A Giardini Naxos, l’Ufficio Stampa ha intervistato il Ministro dell’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, intervenuto all’Assemblea Nazionale dei Presidenti CAO
Ministro, nel saluto rivolto all’Assemblea, ha dichiarato guerra ai dentisti abusivi. Come si inquadra questo impegno nel Programma di Governo, e con che modalità pensate di realizzarlo?
Il Governo è impegnato a lottare contro l?esercizio abusivo della professione odontoiatrica, perché riguarda il bene primario della tutela della Salute dei cittadini, menzionato nella Costituzione. Per quanto concerne le modalità, potrebbero essere individuate in un inasprimento delle pene previste. Anche se non sempre queste misure si sono dimostrate efficaci: chi vuole delinquere lo fa comunque.
Il Presidente Renzo le ha lanciato un appello, a nome della categoria: “definire con chiarezza, nell’ambito della riforma delle Professioni, che sarà affrontata a breve, le specificità dell’odontoiatria, con una legislazione che ne tuteli l’autonomia”. Come risponde?
Le Professioni liberali meritano una parte attiva nella politica, perché il nostro è un Governo di ispirazione liberale e, quindi, ha il dovere di un?attenzione particolare nei loro confronti. Esamineremo le problematiche in maniera vicina alle esigenze della categoria. Alcuni spunti, peraltro, erano già presenti nel programma elettorale e sono stati trasferiti in quello del Governo.
Al centro dell’incontro c’era anche il nuovo “Nomenclatore delle Prestazioni odontoiatriche”. Cosa pensa di questa iniziativa?
Il Nomenclatore garantisce la correttezza etica e deontologica delle prestazioni. Nasce da parametri europei, ma non potrà non tener conto delle differenze sociali ed economiche nelle diverse zone d’Italia. Faccio un esempio: anni fa chiesi come mai le tariffe del barbiere fossero doppie a Milano rispetto a Napoli. Mi fu risposto: “Perché la moglie del barbiere, a Milano, paga la spesa il doppio”.
Infine Alitalia: proprio sabato 27 è arrivata la notizia dell’accordo con la maggior parte dei sindacati.
Sì, è un giorno fausto per l’Italia, per l’azienda e per i cittadini che possono continuare a volare italiano. Non è stato un puntiglio nazionalista il non aver voluto vendere ad Air France, ma la volontà di mantenere in Italia la compagnia di bandiera.
Autore: Redazione FNOMCeO