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Anche assicurare servizi igienici a tutti è un atto medico

Più della metàdella popolazione mondiale non dispone di una latrina in casa o nellepertinenze, per quanto modeste possano essere, dell’abitazione in cui vive.Questo dato (non soltanto per gli scenari di indigenza occulta che tale realtàrivela) si traduce in un pericolo talmente grave per la salute che, se non affrontatocon decisione, da solo può rivelarsi una delle emergenze sanitarie globali piùgravi: sia per la cifra enorme di abitanti della Terra coinvolti sia per ilfatto che per uscire dall’emergenza bisogna realizzare opere pubblicheinfrastrutturali con un impegno di risorse nemmeno paragonabile a quello richiestoper organizzare una campagna vaccinale di livello planetario. Per riflettere suquesta eventualità e sulle diseguaglianze economiche, sociali e culturali leNazioni Unite hanno proclamato il 19 novembre di ogni anno, “World Toilet Day”:Giornata Mondiale dedicata al diritto all’uso degli scarichi fognari e allabonifica delle acque reflue (vedi).

Sulle rivistemedico-scientifiche è molto facile trovare pubblicazioni che indicano il numerodelle vite salvate dagli antibiotici, dai vaccini o dalle statine ma ben pocosi può reperire sui benefici sanitari indotti dall’uso del sapone per lavarsile mani e dall’introduzione di realizzazioni ingegneristiche civili, fondamentaliper conservare la salute, come acquedotti e fogne. Su quelle pagine continua inqualche modo (anche se sempre più subliminale) la sottovalutazione di pratichesanitarie fondamentali, perché alla portata di tutti. Non si può dimenticare allafine dell’Ottocento a Vienna il “Caso Ignaz Semmelweis”. Questo medico, attento e illuminato, concluseinfatti in manicomio la sua vita per aver postulato una relazione tra la febbrepuerperale e la contaminazione indotta dalle mani degli studenti in Medicinache passavano dalla sala settoria alla sala parto senza nemmeno lavarsi le manicon acqua e sapone (vedi).

Tra l’altro percelebrare in modo congruo il “World Toilet Day” è necessario fare un saltotemporale ancora più ardito: occorre arrivare all’epoca etrusca e alle suerealizzazioni di ingegneria idraulica riprese e adottate dagli Antichi Romani epoi diventate (insieme alla rete stradale) uno dei fattori più importanti per l’estensionee la longevità del suo Impero (vedi).


La dimensione sociale della Medicina

La Sanità, che puòessere definita dimensione sociale più importante dell’esercizio della Medicinamoderna, non può che fondarsi sulla disponibilità universale delle risorse piùidonee a garantire la conservazione della salute. Gli acquedotti e le fognaturerappresentano una condizione fondamentale, insieme alla disponibilità di cibodi buona qualità e di aria respirabile senza rischi, per poter parlare ditutela della salute e quindi di Sanità. Se questo è vero, il mancato accesso aqueste risorse fondamentali che rappresentano i requisiti minimi perprogrammare la tutela pubblica della salute, non può che diventare unarivendicazione prioritaria per la classe medica di qualsiasi Paese. Tral’altro, proprio dall’analisi di queste carenze o assenze non può che iniziare,a qualsiasi livello (locale o planetario), una riflessione articolata sullediseguaglianze che condizionano la salute. Questo fondamentale lavoro diricerca e di analisi dei risultati è diventato uno dei compiti più qualificantiche si è giustamente attribuita la FNOMCeO: basti ricordare il recentissimo emolto importante convegno del 2 dicembre scorso di Reggio Emilia su “La salutedisuguale e le risposte dei servizi sanitari”: (vedi), (vedi), (vedi).

Bohème a Parigi e West End a Londra: due modidi vivere la modernità
Su questasensibilità culturale si può addirittura ricostruire la storia dell’umanità:una sorta di storia alternativa non focalizzata sulle modalità di accumulo e digestione del potere ma sullo studio delle disuguaglianze sociali che da sempredeterminano l’aspettativa di salute, l’accesso agli strumenti per tutelarla equindi la lunghezza e la qualità della vita. Si pensi soltanto alla definizioneitaliana di “piano nobile” e alla Bohème che ha caratterizzato la vita socialee culturale della Parigi di  fineOttocento.
Il nostro “pianonobile”, che identifica negli stabili di pregio il primo piano, si chiama cosìperché era appannaggio delle classi sociali più abbienti in quanto, in casod’incendio, assicurava le possibilità di sopravvivenza migliori perché inprossimità della via di fuga costituita dal portone d’ingresso dello stabile.Nel passato (anche non molto distante dalla nostra epoca) gli incendi erano infattimolto più diffusi di oggi perché l’uso di fiamme libere, da combustione dilegna o carbone, era una consuetudine per scaldarsi e cucinare.
L’epoca pariginadella Bohème nasce invece dall’utilizzo dei sottotetti trasformati in economicaabitazione civile ad opera dell’architetto François Mansart: un’operazioneedilizia imponente iniziata due secoli prima per dare alloggio alle masse chedalla provincia si trasferivano a vivere nella capitale francese. Le condizionidi vita dure (caldo infernale d’estate, freddo polare d’inverno, rischio quasiassoluto di morire in un incendio anche per l’impossibilità di trasferire acquadal piano terra ai tetti) diventarono uno status rivendicato con orgoglio daintellettuali e artisti negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Negli stessi secoliLondra diventa progressivamente una metropoli e le classi dirigenti sitrasferiscono dal centro città (non ancora diventata quella concentrazione dibanche chiamata “City”) verso la periferia occidentale: il West End. Il motivoè semplice. Nel nostro emisfero la circolazione dell’aria procede (a causadella rotazione terrestre) da Ovest verso Est. Alcune testimonianze più o menoillustri (vedi), concordano sull’irrespirabilità dell’aria della capitale delRegno Unito dopo l’affermarsi della prima rivoluzione industriale. Aria caricadi fumo di carbone e nebbia d’inverno e, d’estate, fumo di carbone e odorimefitici dovuti alla fermentazione delle deiezioni umane ed equine. La trazioneanimale dei veicoli magari non produceva l’attuale PM 10, ma una concentrazionedi uomini e cavalli impressionante che, insieme alla scarsa efficienza delsistema fognario londinese, rendeva difficilissima la vita ovunque meno che alleporte occidentali della città dove l’aria era quella che arriva dall’OceanoAtlantico.

Carenze intollerabili
La ricostruzionestorica aiuta il senso critico, forse. È dunque oggettivamente inaccettabileche la presenza della specie umana sulla Terra possa essere oggi messa rischiodalla mancanza di servizi igienici e fognature.


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Autore: Redazione FNOMCeO

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