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Più efficienza nel contrasto dei reati: i dieci anni del D.lgs 231 del 2001

Antonio Tomassini, Presidente della commissione Sanità del Senato; Cesare Cursi, Presidente della commissione Industria; Ignazio Marino, Presidente della commissione d’inchiesta sul SSN. Tre senatori e il professor Claudio Cricelli, Presidente Public Affairs Association a discutere con gli esperti e addetti del settore sulle possibili modifiche da introdurre al decreto legislativo 231 del 2001.

Dieci anni dopo si riflette su una legge che ha introdotto, per la prima volta, la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”. Dieci anni per fare un bilancio su temi sempre attuali che attengono alla prevenzione dei reati contro la Pubblica amministrazione da parte delle industrie farmaceutiche, nonché la gestione del rischio di corruzione e il Codice etico e di condotta aziendale nell’ambito della compliance normativa. Dall’analisi dello stato di applicazione del 231/2001, scaturisce un ventaglio di proposte di modifica, da affidare alla discussione parlamentare, incentrate sul cambiamento dei modelli penal-preventivi, anche alla luce dei cambiamenti intervenuti in dieci anni nei sistemi sanitari regionalizzati, tenendo sempre in primo piano i temi dell’etica pubblica.

Le modifiche sostanziali riguardano essenzialmente i modelli preventivi dei reati, da rimodulare in base all’esperienza fin qui maturata. Parimenti, andrebbe rivisitata la funzione degli organismi di vigilanza, mentre è confermata la misura della confisca del profitto che l’ente ha tratto dal reato. Si tratta di un pacchetto di proposte molto tecnico e il confronto non potrà che essere tra i soggetti interessati, che hanno costituito l’Osservatorio 231 Farmaceutiche, presieduto dall’avvocato Maurizio Arena. Si tratterà di verificare tempistica e contenuti del confronto, nonché l’iter parlamentare della proposta, fatta propria dall’on. Benedetto Della Vedova capogruppo di Futuro e Libertà per l’Italia.
Nella sala convegni del Senato della Repubblica, in via di Santa Chiara, forte interesse sui temi posti sotto osservazione, visto che l’evoluzione stessa della legislazione sulla Pubblica amministrazione impone una rimodulazione anche ai temi della responsabilità e dei controlli.

“Etica, politica e responsabilità in sanità”, Lettura Magistrale di Cuccurullo

Il Presidente Tomassini ha espresso, tra l’altro, parole di apprezzamento per la lectio magistralis, affidata al professor Franco Cuccurullo, Rettore dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, già Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e del CIVR, Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. “Etica, politica e responsabilità in sanità”, questo il tema scelto da Cuccurullo, che ha così contestualizzato i temi ‘caldi’ di questo momento così critico per la società italiana: “Nell’arco degli ultimi vent’anni, le trasformazioni dell’assetto demografico del Paese legate, in particolare, all’aumento progressivo dell’aspettativa di vita della popolazione, ad un tasso di natalità tra i più bassi del mondo e, non ultimo, al trend in crescita dell’immigrazione, hanno modificato profondamente il profilo quali-quantitativo dei bisogni di salute ai quali gli operatori sanitari devono dare risposta. Di pari passo, la medicina e, più in generale, le scienze legate alla biologia ed alle tecnologie sono andate incontro ad una evoluzione vorticosa, suscitando interrogativi di carattere morale e giuridico rispetto ad un’evoluzione sociale, che conferisce sempre più all’individuo nella sua interezza e complessità, il ruolo centrale nella scelta delle cure”.

Cuccurullo ha poi aggiunto: “Basti pensare che, per ogni anno che trascorre, la durata media della vita aumenta di circa tre mesi, con tutto ciò che ne consegue in termini di organizzazione dei servizi sanitari e dei necessari investimenti! La disponibilità limitata di risorse richiede scelte strategiche rigorosamente ancorate alla scientificità degli interventi, consapevoli che ogni scelta ne preclude altre e che la stella polare del sistema deve essere la qualità sostenibile. Altro principio inderogabile è quello dell’equità, nel senso di assicurare le migliori cure possibili al maggior numero possibile di persone, senza discriminazioni, ma individuando correttamente le priorità e garantendo un’assistenza adeguata ai bisogni, compatibile con le risorse disponibili”.

