuale applicazione del DPCM sul precariato. La mozione del PD impegna tra l’altro il Governo a predisporre una revisione complessiva dei vincoli imposti per la gestione del personale del Servizio sanitario nazionale con provvedimenti volti a favorire il ricambio generazionale, ad assumere iniziative per preservare la dotazione di personale attraverso assunzioni a tempo indeterminato nei servizi strategici come i servizi d’emergenza-urgenza, terapia intensiva e subintensiva, centri trapianti, assistenza domiciliare e a valutare la necessità di assumere iniziative di competenza per introdurre una distinta area negoziale della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale ai fini della stipula dei relativi accordi nazionali di lavoro. L’On. Paola Binetti (Area Popolare – NCD-UDC) illustra la mozione Calabrò n. 1–00900 di cui è cofirmataria. Con la suddetta mozione si impegna il Governo ad adottare, in tempi rapidi, una metodologia, mediante accordo in sede di Conferenza Stato-regioni, che consenta di determinare il fabbisogno di personale sanitario a livello nazionale e regionale in modo univoco, in quanto determinato in base a uniformi e definiti parametri e criteri di valutazione, nonché a garantire un’attività di monitoraggio, a livello centrale, per la sopraddetta iniziativa e a valutare, ferma restando la competenza regionale in materia, ogni iniziativa di competenza, anche di concerto con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, affinché siano individuate misure volte a realizzare la mobilità interregionale del personale sanitario. L’On. Marisa Nicchi (SEL) sottolinea che il blocco del turnover per il personale impedisce il ricambio generazionale. Ha fatto sì che circa un terzo del totale del personale abbia tra i 51 e i 59 anni, con carichi di lavoro sempre più usuranti, che naturalmente si ripercuotono sull’assistenza sanitaria, per esempio, in alcuni anelli del sistema molto, ma molto delicati: penso a tutto il sistema dei pronto soccorso che, per definizione, prevede un’organizzazione stressante e attiva ventiquattro ore su ventiquattro. Con la mozione si impegna tra l’altro il Governo ad assumere iniziative volte a rivedere le politiche che limitano le assunzioni di personale del Servizio sanitario nazionale, anche per le regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari, con particolare riguardo a quelle che manifestino criticità nell’erogazione delle prestazioni proprio a causa del blocco del turnover, al fine di garantire la piena erogazione dei livelli essenziali di assistenza e consentire la riorganizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario nazionale e ad avviare le opportune iniziative volte ad avviare un condiviso e graduale percorso di stabilizzazione del personale precario degli enti e delle aziende del Servizio sanitario nazionale. L’On. Rocco Palese (PDL) rileva che non c’è dubbio che è stata una grande ricchezza la scelta politica che fu fatta nel 1978, con la legge n. 833, con cui si è determinata per il nostro Paese una grande attuazione della Costituzione su un bene primario che è la salute: l’accesso universalistico. Quindi il nostro grande obiettivo è cercare di puntare veramente sul mantenimento di questa grande conquista, di questa grande scelta politica. Con la mozione il PDL impegna il Governo ad assumere ogni iniziativa di competenza, e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente, atta a porre in essere gli opportuni controlli per fornire un quadro aggiornato, riferito all’intero territorio nazionale, delle conseguenze derivanti dalle operazioni di contenimento della spesa sul piano del rispetto dei livelli essenziali di assistenza e a procedere ad un monitoraggio degli effetti degli interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa per rimuovere tutti gli ostacoli volti ad impedire un’adeguata gestione del personale degli enti e delle aziende del Servizio sanitario nazionale, anche mediante l’istituzione di opportuni tavoli di confronto con le categorie interessate al fine di superare, ove ce ne sia la possibilità, il blocco del turnover del personale e favorire l’adeguata allocazione delle professionalità presenti in campo medico ed infermieristico. L’On Giovani Monchiero (Scelta Civica Per l’Italia) evidenzia che è di queste ore la notizia che il maggiore sindacato dei medici, il più rappresentativo, l’ANAAO, sta minacciando lo sciopero e i motivi di questa protesta sono pur sempre gli stessi: il rinnovo del contratto, fermo da moltissimi anni; la calendarizzazione di una legge sulla responsabilità professionale dei medici e del personale sanitario; poi naturalmente interventi per lo sblocco del turnover e la stabilizzazione dei precari. Con la mozione si impegna tra l’altro il Governo a prevedere un’attenuazione dei vincoli per le assunzioni per quelle regioni che, pur avendo avviato concreti percorsi di rientro, manifestino pesanti criticità nell’erogazione delle prestazioni a causa del blocco del turnover, cosa che appare preferibile alle esternalizzazioni nelle attività sanitarie core ed evita il rischio del mancato trasferimento di know how tipico del personale in convenzione e a promuovere, nell’ambito delle proprie competenze, una maggiore autonomia delle aziende sanitarie locali, attivando nei loro confronti una virtuosa logica premiale che consenta alle aziende che si sono distinte per best practice di far valere a cascata lo stesso meccanismo nelle strutture organizzative interne, al fine di migliorare l’equilibrio tra costi e produzione e la complessiva qualità delle prestazioni erogate al paziente. La mozione presentata da Rondini e altri (Lega Nord e Autonomie) impegna il Governo ad assumere iniziative per prevedere controlli stringenti sulle assunzioni di personale per quelle regioni in cui è previsto un piano di rientro per quanto riguarda le spese sanitarie, tenuto conto che il costo del personale è la voce più rilevante nei bilanci e ad assumere iniziative per la rimozione del blocco del turnover per quelle regioni i cui bilanci in materia sanitaria raggiungono obiettivi di sostenibilità e di efficienza, invece di penalizzarle con costanti tagli finalizzati al ripiano dei deficit dei bilanci di regioni che per gestioni poco oculate rischiano il dissesto finanziario.
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