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A Matera le scelte sagge in medicina: intervista alla Presidente FNOMCeO

A Matera si è discusso di uno dei temi centrali dell’attuale
dibattito medico-sanitario: le scelte appropriate in medicina. Al
centro di queste scelte, come più volte da Lei ricordato, ci sono i
cittadini.  In che modo Fnomceo – oltre a sostenere e a partecipare a
iniziative importanti come questa – può promuovere l’educazione del
cittadino alla “sobrietà” della medicina?

I cittadini sono interlocutori attenti e sensibili al
diritto dell’informazione e vivono concretamente l’evoluzione del
concetto e della pratica di salute che oggi è sempre più un iter di
"adattamento". Per tale ragione questi eventi degli Ordini, a livello
periferico, sono un’occasione strategica di incontro e di confronto: il
contatto tra Ordine e popolazione sul territorio favorisce un rapporto
più stretto e una conoscenza più diretta di problemi e domande. In
questo contesto è possibile un maggior coinvolgimento del cittadino e
una sua più diretta esposizione anche con le sue proposte. Conoscere e
"abitare" in termini culturali un territorio locale permette di
costruire insieme un percorso più costruttivo, a partire dalla base.

Il
titolo del Suo intervento è “Fnomceo come strumento di cambiamento”: è
fondamentale ricordare il ruolo che la Federazione ha nei processi di
cambiamento professionale e culturale. Qual è lo scenario oggi?

Come è noto Federazione da tempo si batte per il
ruolo della Professione, per l’aggiornamento del medico, per la
sicurezza del paziente nel processo diagnostico terapeutico. In questo
senso la Federazione è davvero un dispositivo di cambiamento e siamo
convinti che tutto ciò che riguarda la medicina, in termini di
cambiamento e di futuro, deve partire da noi. Stiamo lavorando su
questo.

Come ha ricordato nell’ultimo Consiglio Nazionale
oggi la "questione appropriatezza" rischia di ridurre la pratica medica
ad una "medicina amministrata" imponendo regole che sono spesso solo
"aforismi": secondo Lei potrebbe essere utile ripartire proprio dalla
riformulazione di definizioni e concetti condivisi dalla Professione?
Riscostruire cioè un linguaggio della pratica medica che sia "sobrio,
rispettoso e giusto"?

Partiamo col dire
che l’appropriatezza è insita nella nostra Professione e spetta a noi
saper dire e ribadire, ma anche comunicare ai destinatari ultimi cioè i
cittadini, che la razionalizzazione delle cure non è il razionamento dei
servizi. In questo intento la nostra attenzione particolare va proprio
ai cittadini che vanno tutelati da una medicina che rischia di diventare
"amministrativa". L’appropriatezza infatti si fonda sul processo e sul
percorso diagnostico terapeutico e il rapporto tra medico e paziente, se
ben costruito, è già un catalizzatore di appropriatezza.
Il
medico è il mediatore, colui che sta in mezzo tra salute e malattia,
tra la paura e la speranza, tra il dolore e la gioia, tra la vita e la
morte”. Dobbiamo ricordare che i nostri pazienti sono sempre più anziani
e anche sempre più soli; secondo recenti studi, molte persone, tra le
motivazioni che le spingono a recarsi nello studio del proprio medico,
mettono ai primi posti proprio il tentativo di alleviare un po’ la
solitudine: “vado dal medico per sentirmi meno solo” dicono. Allora noi
dobbiamo recuperare il senso della Relazione di Cura, come definita
all’articolo 20 del nostro Codice Deontologico: “Il medico nella
relazione persegue l’alleanza di cura fondata sulla reciproca fiducia e
sul mutuo rispetto dei valori e dei diritti e su un’informazione
comprensibile e completa, considerando il tempo della comunicazione
quale tempo di cura”.

Comunicazione e consapevolezza: due
poli di un percorso difficile ma virtuoso che può avvicinare medici e
cittadini: quali i possibili progetti della FNOMCeO verso una
"comunicazione allargata" a tutta la società?

Stiamo lavorando ad un nuovo corso Fad della
Federazione in collaborazione con Slow Medicine. In questo percorso di
"scelte sagge e sobrie" risulta essenziale avvicinare i ruoli, per
esempio quello delle associazioni dei pazienti, per far comprendere come
una buona relazione di cura, tra il medico e la persona, possa ridurre
concretamente il rischio di sovraprescrizione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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