Punto critico degli anni che sono trascorsi è il sistema dei controlli, con maglie troppo larghe. Cuccurullo ha citato come casi emblematici di criticità sconcertanti lacune di tipo etico che sconfinano, talora, in gravi reati, quali, per ricordarne alcuni:

  • la vicenda di Lady Asl a Roma,
  • la storia delle valvole killer brasiliane da Padova a Torino,
  • gli sviluppi dello scandalo della clinica Santa Rita di Milano,
  • gli sconcertanti eventi culminati in Abruzzo, nell’azzeramento del governo regionale.

Vicende che, indipendentemente da quelli che saranno gli esiti processuali, dimostrano, attraverso la loro ripetitività, quanto siano ancora inadeguati misure e interventi a disposizione degli amministratori, della politica e, in generale, delle Istituzioni, che si vedono non soltanto depredate dal punto vista finanziario, ma anche offese nella loro  dimensione etica”.

Rischio clinico, nomine dei direttori generali di Asl e ospedali (“la politica faccia un passo indietro”), uso distorto dei DRG, liste d’attesa e intramoenia: Cuccurullo ha spaziato su tutti gli aspetti del funzionamento del SSN, per approdare poi ai temi dell’etica in Sanità: “non un’etica asservita alla scienza, né una scienza limitata pregiudizialmente dall’etica, ma etica e scienza al servizio della vita dell’uomo. Qualunque sia il tema considerato: aborto, eutanasia, fecondazione assistita,testamento biologico, trapianti d’organo, non ci si può illudere che il sì o il no riguardi solo il caso singolo, più o meno coinvolgente”.

Un richiamo preciso alle parole con le quali il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore di Sanità ha voluto introdurre il Parere richiesto dal Ministro della Salute in relazione alla vicenda di Piergiorgio Welby. Parole che vale la pena di ricordare, poiché giudicate unanimemente ‘storiche’ sia per il Consiglio Superiore di Sanità, sia per la Medicina e la Sanità italiana. Eccole: “Davanti alla sofferenza che la richiesta del Sig. Welby manifesta, la prima reazione che avvertiamo in noi è quella di un profondo rispetto, nutrito dalla consapevolezza che la coscienza di ogni singola persona è il sacrario della sua infinita dignità, che a nessuno è lecito profanare. La percezione del dolore e la scelta di come gestirlo si collocano in questo abisso della coscienza personale, che nessun giudizio sommario può presumere di banalizzare. La seconda consapevolezza di cui vogliamo farci voce riguarda il vincolo di prossimità che ci unisce tutti in quanto esseri umani e che ci fa sentire coinvolti anche emotivamente nel dramma reso pubblico dalla testimonianza di Welby: non solo perché si tratta di un evento che potrebbe capitare a chiunque di noi, ma anche e specialmente perché la sofferenza degli altri non è mai estranea o indifferente a chi voglia sentirsi veramente umano. La ‘pietas’ che unisce gli umani nasce precisamente dalla coscienza della comune, infinita fragilità, e dal riconoscere nell’altrui dolore un appello al coinvolgimento di sé, per accompagnare, lenire e condividere. Infine, fra insondabile dignità del singolo e profondità della relazione che tutti ci unisce, sta la consapevolezza di dover sempre cercare una mediazione, che eviti di estrapolare da un caso una legge generale e d’altra parte non presuma di ridurre la singolarità della sofferenza a schemi semplificanti. Su questa via di non facile mediazione, che tiene conto di tutti e di ciascuno, si muovono anche le nostre riflessioni, che non vogliono essere ripetizione arida di principi astratti. Esse vorrebbero offrirsi come un appello a considerare tutti e insieme gli elementi in discussione, tutte e insieme le persone concrete, che sono o potranno essere toccate da questa sfida, nella molteplicità dei suoi profili. Ed è in quanto persone umane che desideriamo qui pronunciarci, prima ancora che in nome di competenze che riteniamo comunque debbano essere poste al servizio dell’uomo”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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