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I giovani e la donazione del sangue: una questione di buona informazione

Le donazioni di sangue coprono il fabbisogno italiano, ma occorre comunicare bene la notizia: il naturale “turn-over” dei volontari più anziani deve essere coperto al più presto da nuovi giovani donatori, se non si vuole correre, nei prossimi anni, il rischio di “default”. Questo è il senso di una recente polarizzazione mediatica sul numero delle donazioni effettuate in Italia, analizzate secondo criteri anagrafici e geografici.

A richiedere l’attenzione dei media sulle caratteristiche della donazione di sangue in Italia è stato l’istituto Superiore di Sanità che, con un comunicato stampa del 19 maggio scorso, informava della sostanziale tenuta del “sistema sangue” in Italia anche di fronte alla tendenza di una diminuzione delle donazioni, causata dall’aumento di età dei donatori: un fattore negativo che per essere risolto necessita di un urgente “ricambio generazionale” (vedi).

“Il sistema sangue italiano ‘tiene’ -informa il comunicato già nella prima riga- ma inizia a dare qualche segnale di logoramento, a partire da un calo dei donatori fisiologico per l’invecchiamento della popolazione e che richiede un rilancio delle donazioni soprattutto fra i giovani. Il dato è stato presentato durante la Consultazione plenaria del Sistema sangue, che ha riunito a Roma rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle istituzioni”.

Per coprire il fabbisogno interno si è fatto ricorso –come si dice nel titolo- a compensazioni tra Regioni: una modalità consueta anche nel passato per riequilibrare a livello locale la copertura del fabbisogno con risorse, nazionali, ma extra-regionali, nei casi in cui le donazioni risultavano insufficienti. A completare la notizia il dato relativo alle donazioni che, nel 2016, l’ISS ha rilevato sotto la quota 1,7 milioni.

L’iniziativa di comunicazione dell’ISS è indubbiamente servita anche da “lancio” per la Giornata Mondiale sulla donazione proclamata dall’OMS, tenutasi il 14 giugno scorso e che ha visto tra gli eventi principali la partecipazione in un convegno sul tema il Ministro della Salute, rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e del Coni che si sono confrontati sulla collaborazione con il mondo della scuola e dello sport.

Tra i numerosi articoli che hanno illustrato gli scopi della Giornata del 14 giugno e la situazione del “sistema sangue” italiano segnaliamo quello dell’Agenzia Ansa (vedi) che è davvero una sintesi diffusa in Rete di dati: “In Italia nel 2016 c’è stata una donazione di sangue ogni 10 secondi, che ha permesso di garantire le cure per 660mila pazienti. I numeri sono stati raccolti dal Centro Nazionale Sangue dell’Istituto Superiore di Sanità, e presentati durante un evento al Ministero della Salute in occasione della giornata mondiale della donazione di sangue dell’Oms.

Lo scorso anno il sistema ha registrato oltre 3 milioni di donazioni di sangue e plasma, mentre i donatori sono stati un milione e 688mila, la cifra più bassa dal 2011. L’età dei donatori riflette l’invecchiamento della popolazione. Al momento prevale la fascia tra 46 e 55 anni, il 28% del totale, e il trend è di un aumento dei donatori in quelle più ‘vecchie’, mentre quella tra 18 e 25 è stabile e quelle sotto i 46 sono in diminuzione. Il Friuli Venezia Giulia è la regione con più donatori, 40,2 ogni 1000 abitanti, mentre la Calabria è quella che ne ha meno, 19,9, contro una media nazionale di 27,8”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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