Facciamo i conti con i vaccini

1530 miliardi di euro, più di 10 volte il Piano Marshall: è il beneficio economico stimato per l’attuazione dei piani vaccinali in 94 paesi, a fronte di una spesa di 34 miliardi di dollari.

Ad affermare che i vaccini non salvano solo vite umane, ma anche i bilanci pubblici, sono stati i ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, guidati da Sachiko Ozawa. Lo studio, uno dei primi a valutare il rapporto costo/beneficio delle vaccinazioni da un punto di vista prettamente economico, è pubblicato sull’ultimo numero, monografico sul tema,  di Health Affairs , rivista di politica sanitaria.

I ricercatori  hanno valutato l’impatto finanziario delle politiche vaccinali in 94 paesi a basso e medio reddito, basandosi sui tassi di immunizzazione stimati dal 2011 al 2020 per dieci infezioni prevenibili:  quelle da Haemophilus influenzae tipo B, Neisseria meningiditis sierogruppo A, papillomavirus umano, rotavirus, pneumococco, epatite B, encefalite giapponese, morbillo, rosolia, febbre gialla.

La spesa totale per i programmi di immunizzazione è stata stimata in 34 miliardi di dollari. Si è poi passati a valutare i risparmi ottenuti: considerando solo i “costi vivi” delle malattie, dovuti alle terapie e al calo di produttività, il ritorno è stato di 586 miliardi di dollari, circa 16 dollari per ogni dollaro speso. Ma da un’analisi separata che teneva conto del più ampio impatto sociale delle malattie (quantificando anche il valore che i cittadini attribuiscono a una vita più lunga e in buona salute), i benefici economici sono saliti a 1530 miliardi di euro, con un “rientro” pari a quasi 45 volte l’investimento.

“Le nostre scoperte  dovrebbero incoraggiare i finanziatori e i governi nel continuare a investire nelle politiche vaccinali – auspica Ozawa.

E una valutazione del rapporto costi-benefici delle strategie di immunizzazione è al centro anche dell’ultimo Editoriale dell’Aifa, a firma congiunta del presidente Mario Melazzini e del Direttore Generale Luca Pani, che accende i riflettori sull’”Importanza di definire un prezzo sostenibile per i vaccini”.

“L’immunizzazione – si legge nell’Editoriale – è universalmente considerata un intervento di salute pubblica costo-efficace, tuttavia il rapporto tra il beneficio prodotto e i costi relativi, e quindi l’interesse a promuoverne l’impiego diffuso, varia in base a diversi fattori, tra cui l’epidemiologia della malattia, la sua gravità e l’allarme che un’epidemia in corso suscita nella popolazione; inoltre, la convenienza a investire nell’immunizzazione è maggiore nei paesi in cui si spende di più per curare quelle malattie che sono prevenibili coi vaccini”.

Un tema, quello di conciliare le politiche di immunizzazione con profitti equi per l’industria e sostenibili per i budget pubblici, affrontato anche in un altro Editoriale (Immunization Policy and the Importance of Sustainable Vaccine Pricing”) pubblicato su JAMA da H.C. Meissner, della Tufts University School of Medicine di Boston e ripreso da Aifa.

“In un futuro non troppo lontano – afferma Meissner – potrebbero essere disponibili vaccini contro diversi agenti patogeni e il consenso sull’uso di uno specifico vaccino non sarà facile da raggiungere. I costi incideranno sulle raccomandazioni. Stabilire un modello di definizione del prezzo sarà fondamentale per assicurare un ampio accesso ai notevoli vantaggi che i vaccini futuri sicuramente forniranno”.

A cura di Michela Molinari-Ufficio Stampa FNOMCeO 

Autore: Redazione FNOMCeO

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